Recensione Non farlo di Alex Roggero

Bentrovati fantadistoreaders! Oggi vi presento la mia recensione di questo romanzo corto. Si tratta di “Non farlo” di Alex Roggero, un libro che mi ha messo a dura prova!. Se avrete pazienza di proseguire la lettura vi spiego il perché.

La trama del libro


Il romanzo breve, “Non farlo” di Alex Roggero, narra le mirabolanti avventure di un viaggiatore che si sposta da un luogo all’altro vivendo di espedienti e furti, finendo coinvolto in un intrigo mortale.
Il narratore-protagonista racconta in prima persona, in un uno stile confidenziale e dinamico, la serie di (dis)avventure a tratti rocambolesche, a tratti grottesche in un contesto internazionale di generiche metropoli, scali aeroportuali, automobili. Il ritmo è volutamente accelerato, a tratti frastornante, i personaggi tendono alla caricatura, al fumetto, sono mossi dal desiderio di potere, piacere, droga, noia. I luoghi sono i non luoghi per eccellenza, la metropoli, l’aeroporto, l’autostrada, l’albergo, la casa qualunque, la camera da letto.


RECENSIONE Non Farlo

Di distopico, in questo libro, c’è la società di oggi, descritta restando sulla superficie, affidandosi a un movimento caricaturale e fine a sé stesso, con capacità soprannaturali che compaiono e scompaiono a seconda del punto in cui la trama si sviluppa.
Personalmente non sono riuscito ad apprezzare la vicenda narrata, mi è stato impossibile empatizzare con i personaggi, particolarmente con il protagonista, un io narrante piuttosto dozzinale e schematizzato. Conoscendo l’autore come scrittore di viaggi, mi aspettavo un romanzo molto diverso da quello che ho letto, qualcosa di meno affrettato e meno convenzionale. Si tratta naturalmente del mio parere, del tutto personale. Un maggiore approfondimento della psicologia del protagonista, per esempio, avrebbe potuto costituire un punto di forza, così come le motivazioni dei viaggi seriali, al di là del non finire intrappolato nel solito lavoro sedentario e senza uscite. Altrettanto potenziale c’era, secondo me, nel personaggio femminile, che avrebbe potuto essere indagato come essere umano e non come semplice donna bella, forse fatale, forse no.

Ci sono duecentosei nazioni nel mondo. Se togliamo quelle inventate come la Città del Vaticano, San Marino e il Principato di Monaco, ne rimangono comunque circa duecento. Vivendo per un mese in ognuno di queste, il mio viaggio dovrebbe durare circa 17 anni. Me ne mancano quindi ancora 9. Sono partito perché non avevo un obiettivo, ero impaurito. Non volevo finire a lavorare in un ufficio per 10 ore al giorno, vestito come un coglione con il suo completo ‘blu impiegato’ e una cravatta rossa al collo. Ovviamente non volevo nemmeno finire a 30 anni senza un lavoro, a vivere nella cameretta della casa dei miei genitori, riflettendo su cosa non vada nella mia vita.
Questo viaggio mi ha dato un obiettivo.”


Credo che quest’opera, che forse come racconto di una ventina di pagine avrebbe avuto il suo pregio in termini di dinamismo e sorpresa, nella sua lunghezza attuale non riesca a lasciare un buon ricordo perché nonostante le fantomatiche avventure, si sfiora la prevedibilità, a tratti la noia, a tratti il fastidio nel vedere ottimi spunti venire tralasciati e bei momenti persi nella ricerca dell’eccesso.
È fin troppo facile essere severi con i libri altrui, e l’esercizio letterario merita rispetto: per Non farlo, terminata la lettura mi resta un retrogusto amaro, come se l’autore mi strizzasse l’occhio sussurrando, ma non l’hai letto il titolo? Non l’hai letto davvero?.

Alla prossima!

Roberto




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