Pop Corn Day: Mad Max Fury Road

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Sì, avete letto bene: parliamo del più grande action movie (non commettete l’errore di ritenerlo un genere di serie b) degli ultimi anni. Cosa c’entrano i film d’azione con il nostro bel gruppo? Chi è perplesso sappia che “Mad Max” è una saga distopica e post-apocalittica di tutto rispetto nata nel lontano 1979, anno in cui, l’ex poliziotto Max Rockatansky (all’epoca interpretato da un giovane Mel Gibson), fece il suo ingresso nella hall of fame degli eroi di celluloide grazie a “Interceptor”.

Ora, Il problema (un bellissimo problema) è che Fury Road (nuovo capitolo della saga) non risente per niente degli acciacchi dell’età e viaggia come un film d’azione ipercinetico e mozzafiato. Mettetevi comodi: lo spettacolo sta per cominciare.

LA TRAMA

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In un angolo dimenticato del nostro pianeta, dove il deserto si estende incontrastato, la desolazione racconta di un’umanità superstite da una violenta devastazione, e impegnata in una terribile lotta per la sopravvivenza. Max, uomo solitario e pronto all’azione, sconvolto dalla perdita della moglie e della figlia, si ritrova suo malgrado a incrociare il suo destino con Furiosa. Anche lei, donna d’azione, che crede di poter raggiungere la salvezza completando un viaggio a ritroso attraverso il deserto, verso i luoghi della sua infanzia. Sfuggendo alla morsa dittatoriale del signore della guerra, Immortan Joe, Furiosa gli sottrae qualcosa di unico e scappa mettendosi alla guida di un blindato da combattimento. “Mad Max” non potrà evitare di far parte del gruppo di ribelli con a capo la donna. Inseguiti dai temibili “Figli di Guerra”, inizia per loro una battaglia spietata.

LA RECE

Quando penso a questo film mi vengono in mente non tanto dei giudizi quanto delle vere

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e proprio sentenze. Eccone alcune:
“Mad Max: Fury Road” è adrenalina pura e di qualità sopraffina. (Non ci sarebbe molto altro da aggiungere ma, visto che ci siamo, aggiungiamo) 120 minuti senza un secondo per prendere fiato. Come salire su una formula 1 e volare a 300 all’ora interrottamente. Un’esperienza difficilmente ripetibile. Un montaggio (Oscar 2016) strabiliante dove l’attimo di tregua non è concesso; Ma passiamo a un discorso più articolato.

George Miller è riuscito, in modo superbo, a rinverdire la sua creatura: “Fury Road” è un’epopea punk-rock in cui i miti della civiltà capitalistica sono rovinosamente franati lasciando schegge di violenza incontrollata e briciole di speranza per la realizzazione di un nuovo mondo.
La Spettacolarità visiva e il discorso socio-politico formano un “ensemble” impossibile da rintracciare in altre pellicole. La fuga di Furiosa verso le sue origini e l’eterno errare di Mad Max, si fondono in un racconto travolgente nei modi e nei contenuti. Lei, in realtà, alla ricerca di un nuovo punto di partenza per un mondo ormai allo sbando e lui, antieroe per eccellenza, alla disperata ricerca di una serenità violentemente perduta.

I PERSONAGGI

Max Rockatansky

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Tom Hardy è “Mad Max” (un giovane Mel Gibson diede, invece, il volto al protagonista dei primi tre capitoli della saga). Ex poliziotto che ha perso la famiglia prima dell’inizio della fine; a causa di questa dolorosa sciagura maschera una propensione naturale verso la giustizia, con una drammatica indifferenza . Trasformatosi in un cavaliere post apocalittico, il nostro eroe scorrazza nel deserto con la sua inseparabile “V8 Interceptor”, formidabile vettura basata sulla Ford Falcon XB GT Coupé del 1973, ovviamente modificata e dalle performance incredibili grazie ad un compressore volumetrico inserito nel motore.
Imperatrice Furiosa

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L’altrà metà del cielo del film ha un braccio meccanico e le splendide fattezze di Charlize Theron.

Imperator Furiosa, malgrado l’altisonante appellativo, è serva e concubina del tiranno Immortan Joe. Tenta la fuga dal suo aguzzino insieme alle altre donne con le quali condivide l’infelice destino. La Theron confeziona un’altra interpretazione magistrale: davvero poco probabile non innamorarsi di questo personaggio.

Immortan Joe

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Il super cattivo di turno è interpretato dall’attore Hugh Keays-Byrne. Ex colonello pluridecorato, dopo la stravolgimento della terra e della civiltà, si ricicla in “signore della guerra”. Tiranneggia la sua comunità e detiene un grande quantitativo d’acqua che gli conferisce potere. Ha il volto parzialmente coperto da una maschera respiratoria fatta di denti di cavallo.

LA SAGA

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Tutto ebbe inizio nel 1979, quando George Miller, al debutto alla regia, diede vita all’epopea di “Max il matto” con “Interceptor“. Nel 1981 uscì “Il guerriero della strada” (Mad Max 2) e dopo quattro anni,nel 1985, fu la volta di “Mad Max, oltre la sfera del tuono” (Mad Max Beyond Thunderdome) . “Interceptor”, malgrado un budget molto limitato, ebbe un grandissimo successo di pubblico rientrando tra i film con il maggior gap tra il costo di produzione e l’incasso nelle sale. Anche per questo motivo il sequel non si lasciò attendere, confermando quanto di buono mostrato nel primo episodio. Fu invece il terzo che mostrò un po’ di stanchezza, almeno a detta di molti critici. Probabilmente il più hollywoodiano, con un budget notevolmente superiore ai primi due ma con un ritorno al botteghino non completamente all’altezza.

CONSIGLI

Spero di avervi incuriosito perché questo è un film che non vi potete perdere. Solo un paio di dritte: nel caso decidiate di procedere con la visione, cercate di evitare il pc portatile o piccole tv e, soprattutto, tentate di immergervi subito nelle atmosfere di questa incredibile pellicola.

Non fatevi distrarre dagli eccessi o dalle stranezze, ricordatevi che è un futuro distopico-post apocalittico e alcune cose potrebbero aver preso strade insospettabili… vi auguro una furiosa visione!

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