Recensione “Nessuno ti salverà”

“…”

La protagonista del film dall’inizio alla fine.

Ci sono volte, nella vita, in cui tutto ciò che vuoi fare è staccare la spina e buttarti sul divano a guardare un film, che sia divertente o triste, ricco d’azione o pieno di dialoghi su fisica quantistica, horror o commedia romantica, questo è un altro fattore trascurabile.

L’importante è non pensare a nulla e goderti ciò che decidi di vedere. Domenica 24 Settembre 2023, il sottoscritto ha ben deciso di mettersi comodo sul divano e accendere la sua piattaforma streaming preferita (al momento): Disney+.

Volevo vedere gli ultimi episodi di Star Wars: Rebels per poter finalmente iniziare la serie su Ahsoka (e magari recensirla) e invece nelle anteprime spunta l’immagine accattivante di una ragazza impaurita che si nasconde dietro un muro. E l’avvincente titolo “Nessuno ti salverà“.

Recensione "Nessuno ti salverà" - Ahsoka
E niente, Ahsoka è ancora lì che mi aspetta

Leggo le tre righe di trama che citano testuali parole: “Una donna sola combatte alieni che minacciano il suo futuro, forzandola ad affrontare il suo passato.

La mia faccia assume pressappoco quella che aveva Michelle Obama quando esclamava un bel “Me cojoni” e subito penso che hanno fatto qualcosa di spettacolare. Cioè, vedere un film che sembra essere un fantascientifico con tratti psicologici è proprio quel che ci vuole.

Chiamo la mia dolce metà per vedere il film insieme e schiaccio PLAY.
Col senno di poi vorrei non averlo fatto.

Il silenzio è d’oro

Il film inizia presentandoci Brynn, interpretata da Kaitlyn Dever, una ragazza (e già sbagliamo col fatto che le tre righe di trama me la presentavano come una donna, io immaginavo già una seconda Ellen Ripley, insomma) che vive da sola in una bella casa in periferia di una cittadina americana. E quando dico “periferia” intendo che casa sua è isolata dal mondo, come è giusto che sia.

Subito noto qualcosa di strano: il film si concentra tanto sul respiro della protagonista o sui suoni tipici di quando qualcuno si schiarisce la gola. “Vabbè dai, tra poco arriva qualche altro personaggio e la invoglierà a fare una conversazione” penso.

Eppure non arriva nessuno, e il film ci mostra la giornata tipica della ragazza che a quanto pare sembra essere parecchio disadattata. Fa spesso allenamento per sfoggiare il suo magnifico sorriso davanti allo specchio, si esalta come non mai quando arriva un pacco contenente un edificio in miniatura della sua cittadina che ha riproposto in casa sua, ha degli adesivi a terra a forma di impronta di scarpe per far sì che possa allenarsi a ballare.

Passano i primi 15 minuti e ancora non si è sentito nessuno parlare. E poi… squilla il telefono!
Cavolo sì! Finalmente adesso risponde e si sentirà la sua voce” penso.
E infatti la ragazza afferra la cornetta divertita e riaggancia subito perché non vuole essere disturbata, e addio grandi piani per poter sentire la voce di Brynn.

Nel frattempo ricevo il primo “ma che è ‘sta roba?” da parte della mia dolce metà.

Mamma ho un alieno in casa

La giornata silenziosa di Brynn giunge al termine. Si mette a dormire, e proprio come avviene in ogni sci-fi che si rispetti… arrivano gli alieni (che poi mi chiedo per quale motivo devono sempre arrivare di sera). Ok, detto così sembra che bussino alla porta e abbiano champagne e salatini per un party.

La ragazza viene svegliata di soprassalto da un bidone della spazzatura caduto e decidendo di scendere al piano inferiore per sistemare tutto, si accorge che la porta d’ingresso è aperta. Panico. “Ci sono i ladri in casa” penso, ma poi ricordo di aver letto le tre righe di trama. “Ah no, sono gli alieni.”

Tra un ‘nascondiamoci‘ da una parte ed un ‘chiamiamo aiuto‘ dall’altra, inizia quindi uno strano momento della pellicola. A tratti è pure piacevole vedere come la bravura dell’attrice, a mostrare la sua paura, catturi l’intera scena. Scena che, però, dura troppo poco quando viene mostrato l’alieno in questione.

Avete presente lo stereotipo tipico dell’alieno?

Ok no, non proprio come Roger di “American Dad“… o forse sì.

Quando si parla di alieni, la prima cosa che si pensa è ‘omini verdi‘ o ‘omini grigi‘.
Nel caso di “Nessuno ti salverà” il colore vincente è proprio il grigio, ecco perché dicevo che la somiglianza con Roger c’era tutta.

Ma non è solo il colore ciò che rende l’alieno uno stereotipo ma anche la fattezza fisica. Mi sarei aspettato un alieno particolare, una via di mezzo tra E.T. e il Demogorgone di “Stranger Things“. E invece no, ci tocca un classico alieno che più classico non c’è.

Brynn riesce a sconfiggerlo, più per pura fortuna (per non dire una parola di quattro lettere che inizia per C) che per bravura. Ad ogni modo, l’alieno viene fatto fuori nel giro di qualche minuto. E quindi il film potrebbe tranquillamente finire qui. Giusto?

Sbagliato! Perché Brynn decide di andare alla centrale di polizia per avvertire tutti che la sera prima un alieno era entrato in casa sua e che il cadavere giace ancora coperto da un tappeto. “Qui non si scappa” penso entusiasta. “Adesso deve parlare per forza“.

Niente, ragazzi. In centrale non si parla perché, a quanto pare, la ragazza è mal vista dagli abitanti per un motivo a noi sconosciuto. Quando capisce che non può chiedere aiuto a nessuno, Brynn fa l’unica cosa che chiunque farebbe: un biglietto di sola andata via da quel luogo.

Fine di “Nessuno ti salverà“, giusto? Sbagliato! Perché a quanto pare l’alieno che era entrato in casa sua, la notte precedente, era solo uno dei tanti che hanno invaso case altrui e che quindi si sono “impossessati” dei loro abitanti. E quindi, durante un agguato, la ragazza, tra un urletto e qualche gemito (ma mai una parola) riesce a liberarsi.

E qui ho iniziato a ridere. Perché invece di fuggire, Brynn decide di tornare a casa e prepararsi alla battaglia. E come, se non come Kevin McCallister in “Mamma ho perso l’aereo“? Qui la ragazza decide di uscire fuori i suoi bicipiti da donna forte e… mettere dei pentolini a bollire… prendere un taglierino… barricare la porta d’ingresso scardinata dal giorno prima con un divano, un piumino e dei chiodi

E qui la mia dolce metà dice il suo secondo “ma che è ‘sta roba?

Un lavoro pensato bene e gestito male

Fondamentalmente “Nessuno ti salverà” è questo.
Roba già vista una marea di volte, con invasioni aliene e fughe rocambolesche, ma con delle chicche particolari, come ad esempio l’assenza totale dei dialoghi.

Senza fare troppi spoiler, la ragazza, tutto il film dirà solo tre parole. E questo non è per forza un male, dopotutto ci sono stati molti film che hanno giocato su questa totale assenza di dialoghi. Basti pensare ad “A Quiet Place” dove però i momenti di silenzio erano dovuti alla minaccia che incombeva sui protagonisti.

In “Nessuno ti salverà“, invece, serve più per capire più a fondo ciò che accade alla protagonista. Una ragazza solitaria e isolata, incapace di relazionarsi con il prossimo e di conseguenza impossibilitata a parlare con chi potrebbe effettivamente aiutarla.

Sarebbe stato un tocco originale, ma purtroppo è tutto gestito decisamente male.
Non si prova empatia per Brynn, anzi, il più delle volte è proprio odiosa e speri che gli alieni la prendano e che il film finisca piuttosto che vedere altro minutaggio in cui lei non fa altro che prendere decisioni idiote che una persona sana di mente non farebbe mai.

E quando finalmente si scopre qualcosa riguardo il passato della ragazza, anche in quel caso, non si riesce a legare pienamente con lei. Capisci qual è la causa del suo turbamento; capisci le motivazioni per le quali la sua comunità la schiva (e la schifa); capisci il fardello che porta dentro di sé… ma nonostante tutto non cambia nulla.

E quei silenzi, che servivano a prepararti alla rivelazione finale, non rimangono altro che silenzi fini a se stessi. Il tutto è contornato da una colonna sonora astratta e che non resta impressa, ma degli effetti sonori davvero di alto livello (credo che in una sala iSense avrebbe avuto il suo perché).

Anche gli alieni stessi sono tra i più stupidi mai visti. Senza contare che caratterialmente sembrano dei gatti, che prima ti attaccano, poi si calmano e ti guardano con degli occhioni dolci e subito dopo ti attaccano nuovamente così a caso… anche come furbizia non superiamo mica un alto livello.

Il finale di “Nessuno ti salverà” è sensato sotto alcuni punti di vista, sotto altri è qualcosa di strano che ti lascia quell’amaro in bocca e che ti fa dire “Cosa cavolo ho visto?” proprio come la mia dolce metà mi ha detto non appena sono iniziati a scorrerei titoli di coda.

Home Video non è sinonimo di brutta qualità

Si dice che i film pensati per l’home video abbiano sempre pecche e siano mal gestiti, ma come tutti i luoghi comuni anche in questo caso si tratta di parole non fondate. Basti ricordare il bellissimo “Prey“, uscito lo scorso anno per la medesima piattaforma, che tutto era tranne che un brutto film (ha anche preso un bel 7 nella nostra classifica di gradimento dei film usciti nel 2022)

Ma è anche vero che nel caso di “Nessuno ti salverà“, sembra che il regista, Brian Duffield (sceneggiatore del secondo capitolo della saga di “Divergent: Insurgent“, e producer del recente “Cocainorso“), abbia avuto dei colpi geniali che di geniale non hanno tanto, anzi.

Vi consiglio di vedere “Nessuno ti salverà“?
Lasciate perdere. C’è un catalogo infinito da guardare e potrete, di certo, scegliere un film decisamente più bello. Poi se non volete ascoltare il mio consiglio e volete vederlo ugualmente come ha fatto qualcuno dello staff quando ho detto “Non guardatelo“, non ditemi che non ve l’avevo detto.

Il titolo in fin dei conti è tutto un programma.
Nessuno ti salverà” nel caso in cui decidessi di volerlo vedere. E pensare che c’erano stati film che avevano titoli che ti mettevano in guardia, come successe con “X-Files: Voglio Crederci“… già volevo davvero crederci che fosse un bel film, e invece…

Detto ciò, sono ben lieto di sapere la vostra opinione.
Alla prossima recensione!

Ron



One Reply to “Recensione “Nessuno ti salverà””

  1. Bellino, ma sconclusionato.
    Bello lo stile e belle le E.B.E. (solo per intenditori), intriganti certe scelte (i silenzi o le pose) ma altrettanto vero che molte volte mi son ritrovato a vedere questi alieni all’opera e chiedermi: “ma sono del mestiere questi?”…

    Ci sono un paio di “stacce” giganti, momenti così sconcliusionati che ti kickano fuori dalla suspension of disbelief, ma il film riesce comunque a restare con un certo ritmo e lo segui fino alla fine.
    Concordo sulla totale mancanza di empatia con la protagonista (anzi io empatizzato un sacco per “macchia scura”) che in qualhe modo fa fallire la narrazione in toto.
    Però resta comunque un film che intrattiene pe 90 minuti, e senza dire na parola.
    Varrà qualcosa no?

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