Recensione: Resurrezione di Elena Di Fazio

Bentrovati fantadistopici!

Vincitore del Premio Urania 2020, “Resurrezione” è sicuramente un romanzo carico di fascino, originale nel concetto, molto ben costruito dal punto di vista strutturale. La scrittura fortemente analitica della Di Fazio può apparire talvolta un po’ prolissa e questo può rendere la lettura faticosa, ma sicuramente il premio finale è garantito. D’altra parte, bisogna essere franchi: è la tendenza degli Urania di questi ultimi anni, che chiede agli autori testi di almeno 400.000 caratteri, fedeli in questo a una tendenza generale dell’editoria d’oggi che privilegia testi corposi nella convinzione che lo spessore renda un testo più vendibile.
Io non lo credo affatto e continuo ingenuamente a pensare che la quantità non è per forza qualità, ma è solo un pensiero mio…


TRAMA


L’idea di partenza è accattivante: si è aperto un portale spazio temporale e sono arrivati sulla terra degli alieni. Tuttavia non sopravvivono all’atmosfera terrestre, muoiono dopo pochi minuti. Cinque anni dopo la cosa si ripete, ma gli alieni vivono un po’ più a lungo, e poi di seguito di cinque anni in cinque anni gli esseri si adattano e sopravvivono sempre di più, Tuttavia comunicare con loro è molto difficile, a fatica si riesce a decifrare solo qualche parola. In particolare una frase che viene spesso ripetuta: “otto di nove”. Ne nasce la convinzione che la nona spedizione sia anche l’ultima. Le protagoniste della narrazione sono due giovani donne, chiamate in qualità di filosofe, alla base che si occupa della gestione del portale e degli alieni,
Naturalmente, come sempre accade, si sviluppa una opposizione ideologica alla presenza aliena, che prende forma di un gruppo di terroristi disposti a tutto pur di cancellare questa anomalia che mette in discussione il rapporto privilegiato tra l’uomo e dio.
La prima parte della narrazione si gioca soprattutto intorno alla scoperta sconvolgente che alla loro morte, gli alieni, che hanno la forma di un piccolo tetraedro senza arti e senza tratti fisiognomici, rilasciano una strana luce che pare elevarsi verso il cielo e sparire. Di cosa si tratta? Forse di un’anima immortale? Ne derivano interessanti discussione filosofiche.
La trama si intrica un po’ alla volta perché i terroristi riescono a infiltrarsi nella base segretissima e super protetta, dove autorità civili e militari si contendono la supremazia. E precipita quando i terroristi cercano di impossessarsi della base, con lo scopo di distruggerla e annientare il gruppo di alieni che ancora vivono lì in stato di prigionia.


RECENSIONE


Pur con una certa lentezza, la narrazione si snoda fra avvenimenti e riflessioni, discussioni di ordine filosofico e ricostruzione della biografia delle protagoniste, alternandosi con frammenti di un interrogatorio collocato temporalmente dopo la conclusione dei fatti. Qualche colpo di scena finale, che non svelerò rende ancora più accattivante l’intreccio.
A mio modo di vedere, dunque un ottimo lavoro, equilibrato e sapiente. Le discussioni filosofiche sono all’altezza del lettore medio senza tecnicismi e senza voli pindarici, anzi diciamo che per chi ha studiato filosofia forse appaiono un po’ semplici, ma sicuramente adatte a sollecitare la riflessione del lettore senza metterne alla prova le conoscenze. Anche perché in fondo si tratta pur sempre di una narrazione fantastica, non di un saggio.
Chiudo con una riflessione a margine. Leggendo il romanzo di Elena Di Fazio mi è venuto spesso da pensare come reagiremmo, noi, la nostra società, il nostro mondo all’arrivo di creature aliene. Probabilmente nello stesso modo scomposto, conflittuale e violento raccontato qui. Probabilmente non siamo pronti. Alieni state a casa vostra ancora un po’.

STEFANO ZAMPIERI

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