Pop-Corn Day #2: L'Uomo in Fuga

Copertina de “L’Uomo in Fuga” della Pickwick.       Fonte: Amazon

L’Uomo in Fuga (The Running Man) è un romanzo distopico scritto da Richard Bachman nel 1982.

Pare sia stato scritto in una sola settimana ed il romanzo, una vera e propria corsa contro il tempo, si legge letteralmente tutto d’un fiato.

Ma andiamo con ordine.

L’AUTORE

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Foto di Richard Bachman. Fonte Wikipedia

Richard Bachman, in realtà, è uno pseudonimo che Stephen King usò negli anni ‘70 e ’80, forse per sfidare se stesso, vedere se avrebbe venduto lo stesso anche senza il suo nome in copertina. O, forse, voleva essere più libero, non temere il giudizio del suo pubblico su storie che aveva scritto in gioventù o che non lo convincevano del tutto.

QUI trovate un approfondimento sul tema.

Quale che fosse la ragione, Bachman-King ha scritto diversi romanzi molto interessanti tra cui, appunto, L’uomo in fuga.

LA TRAMA

Il romanzo è ambientato in un’America del futuro divisa fra povertà e ricchezza, dove l’inquinamento, la disoccupazione e l’analfabetismo sono dilaganti. Ogni famiglia è obbligata a tenere accesa 24 ore su 24 la sua televisione tridimensionale, che trasmette show atti a generare sentimenti di odio e ilarità, in una logica “panem et circensem.”

La storia narra delle vicende di Ben Richards che, per salvare la figlia, decide di partecipare al reality show più sadico della TV, L’uomo in fuga del titolo appunto, dove l’obiettivo è rimanere in vita per 30 giorni, braccato da mercenari, poliziotti e semplici cittadini.

LE CARATTERISTICHE DEL ROMANZO

Il protagonista è un normale cittadino che, ad un tratto, si ribella in un sussulto di dignità alla brutalizzazione della propria umanità da parte della società distopica che lo circonda. Niente di originale in questo (si veda lo stesso 1984 di Orwell), anche perché Ben Richards non viene particolarmente caratterizzato, come non lo sono gli altri protagonisti della vicenda.

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Copertina de “L’Uomo in Fuga” della Pickwick. Fonte: Amazon

Il grande punto di forza del libro è l’idea, potentissima, del reality show violento, idea che è stata sfruttata tantissimo, si pensi ad esempio a Battle Royale di Takami e la più recente saga Hunger Games della Collins.

Sfruttata in tempi recenti. Ma nel 1982 non esisteva “Il Grande Fratello”,  né la cosiddetta tv del dolore o del voyeurismo estremo. E già questo dà l’idea della grande innovatività del romanzo, e della grandezza di King come ideatore di trame originali.

Altro grande punto di forza del romanzo è il ritmo serrato, cadenzato dal titolo dei capitoli, che vanno da “meno 100…” a “… 000”, a sottolineare l’inevitabile destino tragico a cui va incontro il protagonista. Il volume è di circa 300 pagine ma, come dicevo, si legge tutto d’un fiato.

La conclusione de “L’uomo in fuga” potrebbe non piacere, e non aggiungo altro. King è noto per cadere spesso sui finali. Personalmente, a differenza di molte opere del Re, l’ho trovato comunque originale e spunto di ulteriori riflessioni. Cosa può fare, del resto, un uomo senza scampo?

L’IMPLACABILE

Nel 1987 dal libro è stato tratto un film, in Italia tradotto con “L’implacabile”, diretto da Paul Michael Glaser (lo Starsky di Starsky & Hutch) con protagonista Arnold Schwarzenegger. Il film ha poco in comune con il libro, se non l’idea di fondo del reality show cruento, ma è comunque un buon action movie, piacevolmente rozzo e violento.

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Fotogramma tratto dal film: L’Implacabile. Fonte Imdb

@Alex Zaum, 09-2017

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