Recensione L’uomo delle leggende di Kenneth Johnson

La Corte editore ci propone, attraverso la traduzione di Federico Ghirardi, un romanzo che ci porta a scoprire la maledizione dell’eternità. Una distopia non convenzionale, in cui il mondo è il nostro e la vita da incubo è quella dell’involontario protagonista della storia.

RECENSIONE L’uomo delle Leggende

E se un uomo fosse condannato a vivere per sempre?

Una semplice frase per racchiudere una trama che fa del misterioso protagonista il suo elemento centrale. Will, o WJ, è un immortale dai capelli castani e gli occhi gentili che vaga per il mondo. Un uomo che sembra capace di ispirare il bene in chiunque, che trasmette un senso di benevolenza con un semplice sguardo.

Il romanzo si svolge a New York, a una settimana dal capodanno del millennio. Will si aggira per le strade trafficate della città spolverando tutti coloro che incontra con la sua capacità di spingerli a essere migliori. No, non fa miracoli, e non ha nemmeno super poteri. Parla con le persone, le ascolta, e a modo suo prova a fornire un punto di vista diverso.

Will sembra l’incarnazione della pace, dell’equilibrio e del vivere in armonia con il creato. Non parla a nessuno della profonda solitudine che gli consuma il cuore, del peso del doversi trascinare attraverso i secoli, della sua condanna a dover vagare in eterno come un reietto nel mondo. Will non chiede nulla per sé stesso, offre a chi incontra ciò che può e poi prosegue nel suo eterno camminare.

La sua esistenza sembra condannata a proseguire immutata, come nei precedenti duemila anni, fino al giorno in cui una giornalista non si accorge di lui in alcune foto storiche. Momenti chiave dell’ultimo secolo in cui un misterioso uomo dai capelli castani compare continuamente.

Da quel momento inizia una caccia all’uomo, e alla verità che esso nasconde.

L’uomo delle leggende è un romanzo scritto, e tradotto, molto bene. Un testo che si sviluppa attorno all’attesa dell’evento, che fa della scoperta del protagonista il punto focale dell’intera narrazione. Pagina dopo pagina lo vediamo braccato dal Vaticano, dai giornalisti e da tutti coloro che hanno goduto della sua benedizione. Kenneth Johnson è molto bravo a creare false piste sull’identità di Will, riesce a evitare ogni riferimento diretto e gioca con le allusioni e i riferimenti storici. Conduce la storia verso un finale che, per il tema trattato e i protagonisti in campo, avrebbe potuto avere mille risvolti.

Ho apprezzato molto lo stile narrativo, diretto e privo di troppi orpelli. Gli spiegoni ci sono, ma sono limitati e ben mascherati con il vestito dei ricordi. L’azione non è dominante, a parte una manciata di pagine, il libro ha un taglio più riflessivo, più incentrato sullo scambio di informazioni che rendono Will l’uomo delle leggende.

Personalmente credo che se si riesce a tenere in piedi una storia senza continui colpi di scena, e senza farmi perdere interesse dopo 30 pagine, significa che è scritta bene. E, come in questo caso, anche tradotta bene!

Consigliato, per tutti i gusti.

A presto.

Delos

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *