Mysterious Writer extra: Mirco Tondi

Buongiornissimo fedelissimi Amici Distopici ^_^

Qui è la vostra Diabolica Liliana Marchesi che parla e che sta per presentarvi un nuovo autore.

Mirco Tondi - L'ultimo potere

Come avrete capito dal titoletto di questo articolo, non si tratta delle solita intervista fatta nel gruppo in direttissima, bensì di un extra avvenuto al di fuori dal Gruppo Leggere Distopico, e questo perché il protagonista di oggi è uno dei cinque, forse sei esseri umani sprovvisti di account Facebook. Ovviamente sto scherzando, le persone che non hanno ancora firmato il patto con il diavolo sono molte di più.

Detto questo, passiamo a scoprire Mirco Tondi e la sua opera.

Mirco Tondi, nato a Bologna, classe 1980: ha pubblicato con Delos Books racconti per le antologie 365 Storie d’Amore, Il Magazzino dei Mondi 2 e 3, 365 Racconti di Natale, 365 Racconti d’estate e ha collaborato con la rivista on-line Fantasy-Magazine, pubblicando con essa più di una cinquantina di articoli, oltre a un paio per la sua versione cartacea, Effemme. Oltre L’inizio della caduta, ha autopubblicato tre romanzi di genere fantastico (Strade Nascoste, L’Ultimo Potere e L’Ultimo Demone), una raccolta di racconti (Strade Nascoste – Racconti) e un’opera di saggistica (Jonathan Livingston e il Vangelo).

Insomma… si è dato da fare il ragazzo!

Ma addentriamoci senza indugi nella trama del suo romanzo Post-Apocalittico, “L’ultimo potere”:

L’umanità è caduta. La civiltà è andata in frantumi. O meglio, quella che si credeva civiltà: quanto realizzato dall’uomo è stato invece il mezzo che ha fatto precipitare il mondo in un abisso di desolazione. Tra i suoi ruderi, creature figlie di esperimenti scorrazzano impazzite seguendo la legge del più forte. Demoni e Posseduti la fanno da padroni, imponendo il loro giogo spietato su quanti sono caduti sotto il loro dominio.
In uno scenario apocalittico dove ogni equilibrio è perduto, un uomo, un guerriero della strada, viaggia da una città all’altra, covando la speranza di trovare un modo per fuggire all’inferno che è divenuto la Terra. In lui è forte la convinzione che Luna Azzurra sia da qualche parte, in attesa di essere trovata per dare rifugio a chi ha ancora un’anima non corrotta dai vizi. Come è forte la consapevolezza che non è facile sopravvivere a schiere di mutantropi e chimere, tanto meno pianificando d’abbattere l’egemonia demoniaca.

Si prenda l’ambientazione postapocalittica (e la pazzia che la imperversa) di Interceptor, Il guerriero della strada di George Miller, la ferocia e la brutalità di Devilman di Go Nagai nel mostrare la realtà umana, la lucida e profonda consapevolezza che nasce dal viaggio all’Inferno nella Divina Commedia di Dante Alighieri nel mostrare la natura dei vizi e del lato oscuro dell’animo umano, si aggiungano le teorie di Cesare Lombroso, gli archetipi, il romanzo Orizzonte Perduto di James Hilton e l’idea che dietro ai culti e alle religioni ci siano entità che non hanno nulla di salvifico per l’umanità, e ci si ritroverà dinanzi a L’Ultimo Potere, primo romanzo del ciclo I Tempi della Caduta.

Allora cosa ve ne pare?

Magari dopo aver letto la trama vi è venuta in mente qualche domandina da fare al nostro Mirco. Vediamo se l’intervista che gli abbiamo fatto scioglierà i vostri dubbi.

  • Com’è nata l’idea di questo libro e di questo futuro così devastante e popolato di strane creature?
  • Dalla realtà. La cronaca da anni dimostra che l’umanità sta sempre più perdendo se stessa, scivolando velocemente verso la pazzia; se non ci sarà alcun cambiamento, le cose non finiranno bene: c’è troppa voglia di violenza, sopraffazione, distruzione, in tutti i campi, da quello del lavoro a quello privato. L’umanità ha sempre meno valori, ideali; si lascia andare sempre più ai vizi e per questo la sua parte peggiore sta prendendo il sopravvento, portandolo in abissi oscuri che faranno sorgere cose che la porteranno alla sua rovina. La parte fantastica è servita per parlare proprio di questo; certo, ci sono mutantropi, chimere, posseduti, demoni, poteri che servono a coinvolgere il lettore perché azione e avventura lo trascinano nelle vicende narrate, ma sono un mezzo per parlare della realtà, del lato più oscuro dell’essere umano e delle conseguenze di mentalità, comportamenti, azioni che di buono hanno poco.
  • Vorrei che ci parlassi del tuo protagonista: come lo presenteresti se fosse un tuo amico o un tuo conoscente?
  • In L’Ultimo Potere, Guerriero è il personaggio che ha un ruolo predominante, mentre in L’Ultimo Demone gli eventi sono affrontati da più personaggi, risultando perciò qualcosa di più corale; parlare di tutti, ognuno con le sue caratteristiche, diventerebbe lunga, quindi mi limiterò a Guerriero: una persona determinata, che sa qual è l’obiettivo che vuole raggiungere. Più per i fatti che per le parole, è l’uomo che agisce, ma non d’impulso: prepara e organizza sempre prima di muoversi. Affrontarlo non è un’azione da compiere con leggerezza.
  • Quale sarebbe il tuo regista preferito nel momento in cui il romanzo diventasse una sceneggiatura per un film?
  • George Miller: visto che ha contribuito con i suoi film a ispirare parte del lavoro che ho realizzato, ritengo che sia tra i registi più adatti per rendere l’atmosfera di un mondo impazzito e in rovina, oltre a saper mostrare i sentimenti di personaggi che hanno perduto tanto e sono perseguitati dal passato e dalla colpa.
  • Magari hai anche un attore o un’attrice di riferimento?
  • Qui la questione si fa più complessa: non ho preferenze di sorta. Certo, i grandi nomi sarebbero di richiamo, ma quello che per me più conta è che gli attori in questione sapessero cogliere e ricreare lo spirito del libro e il carattere dei personaggi: andrebbero bene anche degli emergenti poco conosciuti, purché sappiano mettere in atto quello che ho scritto. Magari così sarebbe un trampolino di lancio sia per loro sia per i libri 😉 .
  • Quando hai iniziato a scrivere?
  • Passati i ventuno anni: è avvenuto partendo da un gioco. Inizialmente c’è stata la creazione del mondo, della storia, per sviluppare l’ambientazione per un gioco di ruolo. Ma presto sono cominciati a nascere dei personaggi che volevano agire all’interno del mondo e della storia, dando così il via alla realizzazione del primo romanzo (Storie di Asklivion-Strade Nascoste) ed è iniziato un nuovo percorso (sì, perché scrivere per un gioco di ruolo e scrivere per un romanzo sono due cose completamente diverse) che mi ha portato a scrivere opere non legate al fantasy.
  • Cosa rappresenta per te la scrittura?
  • La scrittura è un mezzo per parlare della realtà, per approfondire e comprendere la natura dell’essere umano e della vita, insomma per avere una maggiore conoscenza dell’esistenza, perché è attraverso la conoscenza che si acquisiscono i mezzi per contrastare chi vuole manipolare e sfruttare.
  • Parlaci della tua esperienza nel mondo dell’editoria.
  • A parte qualche decina di articoli di vario genere (dalle recensioni agli approfondimenti) per la rivista online Fantasy Magazine e dei racconti brevi pubblicati per alcune antologie pubblicate da Delos Books, la mia esperienza è limitata. Dopo anni di attese, piuttosto che fare la fine dei personaggi di Aspettando Godot, ho deciso d’intraprendere la via dell’autopubblicazione (conscio delle difficoltà insite in essa) per avere una piccola opportunità in un paese che di opportunità non ne dà (se non alle solite figure).
  • La critica più amara che hai ricevuto?
  • È stata quando ho ricevuto un rifiuto per il primo romanzo che ho scritto: non poteva essere accettato perché i personaggi della mia opera erano adulti e questo non andare bene per il genere di appartenenza del libro, dato che il fantasy è rivolto agli adolescenti e pertanto, per poterli coinvolgere e farli sentire vicini alla lettura, i personaggi dovevano essere adolescenti. È il ragionamento che è stato dietro il rifiuto, non il rifiuto in sé, che mi ha fatto provare molta amarezza (e diciamolo pure, anche una certa alterazione) perché mostrava com’era (e purtroppo com’è tuttora) considerato il fantasy: una lettura leggera e superficiale, per bambini/adolescenti, per gente incapace di crescere, che non faccia pensare, che non impegni. Nel nostro paese questo genere da molti è denigrato e sottovalutato, quando invece non ha nulla da invidiare e non è per nulla inferiore agli altri generi. Certo anche qui, come in tutti gli altri generi, c’è il libro leggero, quello mediocre, quello dedicato ai più piccoli, ma non è solo questo: è tante cose; spesso però si vuole rimanere legati ai pregiudizi e non vedere tutte le sue potenzialità e quanto è in grado di dare. Questa mentalità diffusa (presente in tanti tra lettori, scrittori, editori) è stata la causa per cui, qualche anno fa, ai tempi del boom del fantasy, il suo mercato è stato bruciato (a cui però va aggiunta anche la mancanza di conoscenza, preparazione, organizzazione), togliendo opportunità a opere molto più meritevoli di quelle prodotte all’interno dei confini italiani.
  • Quella più dolce invece?
  • Apprezzamenti ne ho ricevuti, ma nessuna critica che posso definire dolce.
  • Quali sono i tuoi autori di riferimento?
  • Non ce n’è qualcuno in particolare. Ma ce ne sono molti che mi hanno insegnato qualcosa, dai quali secondo me c’è da apprendere. King, Murakami, Orwell, Bradbury, Hemingway, Dick, Erikson, Sanderson, Kay, tanto per citarne alcuni legati all’ambito fantastico.
  • Hai altri progetti in cantiere?
  • Al momento sto terminando una raccolta di racconti legati al primo romanzo che ho scritto, per poi passare alla revisione di una storia per bambini e a un romanzo legato a L’Ultimo Potere e L’Ultimo Demone che narra com’è iniziato il tutto. Sistemato tutto ciò, riprendere la stesura del quarto volume di I Tempi della Caduta, che va a sviluppare quelle parti menzionate, ma non approfondite, nelle altre tre opere di questa serie.
  • Descrivi il tuo romanzo in poche parole, per invogliare i lettori a leggerlo.
  • Se vi piacciono la lotta, la conquista, il non piegarsi a chi ha potere e vuole dominare, se credete che seguire un sogno, anche se impossibile, sia più forte di qualsiasi difficoltà, allora la storia che avete davanti può essere adatta a voi.

 

Allora Amici, cosa ve ne pare?

Tipo interessante Mirco, non trovate?

A nome di tutto lo Staff ringrazio l’autore per averci regalato il suo prezioso tempo, e vi do appuntamento al prossimo articolo!

La serie è composta dai seguenti volumi:

Bye Bye

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