STREGA DI SERA BEL TEMPO SI SPERA

Di Daniela Piegai, Nicoletta Vallorani
Delos Digital
10 Ottobre 2023

Il “Sacro Graal” della fantascienza femminista italiana. Una vicenda che sfugge beffarda a tentativi di definizione, ineffabile e inafferrabile. Perduto per quasi quarant’anni, il romanzo scritto a quattro mani dalle due più importanti autrici italiane di fantascienza, Daniela Piegai e Nicoletta Vallorani, è tornato alla luce, e viene presentato per la prima volta, revisionato e modificato dalle due autrici. Tra gli Appennini del Cinquecento e la “Milano da bere” degli Anni Ottanta si rincorrono le vicende di due “streghe”, due donne consapevoli e indipendenti, artefici del proprio destino. “Ed ecco allora che l’oscura minaccia. Tremate, tremate, le streghe son tornate” diviene, con rovesciamento di registro, l’allegria scanzonata di «Strega di sera bel tempo si spera», in una vicenda che sfugge beffarda a tentativi di definizione, che non appartiene a un genere codificato, che si rivela ineffabile e inafferrabile” (dall’introduzione di Laura Coci).

Descrizione

Di Daniela Piegai, Nicoletta Vallorani
Delos Digital
10 Ottobre 2023

Il “Sacro Graal” della fantascienza femminista italiana. Una vicenda che sfugge beffarda a tentativi di definizione, ineffabile e inafferrabile. Perduto per quasi quarant’anni, il romanzo scritto a quattro mani dalle due più importanti autrici italiane di fantascienza, Daniela Piegai e Nicoletta Vallorani, è tornato alla luce, e viene presentato per la prima volta, revisionato e modificato dalle due autrici. Tra gli Appennini del Cinquecento e la “Milano da bere” degli Anni Ottanta si rincorrono le vicende di due “streghe”, due donne consapevoli e indipendenti, artefici del proprio destino. “Ed ecco allora che l’oscura minaccia. Tremate, tremate, le streghe son tornate” diviene, con rovesciamento di registro, l’allegria scanzonata di «Strega di sera bel tempo si spera», in una vicenda che sfugge beffarda a tentativi di definizione, che non appartiene a un genere codificato, che si rivela ineffabile e inafferrabile” (dall’introduzione di Laura Coci).