Recensione: “OttO” (83500vol.3) di Michela Monti.

TRAMA

Melice Redding è convinta di aver già toccato ogni limite tollerabile con le proprie mani. Conosce il dolore della perdita, la paura della morte, la sofferenza del sangue versato. È capace di sopravvivere. Eppure, dal momento in cui riapre gli occhi in quel letto di ospedale, si ritrova ferma in un tempo che non riconosce come suo, e ogni passo diventa una sfida. La risalita è troppo lunga per riuscire ad affrontarla da sola. Le servono i suoi amici, sua figlia. Le serve Gabriel. Ma chi sono le persone che ha davanti? Cosa nascondono? Quanto può essere pesante la verità che sta inseguendo?

RECENSIONE

Ho terminato OttO, edito da Triskell, in un tempo brevissimo, mi è letteralmente scivolato sotto gli occhi.

La storia prosegue dal punto in cui si era interrotta nel secondo volume, con Mel al centro della narrazione e la sua invincibile lotta contro un destino che non ha scelto.

OttO è la conclusione della saga distopica-romance di Michela Monti, rispetto ai due titoli che l’hanno preceduto è quello che ho apprezzato di più. Sia per lo stile che per la sfumatura che ha preso la storia con l’introduzione di alcuni personaggi veramente molto belli. Certo, Gabriel (l’Edward Cullen cybrog) contino a non sopportarlo, ma sul finale lo menano e mi sono sentito soddisfatto.

Trattandosi del terzo volume di una saga non posso dirvi praticamente nulla sulla storia, rischierei di violare la santa regola del “niente spoiler”.

Posso però parlarvi delle sensazioni che mi ha dato.

Nonostante Michela sia un’amica, oltre che una donna di cui ho una paura inspiegabile, ho cercato di leggere i suoi testi con occhio critico e devo dire che sono ben scritti. Il ritmo è serrato, le frasi sono brevi e danno alla narrazione un taglio quasi marziale. Non si perde in descrittivi inutili e cerca di trascinare il lettore all’interno della storia.

OttO, rispetto ai due testi precedenti, mi ha mostrato una profonda crescita dell’autrice. Seppur la trama sia incentrata sui fatti e sugli intrecci mostrati nel primo volume, la storia prende una piega meno romance (non temete resta sempre il LoveLove di fondo). I personaggi mostrano gli artigli e si scrollano di dosso l’alone di ineluttabilità che si portavano dietro da 83500. Crescono com’è cresciuta l’autrice, sorridono e ringhiano senza farsi intimorire dalla voce grossa dell’uomo di potere del momento.

OttO è tra i tre il romanzo con l’atmosfera più distopica, quello in cui si percepisce maggiormente la sofferenza societaria e la divisione tra le classi sociali. La tecnologia passa in secondo piano quando possono fruirne solo pochi e la libertà diventa un guinzaglio per tenere a bada le masse.

Leggetelo e fatemi sapere se vi è piaciuto.

A presto

Delos

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