Recensione: M3GAN, la bambola assassina 2.0 di Gerard Johnstone

Se vi dico “bambola assassina” a cosa pensate? A Chucky, o meglio Child’splay in lingua originale, l’iconica pellicola degli anni Ottanta? O ad Annabelle, tra gli ultimi film dell’universo di The Conjuring?

Siete fuori strada, il film di cui vi parlo oggi non ha niente a che fare con magia nera e possessioni demoniache. La tara nella piccola testolina di lattice dell’ennesima bambola con manie omicide è tutto frutto della tecnologia.

Ecco a voi una produzione Blumhouse nuova di zecca: M3gan diretto da Gerard Johnson (Housebound) a partire dalla sceneggiatura di James Wan (Saw, Dead Silence, The Conjuring) e Akela Cooper (Malignant).

Trama

Dopo aver perso entrambi i genitori in un incidente stradale, la giovane Cady viene affidata alla zia Gemma, donna single e ingegnere robotico in una modernissima industria di giocattoli.

Gli ultimi giochi lanciati sul mercato dalla zietta ingegnere sono i Perpetual Pet, una sorta di Furby accuditi e nutriti tramite tablet. Ma la concorrenza con le altre industrie di giochi è spietata e a Gemma viene chiesto di creare un giocattolo ancora più efficace e coinvolgente.

Ma non è certo facile lavorare e star dietro alla nipotina orfana che si è appena stabilita in casa, eppure… Proprio la piccola Cady dà a Gemma l’idea vincente. Costruire un cyborg-bambola a grandezza naturale il cui unico obiettivo sia quello di assicurare il benessere al bambino a cui è associata, offrendo giochi e attenzioni.

Il nome del coraggioso prototipo è M3gan, Model 3 generative Android, ed è progettato per imparare e migliorare sempre di più nello svolgimento del suo compito. La bambina a cui verrà associata in questa prima fase sperimentale è, neanche a dirlo, la nipotina Cady. Ma, dopo moltissimi film su robot e intelligenze artificiali ormai dovremmo sapere che non è mai prudente concedere troppe libertà a un androide…

Recensione

Il Variant Poster di M3gan realizzato da David Genchi

Avete mai l’impressione che certi trailer raccontino fin troppo del film di cui dovrebbero dare solo un assaggio? Ecco, M3gan non fa eccezione, ma il vero problema non è il fatto di avere un trailer troppo esplicativo quanto quello di essere, dall’inizio alla fine, un film totalmente prevedibile. Cosa potrà mai succedere se si ha tra i piedi una bambola androide iper intelligente, in grado di evolvere e sviluppare un pensiero proprio? Peccato, la regia di Gerard Johnson prometteva molto bene. Housebound è un vero capolavoro. Ma qui qualcosa proprio non funziona.

Abbiamo già visto fin troppi film su pupazzi assassini e robot impazziti, per cui il secondo tempo della storia è, a grandi linee, già noto. Neanche il colpo di scena finale riesce a salvare una storia amaramente trita e ritrita.

Eppure, nel mucchio dei cliché, quel che si salva è proprio la rappresentazione del rapporto complesso tra zia Gemma (interpretata da una bravissima Allison Williams) e la nipotina Cady. La zia single e senza figli, dedita al lavoro h24, e la nipote figlia unica, abituata a ricevere tutte le attenzioni e improvvisamente orfana e abbandonata a se stessa.

M3gan, allora, con la sua estetica da Bratz, più che essere un gioco o la miglior amica della bambina è una zia sostitutiva, qualcuno che è grado di occuparsi davvero a tutto tondo di Cady. E di darle l’affetto di cui ha bisogno, fino alle estreme conseguenze. In una certa misura, M3gan è l’equivalente futuristico di un tablet messo in mano ai figli di genitori troppo occupati.

Il film, in fondo, potrebbe essere letto come un dibattito aperto, sempre più urgente e necessario, su quanto e come i bambini vadano esposti alla nuove tecnologie. In bilico tra la necessità di far conoscere i nuovi strumenti ai nativi digitali e il rischio di creare pericolosi sostituiti più attrattivi e invitanti dell’attenzione e dell’educazione parentale.

Ki Ba

Credits: Titolo originale: M3gan. Paese di produzione: Stati Uniti. Durata: 102 minuti. Anno: 2023. Regia: Gerard Johnstone. Dove vederlo: al cinema (ma affrettatevi!)

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