I 5 libri più difficili da leggere del genere fantastico

Profondità o leggerezza? Leggibilità o complessità? Storie semplici o intrecci complicati? Vi sarà capitato mille volte di prendere in mano un nuovo libro e poi abbandonarlo dopo qualche tentativo. A volte semplicemente non è il momento per leggerlo, altre c’è qualcosa che proprio non ci aggrada.

Il mercato di oggi del resto ci racconta spesso di come storie e stili molto “semplici” abbiano un seguito molto vasto, oppure viceversa di come molti grandi classici risultino ancora molto difficili da leggere per molti.

Quello che è certo è che ci sono comunque alcune opere che necessitano di un livello di lettura più profondo, che abbisognano in qualche modo di un po’ di pazienza per riuscire a coglierne tutti gli aspetti migliori.  Ma quali sono i libri del “fantastico” più difficili?  

Premesso che è ovviamente molto soggettivo, ecco quali sono stati i miei cinque libri con cui ho dannato di più per la lettura…

5° IL SIGNORE DEGLI ANELLI di J.R.R.Tolkien

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Proprio lui. Molto prima che Peter Jackson portasse sul grande schermo l’opera di Tolkien (rendendo facile per tutti parlarne, anche chi dice di aver letto il libro e poi non è vero!) esisteva un libro di oltre un migliaio di pagine (dipende poi dalle varie versioni) che avevo provato a leggere da adolescente. Un libro tutt’altro che semplice, con lunghissime pagine di canti popolari, altri di descrizioni infinite. Insomma, non proprio uno Young Adult per il periodo. Facile coglierne la magnificenza, altrettanto lasciarsi prendere da momenti di sconforto e abbandonarlo. Ce l’ho fatta, alla fine. Ma ammetto che ho saltato un buon numero di pagine.

4° L’ATLANTE DELLE NUVOLE (CLOUD ATLAS) di David Mitchell

cloud atlas

Premesso che alla fine l’ho tanto amato (come spesso capita con i libri difficili), ma senza esagerare penso di averlo preso in mano almeno venti volte prima di superare quella prima parte di una cinquantina di pagine che sembra quasi creata ad arte per fare una selezione naturale di lettura. Molto sinceramente il rischio di non riuscire ad andare oltre è stato altissimo. C’è stato bisogno di tanta costanza e dedizione (ammetto che se non avessi letto molti commenti positivi non avrei continuato) perchè per quanto alla fine la storia sia una perla, diciamo che il modo in cui è stata scritta è estremamente “stiloso” ma è troppo facile distrarsi e perdere attenzione sul filo conduttore. Certo la struttura è geniale, ma in quanti si saranno persi prima?

3° WORLD WAR Z – LA GUERRA MONDIALE DEGLI ZOMBIE di Max Brooks

Altro adattamento cinematografico (siamo a tre su tre…), anche se qua la distanza tra la pellicola  e il libro è abissale. Anzi, non è casuale che molti a cui è piaciuto il libro non sia piaciuto per niente il film e viceversa. Io sono sul viceversa.  Anzi, avevo preso il libro ben prima dell’uscita del film (perchè avevo apprezzato dello stesso autore quel “Manuale per sopravvivere agli Zombie” che avevo amato), ma non ero riuscito ad arrivare nemmeno a metà. Interessante il realismo nella ricostruzione delle storie raccontate dai protagonisti, ma anche in questo caso trovavo particolarmente difficile farne un quadro complessivo, trovarci una storia con cui avere empatia. “Non faranno mai un film su sta roba” avevo persino pensato. Quasi vero, infatti la storia l’hanno dovuta inventare ex-novo (con pro e contro). Ho ripreso poi il libro dopo aver visto il film, ma come si suol dire… ormai era troppo tardi…

2° IL PASTO NUDO di William S.Burroughs

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Qua entriamo in un’altra categoria. Non si tratta più di una storia scritta in maniera più o meno difficile, ma di riuscire in qualche modo ad entrare in una mente folle (o drogata come in questo caso). Va da se che coinvolgere il lettore non era probabilmente l’obiettivo primario. E infatti. Non lo coinvolge affatto. Certo il libro è ormai un “cult” per tanti motivi. Ma io continuo a pensare che non siano in molti ad aver realmente compreso di cosa parli (forse… e dico forse… l’autore stesso). Rimane imprescindibile annuire quando qualcuno ne parla e ovviamente, ribadire quanto sia stata una lettura estremamente figa.

1° INFINITE JEST di David Foster Wallace

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Non ho dubbi sul vincitore di questa particolare classifica. DFW mi è sempre piaciuto e credo avesse un talento incredibile per la scrittura. Ma questa cosa di “Infinite Jest” mi è sfuggita di mano. C’è quasi un’aurea magica in chi l’ha letto (o dice di averlo fatto), che quando gli dici che tu invece non ci sei ancora riuscito ti guarda con quella diffidenza propria di un’intelligenza superiore. Io in realtà l’ho “quasi” letto. O meglio, ho letto le sue prime 30 pagine almeno dieci volte (non valgono come 300 pagine?).  Ma non ce la faccio a continuarlo. Uso la scusa perfetta: “non è il momento”. Consapevole che, forse, non lo sarà mai.

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