Recensione: “Finzione infinita” di S. Valpreda.

TRAMA:

In un futuro distopico l’umanità vive in perenne crisi economica a causa di una fantomatica minaccia aliena. La difesa della Terra è in mano a due eserciti privati che si contendono gli sponsor pubblicitari e l’audience televisiva. Unici a rubare alla scena bellica l’interesse del pubblico sui teleschermi sembrano essere i programmi di cucina, in grado di fermare il mondo quando va in onda la finale che decreta il nuovo amatissimo tele-cuoco. Alexander è un figlio perfetto del suo tempo. Ex soldato in congedo, sessista, alcoolista. Vive truffando i suoi ex commilitoni con la scusa di una malattia quasi incurabile. Uno scarto umano che passa il tempo libero, come tutti, a guardare immagini pornografiche disegnate e altamente realistiche di provocanti ragazze in una società dove le fotografie femminili sono invece bandite.

RECENSIONE:

Ambientato nello stesso futuro di “La minaccia del cambiamento” questo romanzo trascina il lettore in una storia angosciante e di profonda solitudine.

L’umanità è impegnata in una guerra infinita contro un nemico alieno che nessuno ha mai visto. Le forze militari sono privatizzate e vanno in battaglia con gli sponsor sulle divise, la povertà ha reso un terzo del mondo indigente e i rapporti tra sessi sono diventati impossibili a causa delle leggi sulla privacy. Cercare di conoscere qualcuno, di attaccare bottone solo per non sentirsi soli è un atteggiamento al limite della denuncia.

In questa società fredda si muove Alexander, un ex soldato che vive truffando altri reduci come lui. Un uomo che ha fatto della finzione la sua unica fonte di vita, che spende il suo tempo bevendo e cercando nei porno una consolazione alla sua condizione.

Silvio Valpreda riesce a stupirmi con un testo che chiude il cerchio dell’estremizzazione del nostro presente. Attraverso una narrazione avvolgente racconta uno spaccato di vita come se lo conoscesse realmente, come se fosse seduto davanti a me a parlarmi di ciò che ha visto. Senza mai cadere nella pontificazione, o scivolare in fastidiosi toni d’accusa, riesce a far emergere il peggio di una società in cui gli esseri umani si trascinano senza speranze.

Il degrado cammina accanto alla solitudine, il silenzio va a braccetto con la povertà e le bugie regnano sopra l’anonimato.

Leggetelo, credo che non ne rimarrete delusi.

A presto.

Delos

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