Recensione Gordius di Massimiliano Niero

Lumien, giovane e agguerrita realtà editoriale, porta sugli scaffali delle librerie Gordius – vermi nel cuore, un romanzo apocalittico che mescola atmosfere cupe alla bianca speranza di chi vuole sopravvivere.

TRAMA

Quando la madre lo viene a prendere a scuola prima, inventandosi scuse che non reggono, Andrea capisce subito che qualcosa non va. Che forse abbia a che fare con i cani che abbaiano senza tregua? O forse con le lunghe trance della professoressa? Quando finalmente capisce cosa sta accadendo, è ormai troppo tardi.

Vivi sulla tua pelle l’apocalisse zombie e senti crescere l’angoscia attraverso lo stile immersivo e dalla soverchiante tensione dell’autore. Un romanzo di stupefacente forza e profondità in grado di catturare il lettore e stimolare reazioni emotive (tanto positive quanto negative) di straordinaria intensità. Il perfetto incontro fra narrativa fantascientifica post-apocalittica e romanzo di formazione.

RECENSIONE

Parma, 2026. Andrea, un tredicenne con già abbastanza complicazioni familiari, diventa suo malgrado il narratore dell’Apocalisse. Figlio di uno psicoterapeuta che non si sveste del suo ruolo nemmeno davanti ai suoi cari e di una madre iperprotettiva, letteralmente ossessionata dalla paura che possa succedergli qualcosa, Andrea deve trovare la forza di crescere per non farsi schiacciare dagli eventi.

Giovane, impacciato e desideroso di libertà, vede la sua vita sgretolarsi in una manciata di giorni. Le paranoie per la ragazza che non lo guarda, le lotte per avere un cellulare o gli scontri per affermare il suo ruolo di “adulto” agli occhi dei genitori, perdono improvvisamente significato. Le persone attorno a lui iniziano a comportarsi in maniera strana, a impazzire come zombie fuori controllo.

Con queste premesse inizia un romanzo che è a cavallo tra un survival horror e uno YA dai toni leggeri. Una storia con un ritmo narrativo incalzante, che sa miscelare bene i momenti di tensione alla spensieratezza dei ragazzi. Un testo che gioca molto con citazioni mirate, scene che ricordano grandi classici e riferimenti espliciti alla grande fantascienza del passato.

Massimiliano Niero ricrea un’immaginario post apocalittico molto “made in USA” ma che profuma di prosciutto e lambrusco. Mescola abbastanza bene i cliché cinematografici del genere a elementi nostrani, creando un testo fruibile da una gran fetta di pubblico. Non ci sono eccessi, il linguaggio resta sempre pacato e la violenza non supera mai il livello di guardia. L’autore non cerca di suscitare emozioni attraverso scene estreme, si limita a raccontare la vicende con gli occhi di un ragazzino in bilico tra la morte e i primi momenti d’amore.

Per gusto personale ci sono alcune cose che non ho apprezzato molto, ma se devo fare una critica “seria” l’unica cosa che direi all’autore è di porre più attenzione agli antagonisti. I suoi, per quanto volutamente parodistici, sono risultati piatti e stereotipati. Semplici cattivi spuntati fuori dal nulla, persone nate con il solo scopo di fare i cattivoni in questo romanzo. Non c’è un trickster che ribalta la situazione o un momento in cui si inizia a provare simpatia anche per chi rappresenta il male. Bene e male sono divisi da una linea di demarcazione netta e non entrano mai in contatto.

Per il resto tutto il narrato scorre bene, la gestione del pathos e del logos sono più che buoni e tutti gli elementi si incastrano a dovere. La voce di Andrea accompagna la lettura fino alle ultime pagine, per poi…

E vi lascio così, con il piacere di scoprire cosa accade.

A presto

Delos

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