Recensione (fumetto): “Planet Dead” di Stefano Bonazzi e Luciano Costarelli

TRAMA

Nel 2026 gli zombie camminano sulla terra. Dopo un primo momento di confusione le grandi potenze hanno creato un cordone sanitario attorno all’epicentro africano dell’epidemia. Le conseguenze di ciò hanno però portato l’umanità sull’orlo del conflitto mondiale. Quando in un porto del sud dell’Europa vengono scoperti i piani per un attentato terroristico che coinvolge orde di non-morti la situazione sembra precipitare. Solo Luca Lavieri, giornalista d’assalto ormai disilluso, deciderà di non credere alle versioni ufficiali e comincerà un’indagine in cui dovrà vedersela con agenzie governative, mercenari e avventurieri di ogni risma e che lo porterà dall’Italia a Bruxelles, passando per il golfo di Guinea e il medio oriente, cercando di sventare un complotto che rischia di condurre il mondo nell’apocalisse Zombie.

RECENSIONE

Scrivo questa recensione dopo aver letto i primi tre numeri di Palanet Dead, tre piccoli capitoli di una storia horror con una forte tinta investigativa.

Nonostante il tema zombie negli ultimi anni sia stato abusato nel mondo fumettistico, l’opera di Costarelli e Bonazzi riesce a mantenere un’ampia dose di originalità. Realizzata con uno stile molto italiano ha una cadenza narrativa che strizza l’occhio all’America e un’impatto grafico degno dei migliori maestri francesi. Si vede che il team creativo non si è inventato un hobby, ha letto e studiato molto prima di mettere mano alle matite, ha preso ciò che di buono ha trovato negli anni e lo ha reinterpretato per renderlo unico e riconoscibile.

La quasi totale mancanza di didascalie porta il lettore direttamente al centro della storia. Non servono interminabili spiegazioni fuori campo, le vicende scorrono veloci tra le pagine come le immagini di un film. I personaggi sono ben delineati e bastano tre scene per iniziare a capirli, ognuno ha una sua prerogativa e un carattere facilmente riconoscibile.

Lavieri è un giornalista investigativo tutto italiano, un uomo che fa di necessità virtù e che riesce a cavarsela anche nei momenti in cui tutto sembra andare nel verso sbagliato. Un combattente che non accetta la verità che gli viene imposta e che ha deciso di far luce su una terribile minaccia che incombe sull’Europa.

Partendo da un antefatto, che pur non avendolo letto non inficia sulla storia, Planet Dead si snoda in un ambizioso giallo internazionale in cui i Grandi Poteri giocano con le sorti del mondo.

I disegni di Luciano Costarelli hanno un fascino quasi vintage e si inseriscono perfettamente nell’ambientazione thriller della storia.

Realizzati con una tecnica molto particolare, che ricorda dei fini acquarelli di china, vivono di mille sfumature di grigio. Toni pennellati su un tratto pulito, a volte quasi abbozzato, per creare dei contrasti che hanno il sapore nostalgico di quando i fumetti si facevano ancora tutti a mano libera.

Al giorno d’oggi l’utilizzo delle tavolette grafiche ha reso obsolete alcune tecniche, sopravvissute solo nelle scuole di disegno come esercizio propedeutico, e trovo affascinante la possibilità di apprezzare di nuovo l’imperfezione artistica che solo una tavola “senza cancellazioni digitali” può offrire.

Planet Dead è una bella opera che ha solo un difetto: è troppo breve. Ogni volume meriterebbe almeno il doppio delle tavole per poter trascinare meglio il lettore nella storia… ma forse sono io che ho solo voglia di leggerne ancora 😉

Per ora mi fermo qui e aspetto di sapere cosa ne pensate.

A presto.

Delos

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