Recensione Older Gods

Older Gods, disponibile su PrimeVideo, è un horror d’atmosfera. Un film che si focalizza sull’emotività globale della pellicola, che procede lentamente verso l’apice della tensione Lovecraftiana.

Trama del film

Chris Rivers è un americano che si ritrova nella campagna gallese per seguire le tracce di un oscuro culto apocalittico che inneggia agli “antichi dei”.

Un film made in UK, che richiama l’orrore cosmico di Lovecraft e lo trasporta nel silenzio opprimente del Galles.

Recensione Older Gods

Una casa isolata nella campagna gallese. Un uomo alla ricerca di risposte. Misteri e antichi culti che emergono dalla profondità della paura.

Su queste basi si sviluppa un film a basso costo ma di grande qualità.

Il terrore è presente ovunque, ma non ha l’invadenza dello splatter o lo stalking macabro di quelle pellicole in cui ogni dieci minuti viene torturato qualcuno. Older Gods è una pellicola che lascia un posto accanto allo spettatore per far sedere il disagio.

Realizzato da una manciata di persone, tra cast e tecnici, Older Gods racconta un orrore antico come l’universo attraverso gli occhi di Chris Rivers. Claustrofobico, scuro, con un’ambientazione che potrebbe far saltar fuori streghe e fantasmi a ogni inquadratura, il film si basa su una sceneggiatura semplice ma funzionale. Invece di puntare su scene forti, su spaventi gratuiti intensificati da litri di sangue, il regista utilizza un senso di terrore dilagante per generare la tensione emotiva nel pubblico.

Il film non manca di momenti in sui sono saltato sulla sedia, e con me è semplice visto che non amo gli horror e mi spavento facilmente, ma la grazia con cui è stata evitata ogni tentazione di cadere nel trash da alla pellicola una serietà/professionalità maggiore a tanti film più blasonati.

Less is more è il miglior modo per riassumere questa produzione. Una sceneggiatura che richiama Lovecraft senza però riprendere nulla di specifico, un incipit semplice e una gestione della narrazione che fa dell’attesa della paura la paura stessa. Una storia con il protagonista sempre in scena, che interagisce con il pubblico attraverso luna gestualità più intensa del parlato.

Mi è piaciuto? Sì, è evidente la professionalità e la capacità di chi ci ha lavorato. No, perché nonostante tutto non amo il genere e a metà del film ho accusato momenti di calo d’interesse.

Sicuramente consigliato agli amanti di Lovecraft e a chi ama la suspense.

A presto.

Delos

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