IFD Il cannibalismo come soluzione al cambiamento climatico

Magnus Söderlund, professore alla School of Economics di Stoccolma, ha passato gli ultimi anni a promuovere l’idea del cannibalismo per frenare il cambiamento climatico. Un’idea in cui crede e che ha proposto a diversi summit sul clima, sul cibo del futuro e anche quando invitato come ospite in diversi programmi televisivi.

Mangiare cadaveri umani per frenare l’industria degli allevamenti e delle culture intensive, che da sole provocano la metà dell’inquinamento globale e il maggior impatto distruttivo contro le foreste e i polmoni verdi del pianeta.

Le persone ricorrono al cannibalismo per diversi motivi, che vanno dalle cerimonie religiose a un bisogno estremo e disperato. Legale o no, la pratica continua in molti luoghi, come in Nuova Guinea lungo il fiume Ndeiram Kabur, dove vive una tribù chiamata Korowai. O in Giappone, dove nel 2012 l’artista Mao Sugiyama si è fatto asportare i genitali (pene, testicoli, scroto) e li ha cucinati con l’aiuto di uno chef professionista per farli assaggiare a sei commensali. O in Nigeria, dove c’era un ristorante che serviva solo carne umana, chiuso dopo dopo un raid della polizia.

Nutrirsi di altri esseri umani è una pratica che ha fa parte della cultura umana fin dal suo esordio. A volte, il cannibalismo serviva ai guerrieri per acquisire la forza dei loro nemici, o aveva un significato più rituale. In tempi disperati, le persone hanno fatto ricorso al cannibalismo per sopravvivere. Ci sono notizie di cannibalismo durante la carestia della Corea del Nord nel 2013, l’assedio di Leningrado nei primi anni ’40 e nella guerra civile cinese degli anni ’50 e ’60. In Europa, dal XIV secolo al XVIII secolo, parti del corpo umano erano vendute per farne dei medicinali, con il beneplacito della curia e delle leggi.

Nel film 2022: i sopravvissuti (Soylent Green, 1973) il mondo è talmente sovraffollato che i corpi vengono venduti come cibo. Una pratica che, secondo il ricercatore svedese, dovrebbe essere presa in considerazione prima che diventi l’unica opzione disponibile. Mangiare altri esseri umani è un tabù che secondo Söderlund la Generazione Z potrebbe superare, donando respiro al pianeta e alla nostra fame di risorse alimentari.

“Siamo umani troppo egoisti per vivere in modo sostenibile? Il cannibalismo è la soluzione per la sostenibilità alimentare in futuro? Generation Z ha le risposte alle nostre sfide alimentari?”

Al centro dell’idea promossa dal docente svedese c’è ovviamente una nota provocatoria. Durante alcuni discorsi ha affermato che gli scienziati di mezzo mondo stanno lavorando per fermare il cambiamento climatico, con idee e soluzioni che vanno dall’economia green alle ipotesi più fantascientifiche. Auto ibride, idrogeno, insetti, alghe, schermi solari contro il surriscaldamento, panni termici per preservare i ghiacciai o macchine per simulare la fotosintesi delle piante. Tutti dicono o tentano di fare qualcosa, ma le persone “normali” cosa sono disposte a fare?

Avrebbero il coraggio di superare un tabù per il bene del futuro?

Devo ammettere che, superato il momento del “ma questo è pazzo!” ho iniziato a pensarci, ho iniziato chiedermi cosa ci succederà tra cinquanta o cento anni. Gli esseri umani continuano ad aumentare e con loro la necessità di risorse alimentari, siamo gli onnivori di grandi dimensioni più numerosi del pianeta e non contribuiamo minimamente al ciclo naturale della vita.

Forse non arriveremo mai a quando predetto da Soylent Green, e da moltissimi altri libri o film, ma sicuramente qualcosa dovrà cambiare. Non possiamo continuare in questo modo.

Delos

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