Recensione: “Da un altro mondo” di Stefano Zampieri.

TRAMA

Una giovane coppia intraprende la ricerca di Sambo, un amico scomparso, in un viaggio che li porterà a esplorare luoghi insoliti e situazioni apparentemente irrazionali, accompagnati da uno strano medaglione dalla simbologia misteriosa. La loro ricerca si concluderà con una promessa per il futuro: il loro, ma anche il nostro. Tra giallo e fantascienza, un romanzo filosofico che mette in scena, sottotraccia, l’eterno conflitto tra vecchi e giovani, tra reazione e speranza. Per scoprire che esistono altri mondi oltre a quelli che riusciamo a concepire.

RECENSIONE

Prima fatica letteraria per Stefano Zampieri, filosofo di professione che ha pubblicato diversi saggi argomentativi inerenti a questa materia di studio.

Il romanzo si apre con una coppia di fidanzati che si interroga sulla scomparsa di Sambo, un loro caro amico misteriosamente sparito nel nulla. Decisi a ritrovarlo, seguiranno delle elusive indicazioni compiendo così un viaggio concreto – irto di imprevisti – che diverrà, attraverso una serie di incontri bizzarri e scoperte singolari, anche un percorso simbolico al limite del possibile.
A partire già dal titolo – Un altro mondo – è ben chiaro che ci sarà del dinamismo, ma anche un rimando alla fantascienza.
I protagonisti non si lasciano abbattere, girovagano tracciando quasi una topografia della città immaginifica di Mistrana, raccogliendo ogni più piccolo indizio che possa rivelarsi utile all’indagine.
Ogni tappa vede un alternarsi di paesaggi periurbani ad altri più “remoti”; vagheremo assieme a loro per questi “mondi” diversi avviluppati da una caligine utopica.
Eppure gli ambienti sono descritti in modo oggettivo e realistico, così come li vede il protagonista.
Nei luoghi che si troveranno a esplorare ho scorto non soltanto aspetti riconducibili ai giorni nostri, ma anche tante allegorie, ad esempio l’Ospedale Nuovo – il primissimo ambiente che visiteranno – sarà un tassello importante per l’iniziale contatto con questi universi paralleli.

I percorsi degli uomini sono infiniti, confusi, imprevedibili.


L’immagine che campeggia in copertina non trasmette alcun indizio circa il contenuto e ciò potrebbe essere considerato un vantaggio. Ci si approccia a scatola chiusa, inconsci di quello che troveremo al suo interno.

Zampieri imbastisce una storia dove la ricerca è il punto di partenza, ipotizzando una situazione estrema che oscilla tra un clima di pessimismo e sfiducia e un sentore di speranza.
Un romanzo che è un’esperienza a sé stante e che, nella sua brevità, non trascura di dare una dimensione ai personaggi.
L’intelaiatura stilistica vede una narrazione in prima persona seguita da un apparato linguistico chiaro e consequenziale. L’autore non rinuncia ad inserire nel libro una componente filosofica, non una minuziosa elucubrazione ma srotola un filo di pensieri da seguire per indagare la realtà di oggi e guardare con lucidità e coscienza allo sfaldamento dei valori generazionali, già tangibile, che ha intaccato mentalità e modi di relazionarsi gli uni con gli altri, mettendo in luce anche quel confine sottilissimo tra gioventù e terza età che ho trovato un po’ troppo fatalista per i miei gusti.
Aspetto ancora più importante è che questi concetti sono alla portata di tutti, niente di troppo difficile da interpretare e interiorizzare. Un romanzo che, proprio per quanto ho scritto sopra, sento molto vicino all’apologo.
Unico neo che sono riuscita a trovare è un po’ di ingenuità nello sviluppo della trama e nelle interazioni tra i vari personaggi che, a mio parere, risultano troppo “costruite” e scontate ed è un vero peccato perché il libro ha molto potenziale soprattutto trattandosi di un romanzo d’esordio.
Un distopico contaminato da mistery e fantascienza, ma che si veste anche da romanzo esistenziale.
Uno sguardo a metà tra disincanto e visionario per mettere in discussione ogni nostra certezza.
Da un altro mondo” è una storia di autoconsapevolezza, di ricerca di senso.

Elisa R

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