Recensione di Dune Drifter

Non so se sia un prodotto in esclusiva per Amazon Prime Video, è talmente un bel film, che mi sono stupito della poca pubblicità che ha ricevuto.

TRAMA

Ah, ce n’è una? Ebbene sì!

Quella ufficiale dice: Una giovane pilota di caccia stellari e la sua mitragliera vengono abbattute, ma riescono ad atterrare su un pianeta vicino. Dopo aver alloggiato la compagna ferita in una tenda, alla pilota restano solo due giorni di ossigeno.

RECENSIONE

OK, è un film a basso costo e non è corretto parlar male degli effetti speciali. Ma, nell’anno 2358625412531561516, è possibile che abbiano ancora il sistema MS DOS, gli schermi a tubocatodico sulle navi spaziali e le luci led di IKEA nel casco spaziale?

Il film inizia con una squadriglia di navette che, solcando gli spazi infiniti, deve raggiungere la cruenta battaglia che imperversa tra gli esseri umani e i brutti alieni vestiti come nei videogiochi della serie Wolfenstein. Dozzine di navi ronzano nello spazio, laser di evidenziatore brillano sullo sfondo, e la squadra osserva la battaglia urlando e sbraitando frasi a caso.

Loro sono l’arma segreta della compagine umana. Sei navette pronte a lanciarsi all’attacco.

Ricevuto l’ordine dal capo, che recita magistralmente il ruolo di comandante e padre di tutti i presenti, la squadra si lancia all’attacco e in meno di venti secondi sono già quadi tutti morti.

E la loro presenza era fondamentale… figuratevi gli altri che sono lì a combattere per la salvezza della Terra che bravi che sono…

La battaglia è dura e, in un vortice di azione ai limiti dell’insensato, la navetta della protagonista finisce in avaria su un mondo ostile. Un mondo con un’atmosfera tossica, sabbia grigia e una misteriosa erba secca che cresce tra la desolazione. Adler, la nostra protagonista, deve salvare la sua amica e pilota dalla morte. Deve trovare un modo per far ripartire la navetta, prima che l’ossigeno della tuta finisca.

La situazione è drammatica, la bobina di potenza e l’iniettore al plasma sono rotti. Uno lo si ripara facile dandogli una botta come faceva Fonzie con il jukeboxe, ma per l’altro serve un ricambio. Mannaggia mannaggina.

Adler non è una donna che si arrende e il destino ha voluto che, guarda caso su un pianeta grande tre volte la Terra, proprio un’altra nave si schianti a pochi chilometri di distanza. Che culo! E pensare che le possibilità che accada una cosa del genere, sono le stesse di fare tre volte di fila Superenalotto! Ma sei lei è la protagonista è giusto che sia così. Senza nemmeno badare ai sedici minuti di sospiri e ansia che sono appena trascorsi, Adler si infila la sua tuta da stradina, le ginocchiere da skate e un Gameboy da polso, il non plus ultra della tecnologia, e parte alla ricerca del componente perduto.

E qui, grazie a una sapiente regia che mostra il contrasto tra la natura selvaggia e il lento arrancare della nostra protagonista, c’è il tanto atteso incontro con gli alieni di Wolfenstein!

Non sia mai che vi privo del piacere di godervi lo scontro memorabile tra il bene e i nazisti… ehm, gli alieni… per cui salto direttamente all’altro grande colpo di scena, quello in cui la bobina di potenza è agganciata alla nave nemica con del biadesivo e Adler riesce a portarla via semplicemente dandole un piccolo strattone.

Incredibile, vero? E non è finita, il caso, anzi il destino che sempre aiuta gli audaci, ha voluto che il pezzo, oltre che compatibile con la tecnologia terrestre, sia anche sagomato per calzare perfettamente nella navetta della donna. Che sia una metafora per dire che tutto il mondo è paese?

Scusatemi se mi sono dilungato troppo in certi dettagli, ma credetemi, ce sono talmente tante chicche in questo film che non ne resterete delusi!

A presto.

Delos

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