Recensione Mass Effect 1 (Legendary Edition)

Molto vidi e conobbi; città d’uomini
E costumi, climi, consigli, governi,
E non di meno me stesso, ma onorato da tutti;
E assaporai il piacere della battaglia coi miei pari
Ulisse di Alfred Tennyson

Zanna, che rapporto hai con la BioWere?
Ho giocato al mio primo gioco della BioWere quando avevo 14 anni: Dragon Age. Da lì ho iniziato ad avvicinarmi al fantasy e questo titolo è sempre stato il mio preferito.
Avevo sentito parlare di Mass Effect, ma la fantascienza non era ancora fra i miei interessi e ho un vago ricordo di quando avevo 12 anni: una mia amica delle medie mi aveva fatto provare non ricordo quale Mass Effect e mi sono divertita a vederla in difficoltà ogni volta che sceglievo le risposte da Rinnegato.

Tutto questo per dirvi cosa?
Beh, questo è l’estratto di una mia conversazione.

Quei [Censura] della Biowere sono come un f*ck boy!

Potresti avere una relazione pacifica e sana con un’altra persona che ti ama e ti fa sentire apprezzata.
Ma il [censura] tornerà solo per spillarti soldi, farti vivere un’avventura che durerà qualche ora di gioco per poi dirti che il vero finale è su un DLC e che tutti i DLC sono importanti.
Quindi servono altri soldi.
L’avventura finirà e tu sarai lì a terra e raggomitolata in un angolo del pavimento che cerchi di riprenderti dalle emozioni causate dagli eventi, felice da una parte ma anche triste perché per un seguito (decente… Dragon Age 2 *coff coff* Mass Effect 3 e Andromeda *coff coff*) ci metteranno come minimo 9/10 anni.

Tu lo sai.

Ma sai anche che, quando ci sarà il sequel e quindi il f*ck boy tornerà, tu lo accoglierai a braccia aperte.

Zanna dopo aver fatto una maratona di tutti i Dragon Age

Mass Effect 1: le basi per un gioco spaziale

Mass Effect è un gioco uscito nel 2007 ed è considerato il “fratello fantascientifico” di Dragon Age, con cui condivide lo stile di gioco e alcune scelte di trama.
Sebbene Dragon Age sia stato sempre il diamante di punta della BioWere, Mass Effect è una perla che gli tiene testa e molte volte lo supera.
È come se tu hai una relazione con una persona. Vi amate moltissimo e sei soddisfatta. Non hai bisogno di altro.
Però una sera, ad una festa, conosci quello che scopri essere il fratello del tuo ragazzo. Un po’ più grande, certo, ma non è un problema.
Magari è un po’ legnoso, ma è intelligente e i suoi discorsi hanno un senso e sono spiegati molto bene. Non differiscono molto dalla realtà e la sua voce la fa in testa a tutti i doppiatori italiani.
Scopri che ha casa a qualche metro dal luogo della festa e pensi: “Perché no? Voglio sapere di più sui portali!”
Finisci a letto con lui.
E non ti senti minimamente in colpa.

Siamo nel 2183, gli umani hanno scoperto per caso una tecnologia su Marte e sono entranti in contatto con il portale Caronte. Lo spazio ora non è più così irraggiungibile.
Tutte le credenze umane, però, vengono meno: non siamo soli in questo universo, anzi, molte delle creature che lo abitano esistono da molto più tempo di noi e sono anche molto più evolute.
Alcune vogliono addirittura conquistarci.

La cosa che più ho apprezzato è che Mass Effect non campa in aria la sua trama: non inventa nuovi pianeti all’interno del Sistema Solare, tutto ciò che c’è all’interno del gioco è inverosimile ma plausibile. La descrizione delle razze aliene e il loro aspetto basato sulla composizione del loro DNA è così dettagliata da farli sembrare vivi: come se gli umani li avessero in parte studiati o si fossero comunque informati su di loro. La descrizione dei pianeti, delle nebulose e la loro composizione è dettaglia e accurata.

Si può notare come, non solo in questo titolo ma anche negli altri capitoli, i creatori di Mass Effect si siano ispirati a pionieri della fantascienza: in Mass Effect vengono spesso nominati i Sistemi Terminus, quella che potremo chiamare la “Terra di nessuno” dello spazio, e questa è una palese citazione ad Asimov e al suo “Ciclo di Fondazione”.
Le citazioni sono molte, piccole o grandi, così come gli easter eggs presenti nel gioco che offrono un’esperienza di gioco a tutto tondo e stuzzicano costantemente la curiosità del giocatore.

Il Comandante Shepard: come far diventare il protagonista un’icona

Il protagonista di tutto è il Comandante Shepard, che inizia la sua carriera all’interno del gioco come Secondo in Comando a bordo della Normandy SR1, comandata dal Capitano Anderson. Tutto di Shepard è personalizzabile: dal suo background (Terrestre, Colone o Spaziale) al suo profilo psicologico (Eroe di Guerra, Sopravvissuto o Implacabile) fino ad arrivare alla Classe, al sesso e all’aspetto. I dialoghi all’interno del gioco sono a scelta, alcune le avremo fin dall’inizio mentre altre, come quelle diplomatiche da Esemplare o Rinnegato, le possiamo ottenere alzando un’abilità particolare del Comandante o avanzando nel gioco.

La figura del Comandante all’interno del primo titolo non è poi così di spicco: si parte dal basso e, durante il gioco, dovremo guadagnarci il rispetto non solo del nostro equipaggio, che metterà in dubbio le nostre scelte, come ad esempio il Primo Ufficiale Pressly, ma anche gli alieni che decideremo di aggiungere alla nostra squadra.

Insomma, non siamo i Figli de Mazinga, al massimo semo i cugini de Spartaco er Paninaro ma con la divisa.
Perché non solo non verremo creduti dall’inizio alla fine del gioco, ma il Consiglio ce la mette tutta pe stacce sullo stomaco come quer pezzo de coda alla vaccinara che è uscito un po’ duretto e nun vole scenne.

Lo scontro fra Shepard e Saren, sia sul campo di battaglia che in termini di esperienza, lo sentiamo fin dall’inizio: il Turian (madonna quanto so belli i Turian) è sempre un passo avanti a noi, ha risorse migliori, equipaggiamenti migliori, non deve rendere conto a nessuno e si fa decisamente meno problemi di noi, dato che i suoi seguaci sono AI che lo vedono come un profeta.
Noi, invece, dovremo dare conto a Ashley “Zia Mariella” Williams: razzista, palo in culo e simpatizzante della Lega, ma di lei ne parliamo più tardi.
Durante il gioco potremo simpatizzare con le specie aliene, prendere solamente le parti degli umani oppure restare neutrali per tutto il gioco. Tuttavia, nella scelta finale dovremo schierarci da una o dall’altra parte e ciò avrà ripercussioni in futuro.

La compagnia spaziale

Le Romance: ovvero, perché Zanna ha pianto per tutto il gioco

Questo è uno dei tasti dolenti del primo Mass Effect.
Sappiamo che è legnoso, che è prettamente di stampo GDR anche rispetto agli altri titoli e a livello di animazioni è invecchiato male, ma questo lo posso sopportare.
Quando ho scoperto che le possibilità di romance all’interno del gioco erano solo 3, ho sbroccato.

PERCHÉ I PERSONAGGI MIGLIORI NON POSSONO ESSERE ROMANZATI?!
PERCHÉ BIOWERE!

Analizziamo i personaggi:
Ashley Williams, aka “Leghista“, la reclutiamo durante il prologo, simpatica e affabile come un volo in un campo di cactus, metterà in chiaro che lei non è d’accordo sul far entrare nella Normandy specie non umane. E ce lo ricorderà PER TUTTO IL CAZZO DI GIOCO! Ashley è romanzabile, se vuoi farti del male.
Kaidan Alenko, aka “Il Simp“. Se faremo una Shepard donna, sappiatelo che sentiremo il suo fiato da maniaco sul collo ogni volta che passeremo dalle sue parti, parleremo con qualcuno e lo porteremo o non lo porteremo in missione. Sentinella che non ha fatto l’aggiornamento del software ed è rimasto con gli impianti Windows vista, capelli omni-gellati (badum tss) che manco Greese, ha un passato poco felice (MA CHI LO AVREBBE MAI DETTO!) però va d’accordo con gli altri della squadra. Punto a suo favore. Per quanto mi riguarda, ho romanzanto Kaidan in una delle mie 3 run. Solo per per dargli il colpo di grazia negli altri 2 giochi, ma ne parleremo in futuro
Liara T’Soni, alias “la groupie blu”. Figlia del braccio destro di Saren, la salviamo in una missione principale. Lei è un polipo, sia di aspetto che psicologicamente. Ci manca poco che salti le presentazioni per dare il via ad un limone interspecie. Timida, intelligente e… Piuttosto particolare, è quella che romanzano in molti. Puoi avere una relazione con lei sia da donna che da uomo. La ragazza perfetta per i teenagers che non hanno mai conosciuto la Best girl.
Urdnot Wrex, aka “Minchia zio sei il meglio”. Mercenario, grosso, vestito di rosso e con una voce e dei modi potenti, profondi e d’impatto come lui. Praticamente una fototessera. Appartenente alla specie dei Krogan, grazie a lui scopriremo che le altre specie si contendono il titolo di “piccolo Hitler” della galassia. I Krogan sono stati colpiti dalla genofagia, una sorta di sterilizzazione chimica decisa di comune accordo dalle specie del Consiglio di un tempo. La maggior parte dei figli che nascono sono morti e Wrex aveva provato a trovare una soluzione, unendo i clan della sua specie sotto un unico comando. Tradito dai suoi familiari in modo atroce e dalla sua razza, ha deciso di abbandonare tutto e diventare un mercenario. Le sue interazioni con Shepard sono le migliori e anche le più rapide, dato che il nostro amato veterano è diretto e di poche parole.
Garrus Vakarian, “il precious boy”. Regà, sarò breve perché se inizio con Garrus sta recensione non finisce più. È uno dei personaggi che più influenzeremo all’interno del gioco. Possiamo farlo diventare Esemplare o Rinnegato, appoggiare le sue vedute estremiste e anarchiche o fargli capire che non tutto si può risolvere con le armi e la violenza e che non tutti i Turian devo essere per forza come Saren. Purtroppo il cinnamon roll NON È ROMANZABILE. Però questo non ci impedisce di amarlo fin dal primo gioco.
Tali Zora Vas Rayya, lei è “la Best Girl“. Non è nemmeno maggiorenne, difatti la sua specie – i Quarian- raggiungono l’età adulta dopo il Pellegrinaggio, e ha scoperto i piani di Saren manomettendo un suo tostapane. Esperta di Geth, ossia il nemico che più affronteremo nel gioco, fa parte della specie che li ha creati ed è stata esiliata proprio da loro durante una guerra secoli fa. A causa del loro sistema immunitario, sono costretti a indossare tute e caschi praticamente ovunque. Brillante, intelligente e pacata, Tali a mio parere supera a mani basse Liara. Tuttavia neanche lei è romanzabile.

Il Mako e un pianeta sullo sfondo: la grandezza dell’universo, la tamarraggine degli umani

Ascensore, Gameplay e il Mako: un carrarmato impossibile da guidare

Il gameplay, come detto all’inizio, è legnoso. Tanto. TROPPO. E anche se la Legendary Edition ne ha apportato alcune modifiche, le animazioni sono figlie del suo tempo così come il sistema di puntamento, soprattutto se come me si gioca con mouse e tastiera. I tempi di caricamento sono più o meno medi, tutti scanditi dai dialoghi in ascensore.
A volte potremo sentire che conseguenze hanno avuto le nostre scelte in una missione, ottenerne altre o vedere la nostra amata squadra che per poco non si salta diplomaticamente alla gola.
Se non è questo amore, allora cos’è?
Anche il sistema di bypass l’ho trovato piuttosto ripetitivo, come il resto del gioco: scendi su un pianeta, esplora con il Mako, spara, bypassa e raccogli, finisci tutti i punti sulla mappa e torna nella Normandy. Una palla.
Questo viene smorzato dai bei paesaggi esterni, ma quelli interni alle strutture sono fatti con lo stampino.
Stessa cosa per gli ascensori, tutti uguali con la stessa animazione.
E il Mako?
Il Mako è inguidabile.
Nella Ledendary Edition non ti impantani così tanto. Io ho amato questo concentrato di ignoranza su sei ruote e l’ho spinto dappertutto: monti, pianure, guglie, geth, burroni, edifici, precipizi… Tutto! Il Mako era indistruttibile. Tranne sulla lava, lì non c’è carrarmato che tenga purtroppo.
E per quanto io guidi bene un’auto, il Mako lo guidavo da schifo ma NEMMENO UNA VOLTA si è ribaltato a ruote in su tipo tartaruga. Non ci ha mai abbandonato.

Il primo Mass Effect è come entrée in un ristorante: ti fa capire le potenzialità di una storia, ti guida attraverso una trama complessa ma ben disegnata e ti fa pregustare ciò che verrà dopo. Rigiocabile più volte, ogni run per me è stata come la prima.

Passo e chiudo!

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