Recensione: “1NR1. Il codice dell’espiazione” di Ben Bamboo Korami.

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TRAMA

Terra, anno 3065. La razza umana si è trasferita nelle basi spaziali orbitanti attorno al pianeta, reso invivibile dall’infestazione degli Angeli Neri, creature mostruose che sembrano uscite dall’Apocalisse biblica. Eppure sulla superficie terrestre esiste ancora qualcosa di valore: l’Unonoctio, il petrolio del terzo millennio, conteso da due forze avversarie, Vatican City e la Confederazione degli Orbitanti. Dopo che l’ultima estrazione si è trasformata in una carneficina, il mercenario Ron Kasemero, accusato di aver sabotato la missione, viene condannato alla reclusione sulla Terra. Viene quindi bandito dal suo spazioporto e separato da Lavinia, altra superstite del massacro e sua compagna. Comincia così la sua nuova vita da prigioniero, nella landa pestilenziale che un tempo era stata un gioiello dell’Europa: la Toscana. Anche Lavinia è stata imprigionata da qualche parte, e l’unico scopo di Ron diventa quello di salvarla da un destino peggiore della morte… Tra creature apocalittiche, umani ricombinati e guerriglieri hybridpunk, Ron metterà a rischio il bene più prezioso che ha, e che forse rappresenta anche l’ultima speranza della specie umana…

RECENSIONE

Italia, o quel che ne resta dopo l’avvento degli Angeli. Il mondo e gli esseri che lo popolano non sono più gli stessi, tutto è cambiato, è stato distrutto da misteriose creature mistiche.

Ben Bamboo ci trascina in un futuro distopico che assomiglia a una fusione tra Evangelion e One Punch Man.

Ron Kasemero è un soldato, un mercenario che ha una peculiarità unica, è un uomo debole in mezzo a potenziati più forti di lui. Piegato da un’accusa ingiusta si ritrova prigioniero in una discarica di letame guidata da un folle, le sue prospettive di sopravvivenza sono scarse, nessuno dura molto in quel luogo. Invece di arrendersi al suo destino stringe i denti e combatte, ogni singolo giorno, deve scoprire che fine ha fatto Lavinia…

Il resto vi lascio il piacere di scoprirlo da soli.

Caratterizzato da una scrittura breve, a tratti ostentatamente barocca nell’uso di termini desueti e di eccessi descrittivi, il testo scorre abbastanza velocemente fino all’ultimo capitolo. Personalmente non ho trovato fastidioso il vago senso di onniscenza del narratore, è una caratteristica narrativa che si sta perdendo e non mi è spiaciuto ritrovarla in un testo moderno.

La storia segue una linea narrativa abbastanza regolare, non ci sono grossi capovolgimenti di prospettive o cambi di fazione tali da dover mettere in dubbio la struttura di editing. C’è un antieroe, una tonnellata di schifo, qualche cattivo e uno scopo da portare a termine. Alcuni dei comprimari sono ammantati dal mantello caricaturale, che ne attenua la critica a quelli che potrebbero essere i modelli di riferimento contemporanei.

Di base è un testo breve, ha un sapore di già visto (vi lascio il piacere di scoprire a cosa assomiglia) e lascia molte domande senza risposte.

Non è male, tiene compagnia e trasporta in un mondo violento. Sicuramente è un testo che può piacere a chi ama racconti action con un pizzico di stranezza e qualche sana scena truculenta.

A presto.

Delos

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