Recensione il venditore di miele di Michele Cofrancesco

Bentrovati distofantareaders!

Come procede? Oggi vi presento la mia recensione de “Il venditore di miele”, un libro che casualmente ho visto sui social e che ha attirato subito la mia attenzione. Colpita dalla trama che rispecchia in tutto e per tutto il genere distopico, con forte motivazione e soprattutto entusiasmo ho deciso di leggerlo, ma, purtroppo le mie alte aspettative sono state decisamente deluse e di seguito vi proverò a spiegare il perché.

TRAMA DE IL VENDITORE DI MIELE

Siamo nel 2078 e Phil Phillison, venditore porta a porta, si presenta a George per vendergli del miele naturale. George rimane stupefatto. Anzitutto perché ormai esiste solo un’unica piattaforma di commercio on-line e i negozi fisici sono scomparsi. Poi, perché le api si sono estinte da parecchi decenni e, con esse, il loro prezioso frutto. George acquista il miele e, oltre a diventarne dipendente, subisce effetti collaterali devastanti. Il venditore di miele trae spunto dalla difficile condizione di vita nella quale vertono oggi le api sul pianeta Terra, ma va oltre il territorio esplorato, fino a costruire una dimensione inquietamente fantastica. Infine, da quest’ultima scaturisce lo stimolo a riflettere su questioni attuali: siamo proprio sicuri che un giorno non vedremo davvero delle api robotiche aggirarsi fra noi?.

RECENSIONE DE IL VENDITORE DI MIELE

Il romanzo è ambientato in un futuro distopico. Corre l’anno 2078 ed a causa delle forti alterazioni climatiche dovute all’inquinamento le api si sono completamente estinte. Il miele è un ricordo lontano, ma qualcuno è riuscito a ricrearlo sulla Luna.

La Honeymoon con le sue api meccaniche è in grado di distribuirlo. Phil Phillison, un ragazzo difficile e turbolento viene assunto come venditore porta a porta. Questo lavoro rappresenta per Phil la possibilità di riscattarsi da una vita difficile. Tutto sembra procedere al meglio, il nostro protagonista chiude i suoi primi contratti ma qualcosa di inspiegabile accade. I suoi clienti sembrano sviluppare una pericolosa dipendenza verso il nettare oltre che a manifestare pericolosi effetti collaterali

Il romanzo si sviluppa molto bene per poi capitolare miseramente negli ultimi capitoli.

L’epilogo è affrettato, il lettore ha l’impressione che lo scrittore voglia concludere la storia velocemente lasciando in sospeso gran parte delle vicende senza un reale sviluppo conclusivo.

Lo stile è sufficientemente fluido, tuttavia, ho trovato diversi errori di forma che mi hanno fatto riflettere sull’editing. L’idea è sicuramente molto originale che si affievolisce nello sviluppo della storia.

I personaggi sono ben inseriti nel contesto narrativo, ben descritti e sviluppati.

Le ambientazioni sono poco chiare, soprattutto sul luogo nel quale si snoda la vicenda.

Si parla di “giardino” ma l’autore non si perde tanto in particolari descrittivi di rilievo.

Come lettura è stata, sicuramente, interessante, ma che, purtroppo, non mi ha soddisfatta completamente.

Mi è sembrato un po’ come mangiare una parmigiana con le melanzane al forno invece che fritte!!!.

Godurioso ma un po’ povero! Peccato!!! La delusione è stata abbastanza cocente!

Alla prossima!

Valentina!

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