Recensione : “New York 1920-il primo attentato a Wall Street” di L. Costantini e L. Falcone

Ciao a tutti i nostri affezionati followers distopici!

Come state?

Noi sempre operativi per occupare il vostro, ahimè, forzato e inesauribile tempo libero con, sempre nuove proposte e articoli! Oggi ho il piacere di presentarvi la recensione di questo romanzo, veramente interessante. Si tratta di “New York 1920- il primo attentato a Wall Street”. Una lettura che, apparentemente non presenta, nel titolo, nulla di distopico, ma che, dopo un’ attenta lettura, ci riporta a alcune tematiche comuni con la distopia. Ora vi andrò a illustrare perché. Intanto vi lascio la sinosssi:

Perché l’ evento più drammatico nella storia degli Stati Uniti viene liquidato con queste parole da un vecchio che ha attraversato un oceano, due secoli e due guerre mondiali? Perché Eugenio Pepe, nato a Napoli, classe 1894, ha già visto colonne di fumo oscurare il cielo terso di una mattinata di settembre a Manhattan. Ha già visto il centro stesso dell’ economia mondiale ridotto in cenere, macerie e corpi strazianti. Ed è sopravvissuto. Ottantuno anni dopo il primo “ground zero”, Eugenio è ancora lì a dimostrazione di come il destino possa giocare con gli esseri umani, intrecciando grandi tragedie e storie private in un groviglio nel quale è quasi impossibile distinguere dove finisce il male assoluto di un atto terroristico e dove comincia il bene di chi sopravvive. Ma è difficile spiegarlo a Sidney, trentenne cresciuto all’ ombra delle Twin Towers, lontano dalla guerra e da quell’ America che solo dal ponte di una delle “navi di Lazzaro” appariva come terra promessa. E che superata la barriera di Ellis Island, significava invece sudore, lacrime e sangue per chi, come Eugenio e sua sorella Cecilia, pensava di essere in debito con la vita. Per questo, mentre ancora si depositano le nubi che hanno avvolto pietose le Torri Gemelle, Eugenio prende per mano quell’ignaro pronipote e per Sidney il breve tragitto fino all’ angolo tra Wall e Broad Street si trasforma in un viaggio nella New York del 1920. Quella del proibizionismo, degli speakeasy e della guerra tra bande. Così diversa, eppure così uguale alla Grande Mela di oggi.

11 Settembre 2001. New York. Il World Trade Center è avvolto da una fitta nebbia di polvere. Le Torri Gemelle sono crollate dopo essere state colpite da due aerei dirottati da due attentatori islamici. Sidney Charmichael è a pochi isolati di distanza e il suo primo pensiero è rivolto a Eugenio “Gene” Pepe, il fratello della sua bisnonna. In ben che non si dica abbandona il posto di lavoro per accertarsi che stia bene. Giunto nei pressi dell’ abitazione dell’ anziano parente lo trova intento a compiere il consueto giretto mattutino. Sidney arriva trafelato e Gene, vedendolo decisamente sconvolto gli chiede la motivazione. Il ragazzo gli rivela ciò che è accaduto. Gene, non sembra particolarmente colpito, come il resto della popolazione, perché ciò che è accaduto ha già investito New York nel lontano 1920, quando un gruppo di anarchici italiani, posizionando un carretto trainato da un cavallo distrugge, grazie a un carico di esplosivo parte di Wall Street, causando un discreto numero di morti e feriti. La tragedia che si è consumata, per diversi aspetti, sembra ricalcare quella che è in corso. Da questo evento drammatico inizia il racconto di Eugenio. Una storia che si apre nei sobborghi di Napoli dove la fame, la miseria e la violenza sono all’ ordine del giorno e in cui due fratelli decidono di cambiare il loro destino compiendo un viaggio che li condurrà a New York. Qui per gli immigrati la vita non è semplice, la maggior parte vive in condizioni disagiate e di forte discriminazione che, spesso, li porta sulla strada della criminalità e della prostituzione. Eugenio e Cecilia sono fortunati, durante la traversata incontrano un marinaio americano, Sidney Charmichael che li aiuta ad ambientarsi e un’occupazione : Cecilia come sigarettaia presso il Fire Drop, uno dei locali più rinomati di New York e Eugenio nel porto. I due ragazzi nonostante il forte razzismo che regna nella città riescono a farsi strada grazie alle poche nozioni in loro possesso (leggere e scrivere) che li distinguono dagli altri immigrati e al loro spirito di adattamento. Sullo sfondo della New York degli anni 20 le loro vite si intrecceranno attraverso grandi passioni, sparatorie, lotte tra bande, risse per finire con l’ attentato a Wall Street nel quale verranno coinvolti.

Valentina Meana

One Reply to “Recensione : “New York 1920-il primo attentato a Wall Street” di L. Costantini e L. Falcone”

  1. Cinque stelline sono poche per questo travolgente romanzo 🌞🌞🌞🌞🌞L’ho amato, lo amo e lo amerò sempre!

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