Recensione Le radici del male di Maurice G. Dantec

Eccoci di nuovo qui, carissimi, Distofantareaders!

Oggi vi propongo la recensione di un romanzo un po’ incosueto per il nostro sito. Sto parlando de “Le radici del male“di Maurice G. Dantec.

La storia, presenta le caratteristiche del genere noir ma con elementi decisamente distopici e fantascientifici.

Se continuerete a leggere scoprirete il perché!

TRAMA DE LE RADICI DEL MALE

Parigi, a cavallo tra secondo e terzo millennio. Affetto da psicopatia, Andreas Schaltzmann vive in una «realtà» da incubo, nella quale è convinto di essere rimasto l’ultimo uomo a combattere i nazisti e gli alieni di Vega. Preda della follia, si difende come può: uccide e si nutre del sangue delle vittime. Schaltzmann non è però l’unico a uccidere con tanta folle generosità. Sull’impronta lasciata dai suoi delitti, altri vengono a imprimere il loro marchio. Quanti sono? Si conoscono? Formano una vera e propria rete? Qual è il disegno che si nasconde dietro i loro omicidi seriali? Un criminologo geniale intuisce la verità, ma senza l’aiuto di Andreas non potrebbe mai coglierla nella sua terrificante pienezza. Perché solo Schaltzmann conosce il segreto delle radici del male e, forse, sa come estirparle.

RECENSIONE DE LE RADICI DEL MALE

Appena ho visto la mole di questo romanzo, lo ammetto, mi è preso un colpo! Il libro, rilegato, impaginato con cura consta di ben 641 pagine!.

A mio avviso, eccessive, l’autore, infatti, poteva risparmiarsene diverse, a parte questo, complessivamente la lettura è scorrevole, lo stile dell’autore sufficientemente fluido, nonostante le tematiche trattate al suo interno siano abbastanza complesse ed articolate.

Tutto inizia con la storia di Andreas Schaltzmann, e con il racconto delle sue psicosi, che lo conducono ad uccidere serialmente individui di età e sesso diverso se un reale ed apparente motivo, se non mosso dalle sue convenzioni che la Terra è stata invasa da figure aliene e controllata dai nazisti che stanno conducendo tutto alla rovina. Lui è l’ultimo essere umano. In questo contesto, il lettore, si immerge completamente nelle vicende che riguardano questo personaggio grazie alla capacità narrativa e descrittiva dell’autore. In seguito la storia cambia.

Si parla sempre di Andreas, ma da un aspetto differente, ossia scientifico/clinico. In seguito alla sua cattura, un team di esperti si occupa di analizzare il suo vissuto e soprattutto la sua natura psichica ed è proprio nel corso di questo studio vengono impiegate macchine all’avanguardia. In seguito a ciò, emerge una sconvolgente verità riguardo a misteriose sparizioni ed inquietanti ritrovamenti.

Il libro, come dicevo in precedenza, mi è piaciuto, lo stile è fluido e permette una lettura abbastanza rapida. Solo in alcune parti c’é un leggero rallentamento narrativo, in quanto l’autore compie diverse digressioni ed approfondisce determinate tematiche.

Dopo una premessa esaltante ed idee interessanti l’autore sembra concludere le vicende in maniera affrettata e leggermente sconclusionata. Perplessa sono, anche, sull’utilizzo di una sofisticata neuromatrice per la risoluzione del caso e di alcuni studi e ricerche affrontate nel libro. Idea sicuramente avveniristica, ma, secondo la mia opinione, esasperata eccessivamente.

Sicuramente, i sistemi informatici, in un futuro non troppo lontano, ci aiuteranno, se non sostituiranno, ma nel contesto narrativo trattato l’ho trovato, così come descritto ed inserito, un po’ forzato.

Buone premesse, narrazione avvincente, personaggi credibili e validi, ambientazioni interessanti che sfociano in una trama ricca di colpi di scena.

Un romanzo che mi ha colpita sotto tantissimi punti di vista. Non sono completamente d’accordo con alcune scelte narrative intraprese da Dantec ma reputo, comunque, questo libro interessante anche per le tematiche innovative proposte.

Purtroppo, l’epilogo, mi ha profondamente delusa, in quanto, viste le premesse mi sarei aspettata un finale migliore, invece, mi ha dato la sensazione di essere affrettato, fuori luogo e scontato, nonostante ciò non mi sono assolutamente pentita di averlo letto in quanto rappresenta una bella sfida!.

A presto!!!

Valentina

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