Recensione Legami di sangue di Octavia E. Butler

Bentrovati distofantareaders!

Ci sono tanti romanzi che affrontano il tema dei viaggi nel tempo ma questo di Octavia Butler è molto particolare perché usa la struttura fantastica per raccontare una storia del tutto realistica nella quale la protagonista – che a mio modo di vedere è alter ego della scrittrice – è intimamente coinvolta.


TRAMA DI LEGAMI DI SANGUE


Il presente della storia è il 1976, bicentenario della dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti. Per un motivo che non svelerò (ma che va intuito perché non verrà mai spiegato apertamente) la protagonista Dana, una scrittrice di colore, si trova catapultata nel 1815 in uno stato schiavista del sud. È costretta dunque a vivere in prima persona la condizione tragica della schiavitù, con tutto il suo contenuto di violenza, di umiliazione, di ingiustizia. Dovrà accettare di essere ella stessa considerata una schiava, e quando proverà a ribellarsi sarà frustata duramente. Così proverà sulla sua pelle il peso di una realtà per lei lontana.

Dana scopre di essere stata chiamata nel passato ogni volta che un giovane uomo bianco di nome Rufus è in pericolo di vita. Rufus è il figlio di un proprietario di piantagioni e Dana si rende conto che è suo antenato. Nel corso del romanzo Dana sviluppa un legame complesso con Rufus, che oscilla tra l’affetto e l’odio. Cerca di proteggerlo e di influenzare il corso degli eventi, ma si rende conto che ogni sua azione potrebbe avere conseguenze imprevedibili sul suo stesso futuro.


RECENSIONE DI LEGAMI DI SANGUE


“Legami di sangue” affronta temi importanti come la razza, la violenza, la libertà e l’identità. Octavia Butler esplora la complessità delle relazioni umane e il modo in cui il passato può influenzare il presente. Il romanzo offre una prospettiva unica sulla storia americana e invita il lettore a riflettere sulle ingiustizie del passato e del presente.
Aiutata dal marito, Kevin, anche lui uno scrittore ma bianco, Dana si inserisce nelle complicate familiari di Rufus e scopre che la sua antenata diretta è nata proprio da un atto di violenza del padrone bianco ai danni di una schiava.

Il romanzo della Butler è sicuramente una grande opera letteraria, nella quale si mette in gioco non solo la complessità delle relazioni umane, ma anche la dinamica della scrittura, la sua fedeltà/infedeltà alla realtà. La protagonista scrittrice infatti si rende conto della differenza che può passare tra il descrivere una situazione tragica e il viverla: le ferite delle frustate sulla sua schiena rappresentano il confine tra verità e finzione, quel confine che ogni scrittore crede di aver ben chiaro ma che in realtà rappresenta una distanza incolmabile.

Octavia Butler (morta nel 2006) è stata una delle poche donne afroamericane ad avere successo nel campo della fantascienza. È stata insignita di numerosi premi letterari, tra cui il premio Hugo e il premio Nebula. Legami di sangue è il suo testo più noto, lo consiglio caldamente perché è una lettura che lascia il segno.

STEFANO ZAMPIERI

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