Fantascienza italiana: libri e autori degli anni duemila

Se sei un appassionato di libri di fantascienza ma conosci poco o nulla della fantascienza italiana, non ti preoccupare, sei nel posto giusto. E sei in buona compagnia visto che molti, anche tra i forti lettori, non hanno poi così chiaro quanto sia vasto e di qualità il panorama di proposte anche tra gli scrittori nostrani.

La fantascienza italiana: una premessa

In realtà gli autori di fantascienza italiani negli anni duemila, sono sempre molto ben presenti tra le nuove uscite del genere, e lo sono sempre di più in questi ultimi tempi, quando oltre a un ritrovato entusiasmo che ha portato diverse case editrici a puntare nuovamente forte sul “made in italy” (compresi marchi storici come quello di Urania), c’è stata anche l’esplosione delle pubblicazioni in “self” che hanno ampliato ulteriormente la possibilità di scelta.

Di contro, forse proprio questo quadro troppo vasto e pieno di proposte è diventato un terreno complicato su cui muoversi per chi si vuole avvicinare alle letture di fantascienza italiana, oltre a dare magari la percezione di una qualità non eccelsa, visto che a differenza delle proposte straniere (comunque già “filtrate” in entrata dalle case editrici che le traducono), abbiamo sotto gli occhi tutto il campo di nuove uscite, spesso senza alcun riferimento.

Ci sono poi altri due fattori da tenere in considerazione: l’impossibilità di leggere tutto ciò che esce e l’ambiente spesso autoreferenziale della fantascienza italiana. Il primo punto è di facile discussione, visto che escono decine di libri ogni mese, è praticamente impossibile leggerli tutti per poter dare una valutazione complessiva reale. Motivo per cui, siamo portati a seguire i consigli di amici, di qualche gruppo social, di qualche blogger o naturalmente sulla fiducia di autori e case editrici che già conosciamo.

E qua veniamo al secondo punto, poichè in un ambiente tipicamente ristretto dove è facile conoscersi tutti tra addetti ai lavori e autori, diventa ancora più complicato discernere un giudizio puramente “critico” da uno in qualche modo condizionato dai fattori di cui sopra. Che poi è il motivo per cui solitamente è più facile leggere recensioni estremamente positive che non il contrario. Parimenti, anche solo per scrivere questo articolo mi sono dovuto prendere forza e animarmi di coraggio, perchè immancabilmente esprimere “preferenze” (così come “critiche” o altro), diventa più argomento per fomentare polemiche che non spunto per proporre qualche lettura interessante.

Anche per questo gli autori e i libri che voglio presentarvi oggi e che spero servano giusto per avere un quadro generale (o quanto meno una bibliografia essenziale per chi si vuole avvicinare alle produzioni italiane degli anni duemila), sono in pratica anche quelli che nel corso di questo ventennio hanno già conquistato un posto di rilievo nel panorama fantascientifico. Vuoi per i premi vinti con le loro opere (non che sia assoluto nemmeno questo come criterio, ma almeno significa che buona parte del pubblico li ha apprezzati), vuoi per il significato che sono riusciti ad avere all’interno del panorama italiano.

Non è una graduatoria o un giudizio assoluto, alcuni non nominati probabilmente avrebbero parimenti merito per essere inseriti (altri forse per gusti diversi dovrebbero starne fuori), ma uno spunto minimo appunto, da cui partire per conoscere il vasto mondo della fantascienza italiana degli anni duemila.

Fantascienza italiana: i libri della prima decade

1. Il castello di Eymerich di Valerio Evangelisti (2001 – Mondadori) 

Questo è solo l’ottavo capitolo della saga di Eymerich creata dallo scrittore bolognese e che vanta al momento 14 volumi più una serie di extra e altre storie collegate. Quindi non c’è un modo diverso per dirvelo: dovete leggerli tutti, a partire da quel “Nicolas Eymerich, Inquisitore” che nel 1994 gli regalò il Premio Urania.  Evangeliste del resto è un “must” davvero imperdibile per chiunque voglia avvicinarsi al genere tramite gli autori italiani.

1369. L’inquisitore Eymerich deve affrontare un nemico insidioso quanto insolito: lo sterminato e inquietante castello di Montiel, nel quale è asserragliato il re di Castiglia, Pietro il Crudele, in lotta contro il fratellastro. Ma un avversario ancora più temibile attende al varco l’inquisitore dalla gelida intelligenza: un sentimento delicato e terribile, l’amore, inconfessabile e inconfessato, per una donna. Eymerich si troverà così coinvolto in una partita epocale tra due diverse concezioni della magia, in cui dovrà essere suo malgrado pedina decisiva.

2. Lungo i vicoli del tempo di Lanfranco Fabriani (2002 – Mondadori)

fantascienza italiana anni duemila

Con questo romanzo Lanfranco Fabriani si è aggiudicato il Premio Urania nel 2001, bissando poi la vittoria anche nel 2005 con il seguito “Nelle nebbie del tempo”. Entrambi i romanzi sono stati poi recentemente ripubblicati per Delos Digital in una nuova edizione.

La vita di un agente segreto temporale non è facile. Viaggiare tra i secoli, vivere sotto copertura in epoche diverse dalla propria, non poter godere delle minime comodità a cui si è abituati, dalla luce elettrica ai semplici servizi igienici. In più occorre tenere d’occhio gli agenti nemici, sempre pronti a cercare di mandare a monte un matrimonio, bloccare un accordo, anche uccidere qualcuno per scatenare una concatenazione di eventi che modifichi la storia e favorisca il loro paese nel futuro. Ma se il servizio segreto in questione è l’UCCI, cioè l’Ufficio Centrale Cronotemporale Italiano, questi problemi sono il meno. Perché ci sono da affrontare le lotte intestine per la carriera, i superiori poco comprensivi, i colleghi corrotti o semplicemente svogliati. E allora la classica “lotta contro il tempo” diventa solo un pezzo su una scacchiera molto più complessa.

3. Nessuna giustificazione di Enrica Zunic (2002 – Solid)

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Una delle figure femminili più interessanti di inizio anni duemila nel panorama fantascientifico, Entrica Zunic ha vinto con questo libro il Premio Italia nel 2003, mettendo in scena nei suoi racconti tematiche molto forti e profonde legate ai diritti umani ed emergenze umanitarie.

Un romanzo breve di fantascienza “coloniale” e cinque racconti scanditi da riflessioni in prefazioni, postfazioni, quattro interviste e un’appendice. Tutte pagine sulla tortura, sulle menzogne che la nascondono e sulle sue mai cancellabili conseguenze. Perché davvero non vi è “nessuna giustificazione” per certe azioni degli uomini. Una storia di una guerra si dipana fra i racconti quasi come in un unico romanzo. E alla fine, proprio al termine dell’ultima postfazione, ci sono due coordinate bancarie per poter partecipare, se si vuole, aiutando chi cura le vittime in un centro medico in Turchia. Perché è meglio fare subito qualcosa per qualcuno che non fare nulla.

4. Clipart di Elisabetta Vernier (2003 – Solid)

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Anche Elisabetta Vernier si è portata a casa il Premio Italia (nel 2004) per questa sua opera di carattere cyberpunk/manga. Il libro è stato poi proposto in diverse edizioni fino alla più recente del2018 edita per Delos Digital.

Qual è il terribile segreto celato nella clip video che minaccia di distruggere la reputazione di David Xander, il più ammirato uomo d’affari della City, bello come una rockstar e ricco come pochi al mondo? Deve scoprirlo Alexandra Hill, la sua guardia del corpo personale, in una caccia senza tregua attraverso la Periferia e le Wastelands sulle tracce di un misterioso ricattatore. Un romanzo d’azione serrata e dal ritmo cinematografico che propone le atmosfere tecnologiche della fantascienza cyberpunk narrate con un linguaggio che ricorda molto da vicino i manga delle ultime generazioni.

5. Oltre il pianeta del vento di Paolo Aresi (2004 – Mondadori)

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Già dagli anni novata Paolo Aresi si era fatto notare con alcune sue opere molto interessanti, da “Oberon. L’avamposto tra i ghiacci” a “I giorno della Sfida” (entrambe editi da Nord). Poi nel 2004 arriva anche la consacrazione con la vittoria del Premio Urania con questo “Oltre il pianeta del vento”, uscito per Mondadori e poi con Delos Digital nel 2016.

Da Marte alle stelle: è questa la missione dell’astronave Leonardo da Vinci. Pianeta dopo pianeta, meraviglie e misteri si compongono fino a svelare una realtà superiore: dal mondo desolato sul quale venti violentissimi hanno modellato le rocce in guglie e pinnacoli da incubo, al pianeta Acqua dove vengono ritrovati dei manufatti che sembrano volere spingere gli esploratori a continuare il cammino indirizzandoli verso altri corpi celesti, ad Ambra, pianeta sulla cui superficie si erge una sconcertante costruzione: una ciclopica scalinata di marmo larga settecento metri, lunga tredici chilometri e alta nove. Un invito all’ascensione che, tuttavia, a causa di campi di forza messi a protezione dell’edificio, non può essere intrapresa che a piedi.

6. Il dono di Svet di Donato Altomare (2008 – Mondadori)

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Altro autore imprescindibile della prima decade del duemila, è Donato Altomare. Due addirittura i Premi Urania portati a casa: il primo con Mater Maxima nel 2001, bissato poi nel 2008 con “Il dono di Svet” (entrambi usciti per Urania). Ma negli stessi anni ha pubblicato anche altre opere molto interessanti come “Il fuoco e il silenzio” (Perseo), “L’albero delle conchiglie” (Tabula Fati” e “Vladimir Mei. Libero Agente” (Edizioni della Vigna). Si è anche portato a casa per sette volte il Premio Italia, spaziando tra romanzi e racconti (non ultima la sua raccolta “E la padella disse…” di spezzoni umoristici (Delos Digital).

La caotica New York è sotto il tallone di una doppia dominazione. Ai livelli più alti regnano gli impenetrabili governanti asiatici, nell’amministrazione i discendenti dei vincitori russi. Svet è una russa che lavora nella polizia, e quando si trova di fronte alla morte violenta sa riconoscere un affare sospetto. Ma il continuum è grande e forse non tutte le New York dell’universo sono così impenetrabili. Svet, che può spostarsi nelle linee di probabilità del tempo, capisce che per risolvere il nuovo caso bisogna indagare Altrove. Comincia la sua prima avventura fra i mondi del possibile…

7. Rupes Recta di Cleria Farris (2005 – Delos)

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Clelia Farris si è particolarmente distinta in questa prima decade del duemila con diverse opere che hanno fatto incetta di premi e critiche positive. Nel 2004 il suo esordio fantascientifico con questo “Rupes Recta” (, poi nel 2009 è la volta di “Nessun uomo è mio fratello” con cui vinse il Premio Odissea e l’anno seguente con “La pesatura dell’anima” si portò a casa invece il Premio Kipple.

Mikhail Stefanovic Beltrami è un Ricordante: la sua mente è in grado di assimilare ricordi con una precisione superiore a quella dei computer. È nato sulla Luna, dove si è sviluppata una progenie umana algida e distaccata dalle cose terrene. In questo scenario si muove un killer che uccide le sue vittime lasciandole a morire dissanguate appese a testa in giù. Per l’esercito Mikhail è il colpevole ideale: militante di «Luna Libera», solitario, pacifista e omosessuale. Viene arrestato e accusato degli omicidi, ma l’assassino della mezzaluna colpisce ancora: e per Mikhail la caccia si fa serrata, perché il destino di sua figlia e della Luna e l’equilibrio politico del Sistema Solare sono nelle mani del killer. Solo un Ricordante può riuscire a fermarlo. Un giallo intrigante, un romanzo di fantascienza solido e ben costruito, una scrittura limpida e affascinante, dei personaggi indimenticabili. Rupes Recta è tutto questo e molto di più.

8. Stella cadente di Alberto Costantini (2006 – Mondadori) 

Stella cadente by Alberto Costantini

Vincitore del Premio Urania 2005, Alberto Costantini si è poi fatto conoscere anche per alcuni romanzi molto interessanti dedicati alla ucronia e a contesti storici fantascientifici come “La principessa Bizantina” (Delos) o “Le astronavi di Cesare” (Gilgamesh).

Fin dal Medioevo un’oscura minaccia grava sulla palude: secondo le dicerie “qualcosa” è caduto dal cielo nelle acque nere. Il compito di fare luce sul mistero è affidato a quattro uomini. Di fronte a un fatto inspiegabile è sempre possibile negare l’evidenza o rifugiarsi nella superstizione, ma per reagire a ciò che viene da un inimmaginabile “altro spazio” occorrono astuzia e coraggio. Così, anche se la verità scuote le loro più radicate convinzioni, i quattro non cedono e comincia la lotta fra il Visitatore e i visitati… Un duello lungo sette secoli per impadronirsi dell’antico segreto e di un’ultima, disperata arma.

9. Sezione Pi Quadro di Giovanni de Matteo (2007 – Mondadori)

fantascienza italiana anni duemila

Con questo romanzo (in origine titolato “Post Mortem”) Giovanni de Matteo ha vinto il Premio Urania nel 2007, proprio nel periodo in cui insieme ad altri autori di fantascienza, fondava una nuova corrente chiamata “Connettivismo”. Dopo questo suo primo romanzo (anche se in precedenza aveva già pubblicato diversi racconti), ne seguirono altri editi quasi sempre da Delos Digital (vedi “Terminal Shock”, “Corpi Spenti” o “Karma City Blues”).

“Questa è una storia raccolta dalle voci dei morti, in presa diretta dalla Singolarità…” Siamo a metà del XXI secolo, la curva dello sviluppo tecnologico è schizzata verso l’alto, come impazzita. Una cosa è certa, il mondo è sull’orlo di un abisso. In una metropoli italiana che stentiamo a riconoscere, violenza e omicidi hanno raggiunto proporzioni inimmaginabili. Per questo esistono uomini come Vincenzo Briganti, investigatore hard-boiled stile classico, con più di un macigno sulla coscienza. E per questo i casi più atroci li affidano a lui, in modo che interroghi i morti. Solo alle vittime puoi strappare il segreto di chi li ha annientate, solo assumendo il Blue-K puoi farlo. Ma non è un gioco per tutti: per giocarlo devi essere necromante della Sezione Investigativa Speciale di Polizia Psicografica Pi-Quadro.

10. Infect@ di Dario Tonani (2007 – Mondadori) 

Se è vero che Dario Tonani è un autore già conosciuto anche prima degli anni duemila, di sicuro una tappa importante è stata la sua partecipazione in finale al Premio Urania con questo “Infect@”, risultata talmente interessante da permettergli di finire comunque su Urania nonostante non abbia vinto il premio. Collaborazione che non a caso porterà poi alla sua definitiva consacrazione nella decade seguente, con l’arrivo delle avventure su Mondo9.

Milano, un futuro anche troppo prossimo. Cletus è un ex poliziotto, ma è soprattutto un drogato dei +toon, i cartoni animati informatici che, guardati attraverso lenti speciali, provocano uno sballo a volte letale. Inoltre, i +toon producono allucinazioni che si tramutano in “realtà materiale”. Nelle mani di Cletus finisce un tera disc che contiene un +toon del tutto speciale, e che qualcuno vuole riprendersi a ogni costo. Ha così inizio un sinistro gioco a rimpiattino nei quartieri “cartoonizzati” di Milano. Unica via d’uscita, scoprire cosa nasconde il mistero e salvarsi da una minaccia ancora più agghiacciante: la droga elettronica universale. E terminale.

11. e-Doll di Francesco Verso (2009 – Mondadori) 

fantascienza italiana anni duemila

Figura di spicco nel panorama fantascientifico, Francesco Verso non solo si è distinto per aver vinto il Premio Urania con questo “e-Doll” (in origine “Il fabbricante di sorrisi”, più recentemente edito da Mincione in una nuova edizione), oltre a diversi altri premi per altrettante opere di grande interesse, ma a partire dal 2014 fonda una sua casa editrice, la Future Fiction, che da allora si è occupata di portare al pubblico italiano il meglio della fantascienza proveniente da ogni zona del mondo (la Cina in primis).

Da tempo le abitudini sessuali degli esseri umani hanno subito un’evoluzione epocale grazie alla creazione degli e-Doll: più sofisticati dei normali androidi, i replicanti denominati e-Doll rappresentano la risposta definitiva alla richiesta di una sessualità senza limiti da parte di un’umanità previdente ma al tempo stesso decadente. Maya, irrequieta adolescente moscovita, si finge un e-Doll e conduce una doppia vita. Da una parte è una studentessa svogliata, dall’altra si vende per sentirsi amata. Angel, un e-Doll ermafrodito esperto nell’arte amatoria, medita su come diventare un essere umano. I due protagonisti s’incontreranno in sessoteca e si scambieranno qualche cosa che li avvicinerà alla realizzazione di se stessi.

12. Lazarus di Alberto Cola (2009 – Mondadori) 

fantascienza italiana anni duemila

Autore molto attivo e vario proprio nel primo ventennio del duemila, con l’apice della vittoria del Premio Urania nel 2010 con questo “Lazarus” (riproposto poi da Delos Digital nel 2019).

Il 25 novembre 1970, dopo aver occupato il Ministero della Difesa giapponese, lo scrittore, drammaturgo e attivista politico Yukio Mishima si toglieva la vita tramite il tradizionale seppuku, trafiggendosi il ventre e facendosi tagliare la testa. Ma la sua vicenda non era destinata a finire quel giorno. In una Tokyo futura, dominata dalla yakuza e dalle multinazionali, il mistico telepate Gabriel viene incaricato di trovare il redivivo Mishima, fatto rinascere da una corporation per utilizzarlo per i propri fini e poi fuggito. Un confronto spietato tra il Giappone moderno – e futuro – e il Giappone ideale della tradizione. Un viaggio tra la spiritualità orientale e il materialismo esportato dall’Occidente. Un romanzo di grande spessore culturale e artistico che nel 2009 è valso all’autore il Premio Urania.

13. Kronos di Claudio Chillemi (2009 – Della Vigna)

fantascienza italiana anni duemila

Anche se Claudio Chillemi è spesso conosciuto per i suoi racconti (molti dei quali vincitori del Premio Italia), di particolare rilevanza è il suo romanzo “Kronos”, edito da Della Vigna nel 2009 e poi riproposto da Delos Digital più recentemente, così come il suo seguito “Il lato oscuro della Kronos”.

Tutto tace nella tranquillità notturna della casa. Una camera matrimoniale, una camera dove due bambini dormono. Nulla lascia presagire ciò che sta per accadere: un assassinio brutale, una famiglia distrutta. Steve Kronenberg, ingegnere della potente multinazionale Kronos, si ritrova in un sol colpo privato dei suoi cari. Ma molte cose non tornano, nella sua stessa memoria: persone mai viste che asseriscono di conoscerlo, addirittura un’amante mai conosciuta prima che afferma di frequentarlo da mesi. Il tenente Ted Torres deve dipanare un’indagine che si rivela subito troppo intricata, e non può essere diversamente, visto che le indagini puntano sulle ricerche sul tempo dello stesso Kronenberg. Pian piano ogni traccia comincia a ruotare attorno alla Kronos.

I libri della seconda decade

14. Il Re nero di Maico Morellini (2011 – Mondadori) 

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Vincitore del Premio Urania proprio con questo suo romanzo di esordio, Maico Morellini ha poi navigato acque diverse nel mare del fantastico, dal weird allo storico, sempre con il suo stile inconfondible che ne ha fatto uno degli autori più interessanti di questa seconda decade (da approfondire anche con “Il diario dell’estinzione” di Watson, o la saga dei “Necronauti” edita da Delos).

Muore una squillo a Polis Aemilia, la città del prossimo futuro. Niente di straordinario, pensa Riccardo Mieli, una specie di investigatore privato con agganci nei servizi: la ragazza era una sacrificabile come tante. Ma chi sono i Dissonanti? Cosa è successo nel mondo? E chi muove i pezzi nella micidiale partita che ha per posta l’ultimo avamposto della civiltà sulla penisola? Una serie di enigmi che sembrano senza rapporto tra loro, a poco a poco convergono verso un centro. Ma al centro c’è qualcosa di oscuro, qualcosa che gli uomini chiamano con terrore: il Re Nero.

15. I senza tempo di Alessandro Forlani (2012 – Mondadori) 

fantascienza italiana anni duemila

Eclettico e originale autore, Forlani con quest’opera ha vinto sia il Premio Urania che il Premio Kipple nel 2011. Tra le sue tante creazioni interessanti, da segnalare anche il più recente “Memorie di un colonnello di soldatini” (2021), finalista al premio Italia e pubblicato in maniera indipendente.

Chi sono il dottor commercialista Totali, l’avvocato fallimentare Pantocrati, il notaio Maggioritariis? E soprattutto, chi è Monostatos il risvegliato? (Questi nomi, presi a prestito nel 2012, nascondono attività mostruose.) Chi ha assassinato i bambini di una scuola elementare di provincia, divorandoli? (Le indagini sono tuttora in corso.) Cosa vogliono gli Archiburoboti, invasori meccanici già in marcia nel 2024? L’intempestiva risposta arriverà nella spaventosa Italia che ci aspetta nel 2036, in un romanzo di magistrali nefandezze e originalità assoluta”.

16. Naila di Mondo9 di Dario Tonani (2018 – Mondadori) 

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Con “Mondo9” Dario Tonani ha trovato la sua consacrazione definitiva come autore mainsteram, tanto da essere tradotto con successo anche in Giappone e da dar vita a un vero e proprio filone che vede anche uscire sempre per Mondadori prima “Cronache di Mondo9” (antologia di racconti) e poi “Naila di Mondo9” uscito per la collana “Fantastica” degli Oscar.

Mondo9 è un pianeta desertico, letale, una sconfinata distesa di sabbie velenose. Nel corso dell’evoluzione i suoi abitanti si sono applicati a una sola arte, la meccanica, rendendolo il regno delle macchine, del metallo e della ruggine. Titanici veicoli a ruote, grandi come bastimenti e dotati di una loro forma di vita cosciente, solcano i deserti tra una città e l’altra mentre un Morbo letale infetta gli esseri umani trasformandoli in rottami. In questo mondo vive Naila; anche lei solca l’oceano di sabbia con la sua Syraqq, una vecchia baleniera convertita a cargo, seguendo le rotte delle megattere alla ricerca della Grande Onda. Una leggenda secondo alcuni. Una superstizione. Persino un’eresia. Per Naila, l’ossessione di una vita, il sogno, l’unica via per restituire a Mondo9 un futuro di pace.

17.  L’uomo a un grado Kelvin di Piero Schiavo Campo (2012 – Mondadori) 

fantascienza italiana anni duemila

Per ben due volte vincitore del Premio Urania in questa seconda decade, Piero Schiavo Campo è una voce da ascoltare nella fantascienza italiana. Due le possibilità, questo “L’uomo a un grado Kelvin” (vincitore nel 2012) o “Il sigillo del serpente piumato” (vincitore nel 2016).

Dall’apparecchiatura era uscito un vapore denso, come se il macchinario fosse stato riempito di acqua bollente. Come è noto, invece, l’apparato era gelido: un grado Kelvin, cioè un solo grado al di sopra dello zero assoluto. Attraverso il vapore si vedeva distintamente la figura rattrappita di un uomo. La visione durò pochi istanti, prima che il corpo si tramutasse in una specie di bassorilievo di ghiaccio.” Dall’apparizione del cadavere congelato del professor Jan De Ruiter alla soluzione del mistero del teletrasporto quantistico, molta energia impura scorrerà sotto i ponti. De Ruiter ha avuto infatti un’intuizione geniale, ma non sempre ciò che accorcia le distanze fra due punti permette di seguire la traiettoria più facile. E questa volta le molecole di un uomo sono rimaste impigliate – rimescolate – nella vasca dello spaziotempo…

18. I camminatori di Francesco Verso (2018 – Future Fiction) 

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Il primo romanzo italiano di genere solarpunk. Alan perde l’uso delle gambe in un incidente sul lavoro; a Nicolas restano pochi mesi di vita se non dimagrisce subito; invece Silvia deve salvare dallo sgombero forzato la comunità dei Pulldogs che ha occupato abusivamente il futuribile viadotto Garbatella-Testaccio a Roma. La soluzione, seppure temporanea e incerta, è la fuga: dal sistema del lavoro precario, dall’industria alimentare globale, dalla sedentarietà urbana. ——- Questa è la storia di un gruppo di ribelli, i Pulldogs, al crepuscolo della civiltà occidentale; ma è anche la storia di una mutazione antropologica causata dalla diffusione dei naniti (microscopici motori capaci di assemblare molecole e comporre materia) e dal declino della nutrizione umana, che avrà come conseguenza la nascita di una cultura nuova, anche se per certi versi antica: una società nomade, solare, creativa. ——- L’autore: Francesco Verso (Bologna, 1973) lavora da oltre dieci anni come scrittore di genere ed editor del progetto multiculturale Future Fiction, specializzato nello scouting e nella traduzione dei migliori scrittori di Science Fiction provenienti da tutto il mondo. Altri suoi romanzi includono: Antidoti umani (finalista premio Urania Mondadori 2004), e-Doll (vincitore premio Urania 2009), Livido (vincitore premio Odissea e premio Italia 2014, pubblicato negli Stati Uniti da Apex Books come Nexhuman) e Bloodbusters (co-vincitore premio Urania 2015). Suoi racconti sono apparsi su riviste come Robot, iComics, International Speculative Fiction #5, Chicago Quarterly Review #20. Vive a Roma con la moglie Elena e la figlia Sofia.

19. Juggernaut di Alan D. Altieri (2017 – TEA) 

Figura di spicco del panorama italiano, e non solo del genere fantascientifico. Alan Altieri ha spaziato dal Thriller al fantastico sempre con ottimo successo e sono tanti i titoli da cui è possibile cominciare. Vi proponiamo la sua ultima trilogia scifi, che comprende oltre a questo primo volume “Juggernaut” anche i seguiti: “Magellan” e “Maelstrom” (uscito postumo).

La guerra è finita. Così è scritto su un monumento battuto dalla pioggia tossica, davanti a un edificio-simulacro. Non ci sono vincitori, dopo la guerra, non ci sono vinti, soltanto vittime. In un mondo in cui un’unica mega-corporazione chiamata Gottschalk possiede il dominio assoluto, la guerra, semplicemente, è diventata finanziariamente inutile. Un mondo senza più Stati, senza più nazioni, senza più eserciti. Un mondo dove le città sono «ecumenopoli», metastasi urbane da decine, a volte centinaia di milioni di abitanti, nelle quali «chi ha vive, chi non ha muore». Luoghi dove le scintillanti enclaves dei potenti sono assediate dalla tenebra delle undercities dei reietti, nelle quali l’unica legge è quella della strada. Perché la fine della guerra non significa affatto il tramonto della ferocia. Qualcuno, là fuori, continua a combattere. Sono gli Hunter/Killer, gli ultimi guerrieri, reliquie di un passato cancellato, araldi di un futuro di morte annunciata. E qualcun altro, dall’interno di un nucleo ad altissima tecnologia, ha bisogno degli Hunter/Killer. Un’entità subdola e multiforme decisa a individuare il guerriero terminale, ovunque esso si trovi. Sulla Terra, la guerra è finita, certo. Ma da qualche parte, in qualche «altro» luogo, c’è un nuovo nemico. In attesa. In agguato.

20. Anna di Niccolò Ammaniti (2015 – Einaudi)

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Ammaniti è ovviamente autore mainstream che non ha bisogno di presentazioni, ma racconta bene l’idea di quanto la fantascienza abbia fatto presa nell’editoria italiana contemporanea anche fuori dalla “nicchia” di genere. Non a caso dall’opera è stata poi tratta una serie televisiva omonima di grande successo.

In una Sicilia diventata un’immensa rovina, una tredicenne cocciuta e coraggiosa parte alla ricerca del fratellino rapito. Fra campi arsi e boschi misteriosi, ruderi di centri commerciali e città abbandonate, fra i grandi spazi deserti di un’isola riconquistata dalla natura e selvagge comunità di sopravvissuti, Anna ha come guida il quaderno che le ha lasciato la mamma con le istruzioni per farcela. E giorno dopo giorno scopre che le regole del passato non valgono più, dovrà inventarne di nuove. Con “Anna” Niccolò Ammaniti ha scritto il suo romanzo più struggente. Una luce che si accende nel buio e allarga il suo raggio per rivelare le incertezze, gli slanci del cuore e la potenza incontrollabile della vita. Perché, come scopre Anna, la “vita non ci appartiene, ci attraversa”.

21. Pulphagus di Lukha B. Kremo (2016 – Mondadori) 

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Altro autore particolarmente attivo nel panorama fantascientifico italiano, Lukha B. Kremo già nella prima decade si è fatto notare con opere molto originali e interessanti, capaci di portarsi a casa diversi riconoscimenti, tra cui due romanzi per ben due volte finalisti al Premio Urania: “Gli occhi dell’anti-Dio” nel 2007 e “Trans-Human Express” nel 2009 (entrambi poi pubblicati da Kipple Officina Libraria, progetto editoriale creato dallo stesso autore). La vittoria è poi arrivata nel 2016 con questo “Pulphagus”, ma non ha esaurito le possibilità di lettura dell’autore visto che più recentemente sono usciti anche “Korchin e l’odio” (Delos Digital) e “L’uomo che vedeva il passato” (Porto Seguro).

Il corpo celeste a noi più vicino, un planetoide in orbita sublunare conosciuto come Erewhon, è un’entità semiorganica i cui vertiginosi panorami di liquami e acidi corrosivi sfidano la resistenza dell’uomo. Si può uscire alla superficie solo protetti da tute ultra-resistenti, a lavorare per la Pulphagus® o a guardare la Terra e la Luna che sembrano irraggiungibili. È qui che si svolge l’appassionante ricerca di una ragazza scomparsa, Mirea, che il pulphago Shevek deve ritrovare dopo sette anni. La caccia comincia per ordine di Raskal, potente emissario della società che controlla Erewhon. Ma è subito chiaro che a imporre le crudeli regole del gioco sarà la stella di fango, un mondo semivivo, gigantesco divoratore capace di uccidere anche solo con i suoi rifiuti… Una storia drammaticamente orchestrata fra mondi estremi, dove vivere è difficile e anche le parole si pagano.

22. Real Mars di Alessandro Vietti (2016 – Zona42)

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Malgrado Alessandro Vietti sia autore che già da tempo pubblicava opere di buon livello, questo libro rappresenta forse un crocevia fondamentale per la sua carriera di scrittore visto il successo di pubblico ricevuto. Un romanzo da leggere assolutamente per chi si vuole avvicinare alla nuova fantascienza italiana, come pure il più recente “Il Potere” (sempre di Zona42).

“Per molto tempo la domanda ricorrente – e anche un po’ irritante – che mi veniva continuamente rivolta fu: ‘Perché dovremmo spendere tutti questi soldi per andare su Marte, quando siamo così nella merda qui sulla Terra?’ E tutto il mio bla bla bla sulla cultura, l’impresa, la storia, la speranza convinceva pochi. Poi, quando tutto sembrava perduto, sopraggiunse un’altra risposta, che non diedi io, ma che d’incanto per la prima volta convinse tutti. Non era per piantare una stupida bandiera. Né per cercare la vita extraterrestre. Né per vedere se un cielo può essere davvero rosa. E nemmeno per fotografare l’impronta della suola di uno scarpone sulla sabbia rossa. Niente di tutto questo, ovviamente. O meglio, a me piace pensare che furono tutte queste e molte altre cose insieme. Perché il motivo per cui spendemmo tutti quei soldi per andare su Marte fu uno solo: emozionarci. E alla fine ci emozionammo. Troppo.” (da Mars Show di Jeremiah Kunitsch) “Cosa stai aspettando? Sali a bordo anche tu insieme con Kostantin, Ettore, Ulrike e Therèse e lasciati trasportare nelle remote profondità dello spazio! Spingiti anche tu là dove nessuno è mai giunto prima! Perché in viaggio non ci sono solo loro: a bordo puoi esserci anche tu, a emozionarti e a vivere la più grande avventura della storia dell’umanità. Puoi perdere un’occasione del genere? Vieni, presto, la Storia ti aspetta!” (da un promo di Real Mars)

23. Furland di Tullio Avoledo (2018 – Chiarelettere)

fantascienza italiana anni duemila

Altro autore molto apprezzato a livello trasversale, tanto da essere pubblicato anche con Feltrinelli (“Nero come la notte”) o Einaudi (“L’elenco telefonico di Atlantide”). Ma in campo fantascientifico, questa ucronia di “Furland” è sicuramente una lettura imprescindibile.

Francesco Salvador è un tenente nazista di Kosakenland ’44. Questo, almeno, fino a che non finisce il suo turno, quando rientra nella sua casa nella Trieste asburgica della Belle époque e sulle Attrazioni e gli Onorevoli Ospiti si spengono le luci. Perché il Friuli non è più una regione, nell’Italia post 2023. È stata combattuta una guerra d’indipendenza, l’enigmatico Vittorio Volpatti ha preso il potere convincendo il popolo che l’unica strada possibile per sopravvivere in un mondo di nuovi potenti, gli Azionisti, fosse trasformare la regione in un parco divertimenti a carattere storico. E così, se Trieste torna a essere asburgica, Aquileia romana e Cividale longobarda, fra i monti della Carnia risorgono villaggi celtici e la Kosakenland del ’44. Ma non tutti sembrano d’accordo. Francesco Salvador, chiamato a scoprire chi sia lo Zorro anarchico che sabota le Attrazioni, si avventurerà nel cuore profondo di un mistero che racconta del paradosso su cui si fonda il mito delle radici e ha trasformato il Friuli in Furland.

24.  Ucronia di Elena di Fazio (2017 – Delos Digital) 

fantascienza italiana anni duemila

Vincitore del Premio Odissea nel 2017 con “Ucronia” (Delos Digital), Elena di Fazio ha poi continuato a scrivere opere di successo, fino al raggiungimento nel 2020 del Premio Urania con il suo “Resurrezione” (che uscirà a novembre 2021).

C’è stato un tempo in cui Berlino era divisa da un muro. Da una parte del muro il ricco occidente, dall’altra il rigido oriente. Ma dopo l’incidente con l’astronave Mao Hsien e la catastrofe chiamata Convergenza, la divisione era diventata molto più drastica. Il mondo era stato diviso in due, a chiazze: interi stati, o singoli quartieri di una città. Da una parte il progredito mondo del 2050. Dall’altra il 1968, con tutte le sue contraddizioni. Due tempi, due epoche, simboleggiate da due animali che forse non sono tali, il marziano nanuq e l’estinto dodo. In questo scenario dickiano si muovono persone che inseguono il proprio destino, nell’attesa di un grande evento che tutta l’umanità, passata e futura, attende con trepidazione: il lancio dell’Apollo 11. 

25. Devaloka Il pianeta degli dèi di Caterina Mortillaro (2019 – Delos Digital)

Devaloka Il pianeta degli dèi di [M. Caterina Mortillaro]

Vincitrice del Premio Odiessea nel 2019, l’autrice oltre ad apparire in numerose antologie di racconti, ha spaziato anche tra i generi con i suoi romanzi: dal fantasy di “La compagnia del pisello” (Delos) al thriller di “Bollywood Babilonia”.

Il mondo intero resta sconvolto quando un incidente coinvolge la nave colonica destinata a popolare Marte, e il fragile equilibrio planetario è messo ancora di più a dura prova quando si scopre che, per salvare la missione, è stato necessario lasciar andare alla deriva i moduli dell’astronave che ospitavano i coloni indiani. Ma il destino di quei colori non era la morte. Qualcosa accade, e anni dopo cominciano a circolare strane voci sul comandante di quella missione. Che sarebbe tornato sulla Terra per portare il messaggio degli dèi. Per mostrare una nuova strada, una strada che porta in un luogo oltre ogni immaginazione..

26. Bandiera bianca su San Pietro di Pierfrancesco Prosperi (2018 – Watson Edizioni) 

Difficile scegliere un romanzo solo da consigliare per affacciarsi allo stile di Prosperi. Considerato da molto maestro dell’ucronia, molti dei suoi romanzi hanno in effetti contesti storici precisi e ben delineati (a partire dal classico “Ritorno a Gettysburg” uscito nel 1993 e riproposto da Mondadori nel 2020). Autore però anche di storie molto avveniristiche, come nel caso di “Autocrisi” scritto nel lontano 1971 ma quanto mai attuale per certi versi (tanto da vedere nascere una trilogia conclusa proprio nel 2021 con l’ultimo “Autocrisi3” edito da Delos Digital).

Firenze, ai nostri giorni. Ma una Firenze diversa dalla nostra: è una città molto più grande e importante, ed è la capitale d’Italia, di quasi tutta l’Italia. In questa realtà alternativa, infatti, la presa di Porta Pia non c’è stata, lo Stato pontificio sopravvive e Roma non è mai diventata capitale. In questo scenario impossibile ma realistico si muove la storia del protagonista, Francesco, impiegato al Ministero fiorentino della Marina che, in mancanza di mare, si affaccia sull’Arno. Una storia che diventa rapidamente incubo quando, attraverso un libro in cui l’amico Guido, studioso di storia, immagina quella che è la nostra realtà, Francesco ha modo di gettare uno sguardo sul mondo, per lui sconosciuto e affascinante, di Roma capitale e di Firenze tornata città di provincia. E ha modo di rendersi conto che, per qualche oscura ragione, quel libro ha la capacità di influenzare gli avvenimenti. Francesco diverrà così il fulcro di un sommovimento epocale, al termine del quale nulla sarà più come prima.

27. Il caso Korolev di Paolo Aresi (2011 – Mondadori – Delos Digital)

Anche nella seconda decade del duemila Paolo Aresi ha saputo proporre opere interessanti, a partire da questa trilogia che parte da “Korolev” uscito per Mondadori nel 2011, proseguendo poi negli anni più recenti grazie alla proposta di Delos Digital che oltre a riproporre il primo capitolo della storia, fa uscire “La Luce di Eris” e il terzo e conclusivo atto “La stella rossa di Korolev”. Per gli amanti della space opera assolutamente imperdibile.

Nel 2084 la storia dell’astronautica ha fatto enormi passi avanti. È passato oltre un secolo da quando gli eroi della corsa allo spazio, come Sergej Pavlovic Korolev, padre del programma spaziale sovietico, avevano mandato in orbita i primi razzi. Ora la quarta missione euroamericana ha raggiunto Marte. Sembra ormai routine, ma arriva una incredibile scoperta, destinata a cambiare la storia dell’umanità: in una valle marziana viene rinvenuta una capsula Sojuz, risalente agli Anni sessanta del ventesimo secolo. Come può essere arrivata fin lì? E soprattutto, c’era a bordo qualcuno?

28. Qualcosa là fuori di Bruno Arpaia (2016 – Guanda) 

Autore decisamente mainstream, con tanto di Premio Campiello in bacheca, Bruno Arpaia si è però cimentato anche con la fantascienza distopica e post apocalittica con questo “Qualcosa là fuori” dai risvolti terribilmente attuali.

Pianure screpolate, argini di fango secco, fiumi aridi, polvere giallastra, case e capannoni abbandonati: in un’Europa prossima ventura, devastata dai mutamenti climatici, decine di migliaia di «migranti ambientali» sono in marcia per raggiungere la Scandinavia, diventata, insieme alle altre nazioni attorno al circolo polare artico, il territorio dal clima più mite e favorevole agli insediamenti umani. Livio Delmastro, anziano professore di neuroscienze, è uno di loro. Ha insegnato a Stanford, ha avuto una magnifica compagna, è diventato padre, ma alla fine è stato costretto a tornare in un’Italia quasi desertificata, sferzata da profondi sconvolgimenti sociali e politici, dalla corruzione, dagli scontri etnici, dalla violenza per le strade. Lì, persi la moglie e il figlio, per sedici anni si è ritrovato solo in un mondo che si sta sfaldando, senza più voglia di vivere, ma anche senza il coraggio di farla finita. Poi, come migliaia di altri, ha pagato guide ed esploratori e ora, tra sete, fame e predoni, cammina in colonna attraverso terre sterili, valli riarse e città in rovina, in un continente stravolto e irriconoscibile…

29. Dimenticami Trovami Sognami di Andrea Viscusi (2015 – Zona42) 

Una delle voci più interessanti di questi ultimi anni è sicuramente quella di Andrea Viscusi, che abbiamo visto in almeno due romanzi da mettere in lista per chi vuole avvicinarsi alla fantascienza italiana degli anni duemila. Il primo è questo “Dimenticami Trovami Sognami”, l’altro è il recentissimo “Sinfonia per Theremin e Merli”, entrambi editi da Zona42.

Selezionato per un progetto speciale dell’ESA, Dorian capisce presto che la sua non sarà una missione ordinaria. Al suo ritorno, dodici anni dopo, deve affrontare il mondo che si è lasciato alle spalle e i lati oscuri del Progetto a cui ha preso parte. Ma c’è qualcos’altro, qualcosa che si annida dentro di lui e prende possesso dei suoi sogni, una forza sconosciuta che Dorian dovrà imparare a conoscere e controllare, prima di esserne sopraffatto. La missione di Dorian è l’ultimo tassello di una vicenda iniziata molto tempo prima. Una storia che coinvolge personaggi enigmatici con strane teorie e che affonda le proprie radici nell’origine stessa dell’Universo. Esiste un meccanismo anomalo, un bug cosmico, che permette di riscrivere la realtà e che una volta appreso conferisce un potere immenso. Ma è davvero possibile sfruttarlo per i propri scopi? O questo processo, una volta innescato, sfugge prepotentemente a ogni tentativo di controllo? I protagonisti di Dimenticami Trovami Sognami affrontano un mistero che rischia di travolgere la loro stessa esistenza: Dorian, costretto a confrontarsi con forze più grandi di lui; il dottor Novembre, a cui si rivolgono in cerca d’aiuto persone tormentate da visioni incomprensibili; Simona, che ha aspettato Dorian per dodici anni e dovrà rimettere insieme i pezzi di una storia che forse, in questo Universo, non è mai avvenuta.

30. Grotesquerie di Emanuela Valentini (2018 – Dana)

Autrice decisamente trasversale che ha saputo mettersi in mostra sia in ambito fantascientifico, sia con declinazioni più steampunk, weird, fantasy e infine anche nel thriller con il suo “Le segnatrici” (piemme).

Inizi ‘900, Francia. La pace tra gli stati europei è effimera e messa in discussione da rivalità, sete di conquista e moti di ribellione. A Rouen vige il culto della perfezione estetica. Se i ricchi curano i loro difetti fisici con delle protesi d’oro, trasformandoli in simboli di bellezza, i poveri ritenuti più strani finiscono nel circo di Madame Grotesque, un posto macabro in cui creature emarginate e deformi si guadagnano da vivere divenendo oggetto di scherno e di divertimento dei potenti. Nel frattempo, in una prigione sotterranea segreta, i dissidenti vengono indebitamente impiegati nella costruzione di macchine da guerra… Una scrittura avvolgente e piena, un romanzo corale dall’ambientazione potente, un’avventura steampunk distopica piena di personaggi tormentati e cose che non dovrebbero accadere. Un’adolescente muta non dovrebbe essere costretta a lavorare in un circo dei mostri; una ragazza intrepida e generosa non dovrebbe essere ridotta in schiavitù; un giovane coraggioso che si affida alla poesia non dovrebbe essere ostaggio di sudici poteri.

31. Ubermensch di Davide del Popolo Riolo (2019 – Delos Digital) 

Forse uno degli autori più apprezzati del panorama contemporaneo fantascientifico, oltre che tra i più prolifici e premiati. Il suo primo romanzo “De bello alieno” si è aggiudicato il Premio Vegetti nel 2014, poi l’anno seguente è la volta del Premio Kipple con il suo “Non ci sono Dei oltre il tempo”. Ma è negli ultimi anni che ha coronato il suo cammino con “Ubermensch” vincitore del Premio Italia e “Il pugno dell’uomo” (Mondadori) che si porta a casa il Premio Urania nel 2019. Entrambi opere essenziali per l’approccio.

La Germania nazista ha vinto la Seconda guerra mondiale. Un’ipotesi che si può ormai definire “classica” per il genere della Storia alternativa, a partire dal capolavoro di Philip K. Dick The Man in the High Castle. Ma nel mondo descritto da Davide Del Popolo Riolo gli eventi hanno preso una strada diversa per una ragione molto particolare; l’inserimento nell’equazione della storia di una variabile inattesa, l’Eroe Ariano, che ha spazzato via i nemici di Hitler. Narrato su diverse linee narrative, intrecciate con le cronache calcistiche e i rapporti militari tedeschi, il romanzo di Davide Del Popolo Riolo fonde storia e mito con una forza straordinaria, affascinando il lettore a ogni pagina. Fino alla conclusione in quell'”Alto castello” che assumerà tutto un altro significato.

32. Eden di Franci Conforti (2021 – Delos Digital) 

L’impatto di Franci Conforti con il mondo dell’editoria di fantascienza è stato devastante. Tutti i suoi romanzi in pratica sono stati osannati dalla critica e premiati in varie occasioni. Da “Carnivori” del 2017 (premio Kipple) a “Stormachine” del 2018 (premio Vegetti). Fino alla sua ultima opera che qua mettiamo in evidenza per la sua originalità, “Eden” (vincitore del Premio Odissea).

C’è un pianeta nel quale Dio parla costantemente con gli uomini. Almeno, ad alcuni uomini. Un pianeta dove non esiste la malattia né la morte: ci si può ferire, anche gravemente, ma Dio passa la sua mano e guarisce. Non si vive in eterno: quando è il momento Dio chiama le anime a sé e semplicemente si sparisce dal mondo, per accedere a un diverso piano di esistenza. È un vero Eden. Ma questo non vuol dire che sia un paradiso. Si soffre, si fatica, si vive combattendo ogni giorno per quello che è necessario e quello si vuole ottenere. Gli uomini sono, dopotutto, uomini. E questo Dio è un Dio fatto a modo suo. Un romanzo che parte da un’idea straordinaria e la sviluppa in modo inaspettato. Da una delle autrici più brillanti della fantascienza italiana, ecco il libro che è arrivato in finale al Premio Urania e ha vinto il Premio Odissea.

33. Avrai i miei occhi di Nicoletta Vallorani (2020 – Zona42) [Recensione]

Nicoletta Vallorani è da tempo una delle autrici più apprezzate in campo fantascientifico e non solo (visto che ha spaziato tra diversi generi, tra cui il noir ma anche libri per bambini). Vogliamo però cominciare dalla fine, con l’ultima sua creazione pubblicata da Zona42, “Avrai i miei occhi”, che è finito anche tra i selezionati per il Premio Campiello (e che rappresenta il seguito ideale di “Eva” uscito per Einaudi nel 2002).

È inverno a Milano, la più fredda delle stagioni, nella più desolata delle città. Ma non c’è mai una stagione giusta per indagare su un mucchio di cadaveri di donne abbandonato come spazzatura alla periferia dei campi industriali. Donne? Persone? O piuttosto cavie, cloni, cose? È quello che si chiede Nigredo, chiamato a investigare, a cercare una verità, e quindi ad attraversare i muri che dividono, separano, proteggono Milano dal deserto civile in cui la città è immersa. Ma quando c’è un muro, c’è sempre qualcuno capace di valicarlo, e Olivia a bordo del suo taxi lo sa bene. Lei conosce Nigredo da tempo. Il loro legame è molto più profondo di quanto lui si immagini. Olivia e Nigredo, anime gemelle, sopravvissuti a tempi migliori, a tempi diversi, non sono pronti ad arrendersi all’età e alla devastazione che li circonda. Vivono quasi sospesi ancora in cerca di attimi di bellezza, e di un’idea di giustizia diversa da quella immaginata dal potere. 

34. Gli scaduti di Lidia Ravera (2015 – Bompiani) 

A proposito di grandi autori e autrici mainstream che utilizzano la fantascienza per esprimere un’idea che porta spesso a tematiche sociali molto contemporanee, ecco l’esempio perfetto di Lidia Ravera con il suo “Gli scaduti”. Forse non la sua opera migliore in assoluto, ma certo buon trait d’union per un pubblico più generalista.

Nell’Italia europea di un futuro prossimo, il Partito Unico, che ha preso il potere in nome dei trenta/quarantenni, stabilisce, per legge, il ritorno a una società “naturale”, in cui le generazioni, invece di accavallarsi, tornino a susseguirsi, in buon ordine. A trent’anni si coprono le postazioni di comando, a sessanta, si viene ritirati. Dove? Non è chiaro. Un mondo a parte di cui si sa poco e si cerca di immaginare il meglio. Gli anni del Grande Disordine hanno messo a dura prova la pazienza dei cittadini, le nuove regole vengono perciШ accettate come un cambiamento necessario. Anche Umberto, amministratore delegato di una azienda importante, allo scadere del suo tempo, accetta di lasciare casa amici posizione e l’amatissima moglie Elisabetta, di poco piЭ giovane di lui e altrettanto ben piazzata nel mondo del lavoro. Forse è giusto scansarsi e fare posto ai figli, come Matteo che, a 35 anni, ancora vive all’ombra di suo padre. Non è colpa di nessuno se, oggi, si muore più tardi. Se “gli scaduti” hanno ancora, davanti, 30 anni di vita attiva. Bisogna collaborare, non bisogna sentirsi defraudati. E poi Elisabetta lo raggiungerà. Peccato che le cose non siano come sembrano, come vengono rappresentate. Ribellarsi è giusto. Ma è anche possibile? Un romanzo ironico, distopico e paradossale, in cui l’antico conflitto generazionale prende la forma di un incubo totalitario. Un divertito esperimento narrativo con cui Lidia Ravera artiglia la realtà di oggi per mostrare che cosa potrebbe accadere se, ad essere rottamate, non fossero le macchine ma gli umani.

Ma per fortuna il panorama della fantascienza italiana è talmente vasto, che sarebbero ancora tantissimi gli autori e i titoli da leggere almeno una volta. Ne devo aggiungere almeno un altro paio che per motivi diversi, credo debbano essere nominati in questo listone.

  • Laura Pugno, “Sirene” (2007 – Einaudi)
  • Enrico Brizzi, “L’inattesa piega degli eventi” (2008 – Baldini Castoldi)
  • Vittorio Catani, “Il quinto principio” (2009 – Mondadori)
  • Anna Feruglio Dal Dan, “Senza un cemento di sangue” (2017 – Delos Digital)
  • Wu Ming, “Prolekult” (2018 – Einaudi)
  • Lorenzo Sartori, “Alieni a Crema” (2018 – Plesio)
  • Francesca Cavallero, “Le ombre di Morjegrad” (2019 – Mondadori)
  • Gaito-Mastrillo-Vezza-Vita, “True Legends: Reclutamento” (2019 – Robin)
  • Lorenzo Davia, “Capital Punk” (2020 – Kipple)
  • Michele Vaccari, “Urla sempre, primavera” (2021 – NN Edizioni)

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