Recensione: “ANNA: i bambini alla fine del mondo”.

Tra i tanti orribili scenari post apocalittici che è possibile immaginare uno dei peggiori (chi l’avrebbe mai detto) è quello di una catastrofe che lasci le redini di tutto in mano a dei bambini. Eh sì, perché senza la guida e i divieti di un adulto, senza freni inibitori e paletti morali, i teneri pargoletti possono diventare facilmente spietati aguzzini. Moderno Signore delle mosche, Anna è una miniserie televisiva diretta da Niccolò Ammaniti, autore anche dell’omonimo romanzo che ha ispirato la pellicola.

TRAMA:

All’improvviso si diffonde velocemente in tutto il mondo la Rossa, una nuova malattia che non lascia scampo agli adulti e risparmia i bambini. In poco tempo in Sicilia non rimane più nessuno che abbia più di 14 o 15 anni, l’età dello sviluppo. Sull’isola la tredicenne Anna bada al fratellino Astor seguendo le indicazioni che sua madre le ha previdentemente scritto su un quaderno prima di morire. Nonostante il tremendo lutto, grazie a queste indicazioni, la vita dei due fratelli trascorre serena finché un giorno la tribù dei Blu porta via Astor e Anna è costretta a lasciarsi tutto alle spalle per andarlo a cercare. Sulla sua strada incontra tipi umani di tutti i generi perché non c’è limite all’immaginazione di un bambino e alle regole assurde e distorte che può ideare. Ogni personaggio porta dentro di sé il ricordo del passaggio, traumatico, dalla normalità alla nuova realtà post apocalittica. Ognuno piange i propri morti (genitori, tutori, fratelli, amici) e celebra a suo modo la memoria della perdita con azioni, abitudini e rituali spesso totalmente sconclusionati. La fantasia, sostituita al buon senso, genera mostri. Eppure nel corso di questa singolare quest alla ricerca del fratellino, attraverso il variegato bestiario umano dei sopravvissuti, la determinatissima Anna sarà in grado di intravedere una possibile via d’uscita dal caos.

RECENSIONE:

Nonostante i ritmi lenti, la serie riesce a trasmettere con efficacia l’angoscia di una società disgregata, abbandonata alla follia e ai deliri di bambini fuori controllo. La linearità e scarsa complessità della trama vengono compensate da personaggi estremamente suggestivi (come Angelica, la capofila dei Blu, o la Picciridduna). Anche l’ambientazione sicula aggiunge un non so che di unico. In fondo, non per forza abbiamo bisogno di incredibili effetti speciali per provare il senso di abbandono di un mondo allo sbando. A volte basta la grigia distesa di cenere sulla cima dell’Etna.

Ki Ba

Credits: Titolo originale: Anna. Paese di produzione: Italia. Durata: 6 puntate, 325 min. totali. Anno: 2021. Regia: Niccolò Ammaniti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *