Recensione La costa dei barbari di Kim Stanley Robinson

TRAMA DE LA COSTA DEI BARBARI
La costa dei barbari è il primo libro (pubblicato nel 1984) della trilogia delle tre Californie (che comprende anche Costa delle palme e Pacific Edge del 1988) scritta da Kim Stanley Robinson autore divenuto poi celebre per l’altra sua trilogia, quella dedicata a Marte (Rosso di Marte, Blu di Marte, Verde di Marte (pubblicati fra il ’92 e il ’96).

La storia si svolge in un futuro prossimo, in una California post-apocalittica dove la tecnologia è stata abbandonata e la società è divisa tra diverse comunità e soggetta al dominio dei Giapponesi.
Il protagonista, nonché voce narrante, è Henry “Hank” Fletcher, un adolescente che vive nella comunità della valle di San Onofre, sulla costa del Pacifico.
La trama ruota attorno alla proposta di alleanza anti-giapponese avanzata da San Diego a San Onofre, che divide la comunità tra gli anziani contrari e i giovani favorevoli. Un evento sanguinoso segnerà il culmine tragico della vicenda e l’ingresso nella vita adulta del gruppetto di adolescenti protagonisti della storia.
Il romanzo esplora temi come la politica, l’ecologia e la sopravvivenza in un mondo post-tecnologico. Attraverso la narrazione, l’autore dipinge un quadro affascinante e realistico di una California futuristica e delle sfide che le persone devono affrontare per adattarsi a un nuovo modo di vivere.


RECENSIONE DE LA COSTA DEI BARBARI
La narrazione di Kim Stanley Robinson è sempre piuttosto lenta e a tratti faticosa. Non si dilunga più di tanto sugli antefatti, o sui dettagli della guerra nucleare che ha portato gli Stati Uniti alla distruzione. Appare piuttosto interessato ad approfondire i caratteri e le situazioni morali dei personaggi, e a far emergere i contrasti tra diverse visioni del mondo, non solo tra giovani e anziani, ma anche tra diverse attitudini, alla sopportazione o al combattimento. L’ingenuità del giovane protagonista si scontra con le menzogne e gli inganni degli altri, dei collaborazionisti, degli astuti mercanti, gli “sciacalli”.
In questa terra regredita alla pura sopravvivenza, singolare e interessante appare il ruolo di Tom il vecchio saggio che ancora conserva la passione per i libri, oggetti quasi scomparsi, e la scrittura che insegna anche al protagonista. In un mondo deprivato, fatto di piccole comunità isolate di sopravvissuti, il racconto, la narrazione, il raccontar storie, anche se inventate, è un valore aggiunto che non può essere dimenticato. Alla fine però resta un interrogativo inquietante: davvero è questo il futuro che stiamo preparando nel nostro presente?

STEFANO ZAMPIERI

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