Recensione: “Il Viandante” di Roberto Piccinini

Buongiorno Amici della Distopia.

Ho da poco ultimato la lettura del romanzo “Il Viandante” di Roberto Piccinini, edito da Edikit Edizioni, e a caldo posso dire di aver apprezzato alcuni elementi di questo libro, ma che al tempo stesso vi ho trovato diverse pecche.
Non mi addentro nello specifico di refusi o editing frettoloso, mi limito a dire che l’ho trovato asciutto di emotività.
Una trama interessante, così come l’ambientazione post apocalittica, ma povera di sentimento, che ho trovato appena accennato. Questa mancanza che ho percepito, ha reso i personaggi superficiali ai miei occhi.
Notevole invece l’accuratezza con cui l’autore ha descritto scene di combattimento, corpi mutilati e le prove di sopravvivenza con cui hanno dovuto fare i conti i protagonisti. In definitiva, una lettura interessante, ma che mi ha lasciato insoddisfatta.

Un bacio dalla vostra Liliana Marchesi

TRAMA:

Sono passati trentuno anni da quando un virus, di origine sconosciuta, trasformò parte dell’umanità in zombie affamati di carne umana.
Per evitare il contagio, uomini, donne e intere famiglie abbandonarono le città in preda al panico, cercando rifugio nelle campagne.
La mancanza di cibo, i duri inverni, le epidemie, la mancanza di medicine e il morbo, che annualmente si ripresentava, fecero sì che la popolazione mondiale fosse ulteriormente ridotta in maniera drastica.
Dopo anni di isolamento la gente capì che, se voleva avere una possibilità di ricominciare, doveva tornare a formare delle comunità, dando vita a una nuova rinascita.

In un’Italia post apocalittica, Roberto inizierà un viaggio che lo porterà dall’Umbria in Toscana. Un viaggio avventuroso e denso di pericoli.

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