SLEEP DEALER: Lo smart working del futuro scorre sotto la pelle.

Anche senza il muro invocato da Trump, i rapporti tra Messico e Stati Uniti non sono mai stati molto distesi. In modo più o meno esplicito la super potenza a stelle e strisce ha sempre imposto il proprio Tallone di Ferro imperialista sugli scomodi vicini. In Sleep Dealer, film d’esordio di Alex Rivera, queste tensioni vengono trasposte in un futuro prossimo, non troppo inverosimile, che per alcuni elementi ricorda le pellicole del primo Cronenberg. Ma senza, purtroppo, raggiungere gli stessi livelli del maestro. E in effetti, nonostante i premi e i riconoscimenti vinti con questo film, Alex Rivera non è riuscito a spiccare il volo nei paillettati cieli hollywoodiani.

A volte, durante i turni lunghi, avevamo delle allucinazioni. Se prendevi una scarica di corrente ti ritrovavi cieco. Le fabbriche le chiamavamo Sleep Dealers, distributori di sonno, perché se lavoravi troppo collassavi. Ma a volte dimenticavo dov’ero. E rivedevo tutto. La mia casa. Il posto dove ero nato. A Santa Ana del Rio, Oaxaca, Messico…

Trama

Memo vive nella terrosa Santa Ana del Rio, accanto a quello che una volta era il fiume e che oggi è la diga costruita dagli statunitensi. L’acqua per irrigare i campi e per tutti gli altri bisogni è razionata e a pagamento. Il ragazzo sopporta mal volentieri la situazione e sogna di trasferirsi nelle grandi città a nord dove nelle fabbriche tecnologiche chiamate in gergo “sleep dealers” gli impiegati utilizzano strani innesti sottocutanei per collegarsi ai computer tramite cavi e controllare da remoto robot e droni che lavorano a centinaia di chilometri di distanza. Memo hackera il sistema e riesce a intercettare le comunicazioni di chi lavora all’interno degli sleep dealers e si immedesima nelle loro vite. Tutto procede bene finché un giorno ascolta la conversazione sbagliata e viene localizzato e etichettato come “terrorista dell’acqua”. Un drone da guerra guidato da remoto viene inviato prontamente sul posto, distrugge la sua casa e fa brutalmente fuori suo padre, scambiandolo per il pericoloso terrorista hacker ricercato. L’intera operazione è trasmessa in diretta sulle televisioni nazionali a mo di Reality Show ed è così che Memo, momentaneamente lontano, assiste al disastro senza fare in tempo a intervenire e a scongiurare il peggio. Distrutto dal lutto e bisognoso di denaro per la sua famiglia, il ragazzo si trasferisce a Tijuana, si fa impiantare gli innesti e inizia a lavorare come muratore dentro una fabbrica sleep dealer. Nel frattempo conosce anche l’affascinante Luz, aspirante scrittrice che, per arrotondare, vende i propri ricordi sull’apposita piattaforma TruNode, una sorta di ebay della memoria. Le memorie della ragazza che coinvolgono anche Memo hanno molto successo, soprattutto per un certo misterioso acquirente che nasconde la propria identità dietro un anonimo nickname. Forse, in fondo, l’incontro tra Memo e Luz non è stato veramente casuale…

Recensione

Sleep Dealer mette insieme diverse idee interessanti senza riuscire a costruire una trama altrettanto efficace e coinvolgente. Vuole essere senz’altro un film di denuncia e mostrare le contraddizioni dei rapporti Usa-Messico attraverso il filtro della fantascienza. Gli innesti, nella loro carnosità, ricordano quelli di eXistenZ, il film di Cronenberg del 1999. Molto suggestiva l’idea che in questo caso non ci si colleghi a un mondo virtuale ma a dei robot che svolgono lavori pesanti al posto degli umani. Non è una prospettiva così futuristica, in fondo. Così come non è del tutto futuristico il fatto che una tale tecnologia non venga affatto utilizzata per alleggerire il lavoro umano ma miri a sfruttare ancora di più il lavoratore. Memo, infatti, sente che i cavi lo stanno lentamente privando della sua energia vitale, e inizia a perdere gradualmente la vista. Non sono infrequenti neanche gli incidenti sul lavoro: spesso il sistema va in cortocircuito e brucia il cervello dello sfortunato di turno. Anche l’idea che i propri ricordi, scaricati sul computer sempre in virtù degli innesti, possano diventare merce di scambio come un vestito o un fumetto usato non è poi così peregrina. Tutti ottimi spunti, peccato che poi l’intreccio narrativo non racconti nulla di nuovo e sia già scontato il succedersi degli eventi e il prevedibile finale. Un gran peccato.

Ki Ba

Credits: Titolo originale: Sleep Dealer. Durata: 90 min. Anno: 2008. Regia: Alex Rivera. Produzione: Stati Uniti d’America, Messico.

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