Diego Tonini – Niente di umano all’orizzonte

Buongiorno!

Ma quanto siamo in fermento per questa prima edizione del Dystopian Day?

Un sacco!

E allora vediamo chi altri ci sarà 😉

Diego Tonini, autore di “Niente di umano all’orizzonte“, edito da Scatole Parlanti, sarà con noi il 21 Marzo alla Libreria Il covo della Ladra, a Milano!

Diego Tonini è nato nel 1978. Nel 2016 ha pubblicato il suo primo romanzo, l’hard boiled surreale Nella botte piccola ci sta il vino cattivo (Nativi Digitali Edizioni), seguito dal fantasy ironico Storie di Okkervill (Gainsworth Publishing). È, fondatore assieme a Lorenzo Sartori, Ilaria Pasqua e Mario Pacchiarotti, del Sad Dog Project, un collettivo di scrittori per il quale ha pubblicato i due racconti thriller/horror Murder, She Baked e Trattamento di fine rapporto e la raccolta Non chiamatemi Vincent.

Il suo ultimo lavoro è la raccolta di racconti distopici “Niente di umano all’orizzonte,” uscita per Scatole Parlanti nel 2019.

TRAMA:

“Niente di umano all’orizzonte” è una raccolta di racconti che descrivono un futuro prossimo, oramai palpabile, in cui la tecnologia gioca un ruolo sempre più importante. Attraverso un’intelligente ironia condita con delle sfumature fantascientifiche, nelle narrazioni si trattano temi attuali; dalla pervasività dei social network in ogni aspetto della vita quotidiana ai tanti misteri che accompagnano il ruolo dell’informatica nella geopolitica. I protagonisti sono molteplici, alle prese con una realtà disorientante: un figlio si ostina a voler mantenere in vita l’anziano padre (“Andiamo a casa”) mentre il candidato per un posto di lavoro decide di indagare per risolvere il caso di un omicidio al quale ha assistito durante un colloquio via Skype (“Il colloquio”). In ogni caso il confine tra umanità e alienazione è sempre più labile, al cospetto di un mondo evolutosi rapidamente e in maniera quasi incontrollata.

E adesso, prima di salutarvi, vi lasciamo con un breve estratto per stuzzicare un po’ il vostro appetito letterario 😉

La notizia, trapelata da un’anonima fonte governativa e ripresa da tutti i quotidiani continentali, che la Russia avrebbe bloccato le forniture invernali di gas all’Europa, fece crollare i titoli energetici e portò con sé le borse del vecchio continente.

Il tweet del presidente Trump, che annunciava il blocco delle importazioni di prodotti tecnologici cinesi a favore di quelli made in Taiwan, provocò l’immediata reazione di Pechino che schierò le sue navi da guerra nello stretto, obbligando gli Stati Uniti a reagire mobilitando la Settima Flotta.

Il documento, diffuso da Wikileaks, sui brogli nel referendum per la Brexit, causò una crisi di governo e l’annuncio di numerosi Paesi del Commonwealth di volersi affrancare da Sua Maestà Britannica.

Il comunicato dell’FBI sull’arresto di Mark Zuckerberg per cospirazione fece precipitare Facebook in borsa, portando con sé tutto il NASDAQ.

Le foto satellitari di movimenti di truppe indiane verso il confine col Pakistan gettarono la regione nel panico e suscitarono la reazione di tutto il mondo arabo.

I proclami del governo italiano sulla volontà di rinazionalizzare comunicazioni e trasporti fece crollare l’economia del Paese, ma non ebbero alcuna influenza oltre i confini nazionali.

Nessuno di questi fatti era reale.

Alla fine del 2019, il mondo era attraversato da una serie di crisi internazionali interconnesse innescate dalla sistematica diffusione sulla rete di fake news, riprese dai mezzi di comunicazione tradizionali e diventate poi, a tutti gli effetti, vere. Il precipitare della situazione politica ed economica internazionale era sfociato in conflitti diffusi, fomentati in maniera più o meno velata da Russia, Stati Uniti o da quel che restava dell’Europa, che in questo modo cercavano di deviare l’attenzione dell’opinione pubblica dai problemi interni.

Ma tutto questo per Lucas Davenport era un problema marginale, impegnato com’era nel trovare i soldi per pagare l’affitto.

Un bacio dalla vostra Distopica

Liliana Marchesi

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