Recensione: “Ombre dal futuro” di A. Maiucchi.

TRAMA:

2031. Il passato di Anselmo Pagani è fatto di ombre, dolori e quesiti insoluti. Il suo presente, in una Roma straziata dall’imperversare di bande criminali, è un amaro susseguirsi di indagini pericolose. Una loggia segreta, tramite il progetto Nuova Italia, tenta di riportare il paese all’antico splendore dell’Impero Romano, potenziato da una tecnologia sempre più forte e pervasiva. La futura società italiana assume tinte distopiche in “Ombre dal futuro”, un romanzo che riesce a proiettarci in un domani inquieto e turbolento, ma al tempo stesso vivido e credibile. Il potere e l’innovazione costituiscono un binomio che, tramite l’estro dell’autore, dà vita a un intreccio di conflitti e colpi di scena.

RECENSIONE:


Il romanzo di Alessandro Maiucchi “Ombre dal futuro” edito da Porto Seguro colpisce immediatamente per la straordinaria capacità di intricare generi diversi: il giallo, la distopia, il romanzo popolare. Ambientato nel 2031 vede all’opera una specie di Grande Fratello, il Progetto Imago, un social o una piattaforma di sondaggi a ciclo continuo attraverso la quale ogni azienda può sapere in tempo reale gusti e preferenze del pubblico. Ma anche una loggia segreta che tenta di riportare il paese alle sue antiche tradizioni imperiali.


Il romanzo è ambientato nella Roma del futuro, una città ben salda nelle sue radici più antiche, dove imperversa una malavita rozza e inquietante. Ma il futuro vi appare come una evoluzione perversa del nostro presente, dove tecnologia, malavita e politica si intrecciano per disegnare il profilo di una società svuotata di valori, dominata dalla crudeltà e avara di valori morali.


Ma forse la cosa migliore a questo punto è ascoltare le parole stesse dell’autore. Quello che vi leggo è un breve estratto dal primo capitolo dell’opera.

STEFANO ZAMPIERI

Dal capitolo 1 di Ombre dal futuro

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