Recensione: Il supervisore dei suicidi di Claudio Secci

Bentrovati superdistofantareaders!!! Allora!!! Come state??? Problemi di umore???Malinconia??? Con la recensione di oggi, capirete, che ogni cosa si evolve, ma i sentimenti restano immutati. Ho il piacere, infatti, di condividere con voi, le mie impressioni su “Il supervisore dei suicidi”, edito da Delos Digital.

Questo romanzo (ahimè) breve scritto dal bravissimo Claudio Secci, è stato, per me, un’autentica rivelazione, in quanto non conoscendo l’autore, e poco la trama, l’ho letto a scatola chiusa come una delle nostre proposte di lettura. Sono veramente contenta di averlo scelto perché mi è piaciuto moltissimo. Ora vi svelerò le mie motivazioni se deciderete di proseguire nella lettura di questo articolo.

TRAMA:

Nel 2109 una catastrofe mondiale impone agli umani di abbandonare la Terra per raggiungere KB34, un pianetino abitabile già colonizzato da qualche tempo. Il nuovo pianeta è sfruttato nella zolla sud dagli umani, e nella zolla nord, quella più ricca di risorse, da Magnus0, un androide cognitivo ribelle fuggito nel 2107, capace di dare vita a un esercito di androidi convertiti in semi-senzienti. Bisogna prendere possesso delle materie prime per il sostentamento delle fabbriche e degli impianti, perché nella regione sud sono quasi terminate. Lewis Harper, il protagonista, un sopravvissuto che dopo l’approdo su KB34 viene incaricato di diventare un operatore speciale, una sorta di Supervisore dei Suicidi. Lo scopo è quello di cercare di prevenire i tentativi di suicidio da parte degli umani, che si tolgono la vita in modo preoccupante, per morivi misteriosi. Nel frattempo la guerra si intensifica, e i Magnus avanzano minacciosi. Riusciranno gli umani a sopravvivere o saranno costretti a rientrare sulla Terra, sperando sia possibile viverci?.

RECENSIONE:

Il romanzo è scritto in prima persona. Le vicende ci vengono, dunque, raccontate dal protagonista, Lewis Harper, che da giornalista per un’importante testata, si trasforma in un supervisore, dopo essere stato magazziniere. La Terra è un ricordo lontano. A causa delle, ormai, inospitali, condizioni climatiche la popolazione restante è costretta a fuggire su un pianeta vivibile ma colonizzato da uno spietato androide con capacità intellettive eccezionali. La porzione occupata da quest’ultimo è l’unica che possiede le risorse necessarie alla vita. Gli esseri umani, quindi, devono unirsi e sconfiggerlo per assicurarsi la sopravvivenza.

Persone senza alcuna esperienza di combattimento, vengono, così, dall’oggi al domani arruolati per una guerra contro macchine dalle capacità straordinarie. A causa di ciò, la maggior parte delle persone non tollera lo stress, e quindi si toglie la vita, limitando sempre di più la possibilità di rivalsa sulle macchine. Per questo viene arruolato Harper, per prevenire i suicidi, in quanto, grazie alle sue capacità è la persona più preparata.

Questo è all’incirca il panorama che si snoda davanti agli occhi del lettore, una realtà, cruda, drammatica e devastante.

Secci è bravissimo in questo, lo stile graffiante, fluido e accattivante coinvolgendoci completamente. Si ha la sensazione di soffocare e di vivere le scene. I personaggi mi sono piaciuti tantissimo, in poche righe, lo scrittore è in grado di descriverli sotto ogni aspetto, il più forte è sicuramente quello caratteriale e psicologico, vero “cavallo di battaglia” del libro.

Da non sottovalutare, anche, le ambientazioni, con le quali, Secci contribuisce a fornire al lettore sensazioni molto forti che lo accompagnano per tutto il libro. La mia più evidente e sicuramente dominante e stata la claustrofobia, dovuta alle atmosfere evocate sul pianeta.

Un libro stupefacente, che fa riflettere sull’importanza della vita e dell’esistenza più in generale., sulla forza di volontà nelle difficoltà e sui rapporti interpersonali.

Un libro che in poche pagine coinvolge il lettore, suscitando una vasta gamma di emozioni. Bello, bello, bello e assolutamente originale.

Se cercate una lettura diversa dal solito non potete assolutamente perdervela!

Alla prossima!

Valentina

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