Recensione: “La lunga ombra. Cronache del Reich” di Gioachino Ventura

TRAMA

Otto settembre 1943, Seconda guerra mondiale. Mentre l’Europa è in fiamme, i russi sembrano impazziti. Vagano senza meta nella terra di nessuno e cadono come mosche sotto il tiro dei cecchini. A volte si sbranano a vicenda. Dagli avamposti sperduti della Wehrmacht sul fronte orientale arrivano notizie confuse. Solo una cosa è certa: il nemico è allo sbando. Nel giorno in cui l’Italia esce dal conflitto accade l’impensabile: il collasso dell’Armata Rossa, vittima di una devastante epidemia che riduce l’Unione Sovietica a una landa desolata popolata da zombi. Al temibile e tetragono esercito di Stalin subentrano orde di non morti barcollanti. Per nulla impressionate, le truppe naziste riprendono il controllo e col Trattato di Tunisi, la Seconda guerra mondiale ha termine. È il 2 ottobre 1943. Con l’Europa saldamente nelle mani di Hitler e l’epidemia contenuta a oriente, nel resto del mondo c’è poco da festeggiare. Inizia a serpeggiare un dubbio atroce e molti iniziano a parteggiare apertamente per quelle creature tanto terribili. Sono loro, di fatto, l’unica forza in grado di opporsi allo strapotere del Terzo Reich.

RECENSIONE

La lunga ombra è un weird storico che cammina parallelamente ai fatti che conosciamo per portare il lettore verso una nuova prospettiva. La Seconda Guerra Mondiale è nel pieno del suo corso, Russi, Forze dell’Asse e Alleati combattono senza sosta fino a quando accade l’impensabile. Fino al momento in cui un nuovo nemico si presenta sul terreno degli scontri pronto a seminare morte contro tutto ciò che si muove.

Milioni di zombie hanno devastato la Russia, l’hanno messa in ginocchio e sono pronti a mettersi in marcia per divorare l’Europa. Nessuno sa cosa fare, il caos dilaga e il conflitto mondiale passa in secondo piano schiacciato dalla paura dell’estinzione. Non esiste una cura e l’unico modo per fermarli è con un proiettile in testa, una volta erano esseri umani e sono troppi per poter essere affrontati. I potenti della Terra tremano e solo il Reich ha la disciplina e la capacità per arginare i mostri. La macchina bellica tedesca può fare la differenza, può sterminare i mostri ma in cambio vuole il potere. L’Europa cede, Hitler vince la guerra e crea una gigantesca Germania a cui vengono subordinati gli alleati italiani e spagnoli… da quel momento inizia una lunga battaglia che non vi racconto per non rovinarvi la lettura.

Gioachino Ventura ha la capacità di scrivere l’irreale in maniera credibile, tramite un sapiente utilizzo di dettagli accurati e una gestualità quasi cinematografica riesce a caratterizzare anche i personaggi più stereotipati. Pur non appesantendo il testo con passaggi dal taglio saggistico, si percepisce una profonda ricerca storica da parte dell’autore e un’attenzione ai canoni cinematografici e narrativi che hanno già affrontato temi simili.

Una dei temi salienti della narrazione, e quello che mi ha colpito maggiormente, è la capacità di rendere buoni i mostri. Gli zombie sono, nell’immaginario collettivo, la più bassa forma di assassini decerebrati. Creature prive di ogni fascino ma che all’interno della storia riescono a “farsi amare” dal lettore perché combattono qualcosa di peggiore di loro.

La lunga ombra è un romanzo che consiglio agli appassionati di romanzi storici, weird e zombie. Non sempre ha una narrazione veloce ma sa creare l’atmosfera necessaria a coinvolgere il lettore.

A presto

Delos

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