Erin Doom, una di noi

Mai avrei pensato a distanza di anni di tornare a scrivere qui (e infatti non fateci l’abitudine, la mia è una comparsata), ma quando ho scoperto che Erin Doom è un’amante del Distopico non ho saputo resistere e le ho subito mandato un messaggio.

Erin (Matilde), non ha bisogno di presentazioni ma, dato che il genere di cui si occupa non è propriamente quello trattato in questa landa post-apocalittica, vi faccio un breve recap.

Eccola qui, proprio in occasione della sua prima apparizione, avvenuta a Che tempo che fa di Fabio Fazio. Ma non trovate anche voi che somigli un po’ a Céline Dion? Vagamente.

Vabbè, somiglianze a parte, Matilde ha iniziato la sua avventura con la scrittura sulla nota piattaforma di Wattpad, per poi approdare in tutte le librerie d’Italia (e non solo) grazie a Magazzini Salani. Il suo romanzo Fabbricante di lacrime (di cui sono in corso le riprese cinematografiche), libro che ho amato fra l’altro, è stato il più venduto del 2022. Anche “Nel modo in cui cade la neve” non è passato inosservato, ma credo di non sbagliare prevedendo che Stigma, recente novità dell’autrice, farà numeri ancora più alti.

“Bene, ma cosa c’entra Erin con Leggere Distopico e Fantascienza oggi?” penserete voi.

Ve lo racconto subito, impazienti che non siete altro.

Durante il primo firmacopie che si è tenuto a Milano, sempre in compagnia di Fabio Fazio, è stato chiesto a Erin quale fosse il suo genere preferito e… udite, udite, la sua risposta è stata: “Il genere Distopico” (buongustaia!). Perciò va da sé che, tra un messaggio e l’altro in cui la ringraziavo per avermi fatto fare le ore piccole incollata alle pagine di Stigma (ve l’ho già detto che dovete assolutamente leggerlo?), le ho chiesto di citarmi due titoli Distopici che le stanno a cuore, così da poterli consigliare alla community più distopica del web!

Mi sarebbe piaciuto sentirle dire “L’Ordine” e “L’Abisso di Anime“, ma ahimè non è andata così 😅 la dolcissima Erin ha puntato su due capolavori indiscussi che non possono mancare nella libreria di un Distopico DOC.

Ecco la sua risposta per voi:

“I miei preferiti: 1984 di Orwell, Fahrenheit 451 di Ray Bradbury. Ho letto anche Il signore delle mosche (William Golding) che a primo acchito può sembrare che non rientri nel genere, invece tratta proprio di quello che si intende per distopico: una visione particolare di quello che diventerebbe la nostra vita in un futuro eventuale se la strada che l’umanità intraprende vira in negativo. A me sono piaciuti molto: ti lasciano quel brivido di riflessione e consapevolezza che molto amo di questo genere; mette in dubbio la stessa etica e morale umana trattando situazioni estreme ma poi non così lontane dai nostri contesti sociali, o comunque dal nostro immaginario.”

Lasciatemi aggiungere (e anche qui non ci allontaniamo dalla distopia), che sono sconcertata dalla mole di commenti negativi, pochissimi rispetto a quelli positivi ma comunque di troppo, lasciati da persone che non hanno mai letto un suo libro e che hanno probabilmente dato sfogo a invidia e frustrazione. Quale scrittore non vorrebbe essere al suo posto? Avere lettori così innamorati dei propri scritti? (non fate gli ipocriti). Beh, lei se lo merita tutto questo successo, e ve lo dico io che i suoi libri li ho letti.

Indubbiamente il genere può piacere o non piacere, ma la bravura della sua penna a mio avviso è insindacabile.

Quindi, e qui mi rivolgo soprattutto alle lettrici che negli anni addietro non si perdevano una delle mie recensioni in merito ai Distopici con venature Romance, date retta a me e immergetevi nei libri di Erin, soprattutto Stigma. Vi assicuro vi regalerà emozioni impagabili.

Cari Distopici, dalla vostra Liliana Marchesi è tutto 🖤

TRAMA

Certi amori ci restano addosso. Come una cicatrice. La protagonista di questa storia non crede più nei miracoli. Troppe volte la vita l’ha masticata e risputata, illudendola che un futuro scintillante fosse in serbo per lei. Da sola e senza mezzi, Mireya decide di trasferirsi a Philadelphia in cerca di fortuna. Con sé ha soltanto una vecchia valigia, intorno l’inverno gelido di una città sconosciuta. Il suo personale miracolo sembra compiersi quando si imbatte in un’insegna al neon che si staglia nel buio della notte. Eccentrico e sfarzoso, il club Milagro’s è un luogo capace di affascinare chiunque ne varchi la soglia, Mireya compresa. Con l’ostinazione di chi non ha niente da perdere, la ragazza riesce a farsi assumere come barista. Il Milagro’s, però, è più di un locale esclusivo. Dietro le sue porte chiuse, oltre i lustrini e le luci di scena, si intrecciano destini e sussurrano segreti. I più oscuri si condensano tutti nel viso aspro e incantevole di Andras, il capo della sicurezza. Fra Mireya e Andras è odio a prima vista. Entrambi portano sulla pelle gli stessi segni, hanno addosso il marchio di chi ha dovuto imparare a lottare per sopravvivere. Eppure i due continuano a imbattersi l’uno nell’altra, come attirati da una forza misteriosa che non sanno né possono contrastare, stretti da un filo dorato più forte di un destino.

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