Recensione: “Capitalpunk” di Lorenzo Davia.

Salve gente distopica! Pronti per una nuova avventura? Partiamo subito con uno schiaffo al capitalismo. Via con la trama.

In un mondo dove il Capitalismo è l’unica religione, la risorsa postumana Captain Capitalism si batte per il trionfo del Libero Mercato.
Ma tra gli Esuberi e i disoccupati sorge una nuova minaccia: Democrazy, che conosce i più oscuri segreti dell’economia mondiale.
L’elemento destabilizzante dà l’avvio a una carrellata di eventi, personaggi e supereroi che immergono la storia in un immaginario pop capitalistico a tratti delirante e spassoso.

Lorenzo Davia ha trovato una ricetta per destrutturare il nostro modo di vivere, il mondo governato dal capitale, le sue regole, i suoi assunti, le sue disumanizzazioni e i risvolti più deliranti che ci sembrano la normalità: lo ha fatto per mezzo dell’ironia, con le salaci immagini dei rapporti umani retti dal Libero Mercato e la vertigine di quello che può essere la società del futuro dove il capitale getta le sue fondamenta.

Ma cosa sono queste risorse postumane? Ecco, pare che ogni azienda che si rispetti abbia una risorsa dai superpoteri che combatte nel nome del Capitalismo e del Libero Mercato. E per cosa combattono, visto che il mondo è già saturo di capitale? Be’, combattono la concorrenza e per le gare di appalto, se ho capito bene.

In effetti, è proprio così che si apre il romanzo: con una gara di appalto. Capitan Capitalism, di cui avete letto nella trama, è la risorsa postumana della Banca Solare e si ritrova a combattere contro le altre risorse per vincere la gara. Grazie a questo capitolo iniziale, nella mia testa la storia si è svolta come un film d’animazione, dove i personaggi fanno cose fighe per i bambini, la critica al capitalismo tra le righe per gli adulti che altrimenti si sarebbero annoiati nella sala.

Visto lo stile di scrittura che mi ha portato a pensare a questo, devo ammettere che non mi aspettavo grandi cose dal romanzo.

I personaggi non mi avevano soddisfatto: ogni risorsa ha le sue caratteristiche fisiche, i suoi poteri, ma sono veramente tante e il lettore rischia di confondersi, soprattutto nella fase iniziale del romanzo.

Poi la svolta nella trama, svolta che non sto qui a dirvi, altrimenti farei uno spoiler colossale. Vi basti sapere che i poteri di Capitan Capitalism sono in qualche modo giustificati, grazie anche ai flashback che ci mostrano il luogo dal quale il capitano viene.

Dopo questa svolta, lo stile di scrittura sembra migliorare e, soprattutto, le risorse protagoniste acquistano anche un po’ di carattere.

Il messaggio invece è ovvio, vi basti rileggere la descrizione sopra: una forte critica al capitalismo.

Una lettura non noiosa, alla fine, piacevole in molti punti, attraente in altri.

Alex

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