Recensione: “Il blu delle rose” di Tony Laudadio.

Buongiornissimo affezionata ciurma di distopici!

Come prosegue la vostra esistenza?

E a proposito di esistenza, etica e scienza, noi di “Leggere distopico” abbiamo avuto il piacere di leggere per voi questo romanzo. Si tratta de “Il blu delle rose” scritto dall’attore/ autore, Tony Laudadio. Un libro che mi ha colpita e mi è piaciuto dalla prima all’ ultima pagina. Ecco la TRAMA:

In un mondo non troppo diverso dal nostro, dominato dalla tecnologia e da un clima imprevedibile, la scienza ha finalmente stabilito che criminali si nasce: il gene C, responsabile della violenza nei comportamenti, è stato individuato e grazie al controllo delle nascite imposto dalla legge, la società è ormai pacificata. La scienziata Elisabetta Russo, che ha contribuito alla rivoluzionaria scoperta, non nutre dubbi sulle pratiche di selezione genetica del governo, nonostante le proteste degli oppositori. A venticinque anni dall’entrata in vigore della legge Genesi, però, una serie di eventi drammatici scuote le sue certezze mettendo in pericolo la sua stessa vita. Ed è soltanto grazie alla premura di Nghele e all’amore del giovane Lionel che Elisabetta trova il coraggio di ribellarsi alle regole e ai limiti che lei stessa si è imposta. Dopo Preludio a un bacio, Tony Laudadio torna con una favola distopica che, immaginando un futuro vicino nel tempo, si interroga sul nostro presente in cerca della perfezione a ogni costo. E ci insegna che le scelte di libertà e amore sono le uniche capaci di vincere la paura e segnare la strada che porta alla felicità. Per chi sogna un futuro in cui le auto si guidano da sole, per chi ha riletto una poesia di Montale di cui ricordava solo pochi versi, per chi ascolta il tintinnio di un acchiappasogni in veranda, e per il mistero della rosa blu, che obbedisce all’artificio della bellezza, ma conserva in sé la ribellione della natura.

                                                   RECENSIONE:

Italia, anno 2047. La popolazione, in seguito ai progressi ottenuti sia in ambito scientifico che in quello tecnologico, è profondamente cambiata, complici anche le pandemie che l’hanno colpita. Gli esseri umani si evitano, privilegiando altre forme di coinvolgimento  psico- sociale. Le attività all’aria aperta sono limitate a causa  dei profondi cambiamenti climatici che imperversano sulla Terra. I piccoli paesi, sono ormai abbandonati, privilegiando quartieri dai grattacieli ipertecnologici. In questa realtà anche la procreazione diventa un atto da controllare e non più naturale. A tal proposito, entra in gioco un’ eccezionale scoperta intrapresa da un gruppo di ricercatori, quella del GENE C. Quest’ultimo sarebbe implicato nello sviluppo da parte dell’individuo di tendenze criminali. Tutto ciò porta il Governo a selezionare la popolazione sin dal concepimento, azzerando, di fatto, gli atti illeciti. Elisabetta Russo è la più giovane ricercatrice del team e la persona più motivata nel divulgare l’importanza  di questa ricerca, sino a quando un incontro con una persona speciale le farà rivalutare completamente le sue convinzioni.

Il romanzo mi è piaciuto molto. L’ho trovato, originale e molto vicino al prossimo futuro. Lo stile dell’autore è fluido e scorrevole. i capitoli  sono brevi e consentono al lettore di concludere il romanzo in breve tempo. I temi trattati sono attuali e fanno riflettere, spaziando su molti aspetti anche di ordine etico. I personaggi sono ben sviluppati e inseriti nel contesto narrativo. Molto accurate anche le descrizioni ambientali e situazionali che facilitano l’immedesimazione nella storia da parte del lettore. Encomiabile, è il lavoro di ricerca, sicuramente effettuato dall’autore, sia dal punto di vista etico che scientifico. Un romanzo che mi ha profondamente colpita e affascinata dalla prima all’ultima pagina e che vi consiglio caldamente di leggere in quanto al suo interno sono affrontate molte tematiche interessanti.

Valentina Meana

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