Recensione Primavera del Tarassaco

Questo libro, “Primavera del Tarassaco” di Michele Rocchetta edito da Sàga Edizioni mi è stato suggerito da Amazon in base alle mie preferenze di lettura e di acquisto. Alla fine è vero, ci controllano!

TRAMA

Non tutte le primavere esplodono allo stesso modo. Non tutte le primavere portano rinascita e fiori. Alcune sono più crudeli, sono la manifestazione concreta di una divinità che scatena tutto il suo furore, perché è stata da troppo tempo dimenticata. È l’apocalisse. Il giorno della resa dei conti. Il crollo totale di una civiltà. Un tremendo atto terroristico ha causato la scomparsa totale degli idrocarburi e dei suoi derivati. E la primavera del tarassaco che porta con se il collasso tecnologico, sociale e istituzionale a livello globale. Tre mesi dopo il disastro, Dario si ritrova a muoversi in un mondo totalmente cambiato. Solo, senza affetti, con un dolore sordo che grida nel petto vedrà l’uomo dare il peggio di se: guerre, razzie, crudeltà, la compassione che lascia posto al cinismo. È questo il mondo in cui vuole davvero vivere? In una guerra tra senza esclusione di colpi Dario dovrà scegliere se rinunciare alla propria umanità o lottare per una speranza: quella di un domani migliore capace di lasciarsi le tenebre alle spalle.

RECENSIONE Primavera del Tarassaco

Un attacco terroristico mette fine alla civiltà umana moderna, tutti gli idrocarburi scompaiono e gli esseri umani collassano in un moderno medioevo.

Ambientato sull’appennino bolognese il romanzo ci mostra la caduta della società attraverso gli occhi di Dario, un uomo come tanti, mediocre e anonimo, fino al giorno in cui la sua vita prende una svolta inaspettata: quella di sopravvivere al disastro.

Le macchine si sono fermate, la tecnologia è caduta e gli esseri umani si organizzano in tribù, in fazioni, per difendere quel poco che hanno. Da un lato i predatori, coloro che puntano sulla forza, sull’aggressività per ottenere la supremazia, e dall’altro le mandrie di coloro che preferiscono far fronte comune alla minaccia. Una contrapposizione forte, naturale e che estremizza i comportamenti delle persone.

L’idea, già nota e già abbondantemente sfruttata, viene rivista in chiave nostrana dall’autore per narrare uno spaccato d’Italia, ricco di particolari e di una quotidianità credibile. Una piccola apocalisse che dona un senso di disagio per la vicinanza emotiva dei luoghi, ma che non perde la sua aura immaginifica.

Lo stile è pulito, asciutto, e la storia si svolge in maniera lineare, il che non è un male, se non fosse per la sensazione di trovarsi davanti a un’immensa morale celata dietro una storia. E’ evidente che l’autore vuole tramettere un messaggio, che è anche corretto e che dal punto di vista umano condivido, ma il modo in cui lo impone nella narrazione rovina un po’ il piacere della lettura. Invece di portare il pubblico a ragionare su quale sia il lato giusto in cui schierarsi, o se ciò che è accaduto sia una condanna o una liberazione per l’umanità, Michele Rocchetta “impone” il suo pensiero con scelte narrative mirate a far emergere solo una risposta “corretta”. Non che sia sbagliato, ma credo sarebbe stato più interessante dare ai lettori la possibilità di scegliere, almeno per stupirli con improvvisi momenti di comprensione per le motivazioni di tutti gli schieramenti.

Per il resto, non posso dire nulla. La storia non è male, c’è molto potenziale e il finale lascia molte porte aperte, l’unica vera pecca, per il mio gusto personale, è la mancanza di coraggio. Non nel mostrare la catastrofe o nel narrare gli eventi, ma nel creare empatia anche con i “cattivi”, nel far scegliere al pubblico se si vuole essere Dario o Arnoldi.

Sicuramente è un ottimo romanzo. Sfrutta bene il senso di confort, se possiamo definirlo così, generato da scenari noti e l’ambientazione per dare alla storia una credibilità narrativa. Per quanto possa sembrare banale, è bello leggere di Dario invece che di Jason o di Jack. Ci si sente più coinvolti nel leggere di come un territorio che conosciamo sia andato in fumo o di scalate a monti che abbiamo visitato.

Per il resto un ottimo romanzo, uno di quelli da regalare a chi vuole iniziare con la distopia o a chi è stufo di YA ambientati in Inghilterra o negli States.

A presto.

Delos

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