Recensione Vril. La razza futura, di Edward Bulwer-Lytton

Il destino di questo romanzo, titolo originale Vril. The Power of Coming Race, pubblicato nel 1871, è davvero singolare. Pur non avendo riscosso un grande successo di pubblico, è diventato riferimento segreto per oscuri ricercatori di misteri, massoni, e persino sette segrete di ispirazione nazista.

TRAMA DI VRIL
La storia è abbastanza semplice: un giovane americano in visita in Inghilterra precipita in una voragine mentre visita una miniera e finisce in un mondo sotterraneo sconosciuto. Qui entra in contatto con una civiltà avanzatissima che è del tutto ignara dell’esistenza del mondo di sopra. Tutto il resto del romanzo è dedicato alla descrizione degli usi e dei costumi di questo popolo. Insomma una sorta di utopia sotterranea, un mondo ideale che realizza in qualche modo il sogno di una società pacificata, priva di conflitto sociale, dove le donne sono protagoniste e non emarginate dove i bambini sono considerati autonomi e capaci e la religione è un fatto privato. Dove tutti si muovono liberamente anche servendosi di ali meccaniche.


“I vizi che fanno marcire le nostre città, qui non avevano cittadinanza. I divertimenti abbondavano, ma erano tutti innocenti. Nessun divertimento portava all’intossicazione, al disordine, alla malattia.”

RECENSIONE DI VRIL
Longevi e felici gli abitanti di questo mondo realizzato rappresentano, dunque, la materializzazione di molti nostri sogni: “In questo stato sociale dei Vril-ya, era singolare notare come esso riusciva a unire e armonizzare in un unico sistema quasi tutti gli oggetti che i vari filosofi del mondo superiore hanno posto davanti alle speranze umane come ideali di un futuro utopico.”
Il grande segreto di questa civiltà, che si serve di robot e mezzi di trasporto aerei, è contenuto nel Vril una energia misteriosa e straordinaria (via di mezzo tra elettricità e ipnotismo) che consente di scavare montagne, di annientare mostri, di sollevare pesi, di sanare ferite ecc.
Il guaio è quando un esemplare femminile di questo popolo si innamora del protagonista. Perché la comunità non accetta una simile relazione e decreta l’uccisione dell’uomo. Ma lei lo aiuta a fuggire ed egli può tornare così alla sua vita nel mondo di sopra.

È il caso di notare che il popolo dei Vril, che rappresenta una diversa possibilità di sviluppo per il genere mano, implicitamente sembra voler indicare anche una direzione di sviluppo, si tratta cioè di una proiezione, una visione del futuro. L’autore dice esplicitamente che nel momento in cui decideranno di entrare in contatto con la specie del mondo di sopra faranno presto a sottometterla e ad annientarla. I Vril domineranno il mondo futuro, la specie umana è destinata alla decadenza.
Il romanzo di Bulwer-Lytton probabilmente ha ispirato anche H. G. Wells nella descrizione dei Morlock, la popolazione che vive nelle viscere della Terra, ne La macchina del tempo (1895). E a sua volta si ricollega alle Teorie della Terra Cava già diffuse da tempo, si ricordi solo per fare un esempio il Viaggio al centro della Terra di Jules Verne (1865).

STEFANO ZAMPIERI

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