Recensione Racconti paradossali di Roberto Vacca

Bentrovati cari appassionati di fantascienza e distopia!.

ho avuto il piacere di leggere un bel volume della Delos Digital. Un’antologia di un autore, Roberto Vacca, il cui eclettismo e la cui produzione spazia dalla narrativa alla saggistica scientifica e sociale. Ingegnere, fisico e matematico novantacinquenne, autore del proverbiale Il Medioevo prossimo venturo. Roberto Vacca è un vero mito per me, da tutti i punti di vista, adoro il suo romanzo La caduta di Megalopoli. La sua esecuzione romanzesca dei punti indicati nel saggio sul medioevo prossimo venturo fa parte, a mio avviso, assieme a un romanzo di Scerbanenco e un altro di de’ Rossignoli, della triade fondamentale della narrativa italiana del disastro. Questi racconti, editi da Delos Digital, permettono di conoscere meglio l’attività narrativa di questo autore il cui valore non è tuttora pienamente riconosciuto dal grande pubblico.

Trama

1957-2015, sessant’anni di storie fuori da ogni schema. Dall’autore di “La morte di megalopoli” e “Il medioevo prossimo venturo” ventitré racconti che ribalteranno la vostra visione del mondo. Nell’Italia dello Stato Cattolico Dogmatico può essere gratificante raggiungere un brillante risultato nella ricerca, ma anche estremamente pericoloso. Come se la caverà con le ragazze un uomo i cui emisferi cerebrali sono due persone distinte? Come sarebbero interpretati i resti della cristianità in un’era futura priva di esperienza in materia? E se scoprissimo che i delfini parlano greco antico? Una nuova forma d’arte potrebbe interessare il tatto, invece dei soliti vista e udito? Come si cucina uno stufatino enzimatico? E se poi magari ci fasciamo tanto la testa ma una macchina che può vedere il futuro ci mostrasse che tutto andrà sempre meglio? Le risposte a queste domande potrete trovarle, o non trovarle, in alcuni di questi ventitré racconti paradossali, che tracciano un filo rosso attraverso sessant’anni di carriera di uno dei più originali intellettuali italiani.

Recensione Racconti Paradossali

L’antologia di racconti, che comprende scritti datati dalla metà degli anni Cinquanta del Novecento al Duemila e quindici, è molto varia. E lo è a tutti i livelli. I racconti paradossali del titolo sono molti e di paradossale hanno ben poco. Le storie hanno un’ambientazione principalmente di fantascienza, di anticipazione, ucronica e distopica. Generi diversi ma tutti permeati da uno humor costante e un tono elevato, che si avvale dell’esperienza della divulgazione come di un mezzo per rendere comprensibili i complessi sistemi matematici e fisici che governano la realtà e la tecnologia. Vacca, che è stato pioniere dell’informatica e della sua diffusione popolare, incentra molti racconti con internet e la realtà digitale. Spesso da prospettive impensate e con esiti stranianti.

I racconti

Vari per progettazione e respiro, i venticinque racconti selezionati offrono una visione panoramica della produzione narrativa dell’autore. Spiccano temi ricorrenti e topoi di genere:

  • Realtà alternativa
  • Uomo contro uomo + macchine
  • Il rapporto fra la realtà e le sue possibili decifrazioni e codificazioni
  • Le invenzioni potenzialmente rivoluzionarie o fatalmente disastrose
  • L’utilizzo del potenziale del cervello
  • Gli intrighi internazionali
  • L’utilizzo a fini militari e/o commerciali di scoperte il cui scopo dovrebbe essere rigorosamente umanitario e filantropico.

Gli amanti del Vacca divulgatore scientifico ameranno il personaggio ricorrente in vari racconti, e forse controfigura dell’autore stesso. Philip Quartara, costantemente alle prese con problemi internazionali legati a invenzioni, brevetti e possibilità di catastrofi.
I racconti umoristici e paradossali sono altrettanto notevoli, mi hanno strappato non pochi amari sorrisi. Personalmente, ciò che più mi ha colpito e commosso, è un racconto-monologo immaginato in occasione della tragedia di fine anni Novanta del sommergibile Kursk. L’autore fa penetrare chi legge nella mente devastata e atterrita di un semplice marinaio russo che sa di essere destinato a una morte atroce e ingloriosa. Una narrazione intima e dura, un terribile rispecchiamento, a più di vent’anni, delle atrocità a cui tutti abbiamo assistito.

Roberto Risso

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