DANGER #1: Consonno

Buongiorno miei cari Distopici!

Di recente nel Gruppo Leggere Distopico, la nostra casa base, abbiamo introdotto una nuova rubrica. Colpa mia lo ammetto. Non ho saputo resistere al fascino e al mistero che aleggia intorno ai luoghi abbandonati.

DANGER, questo il nome che con cui ho battezzato questo nuovo format, si occuperà di scovare tutti quei luoghi abbandonati e avvolti dal mistero per raccontarvi la loro storia 😉
Vi piace l’idea? ^_^

A me sì, da impazzire!
E questa idea mi è venuta in mente parlando con Marco Magnone (durante il nostro incontro in Mondadori) che per suggerirmi un luogo decisamente appropriato per un eventuale raduno di noi Distopici, mi ha parlato di Consonno!
Quindi oggi scopriremo insieme questo luogo e i suoi segreti 😉

Consonno è una frazione del comune di Olginate situato all’estremo meridionale delle Prealpi lombarde. Occupa una superficie di 300.000 metri quadrati, parte della quale è attualmente coperta da boschi. È posto a 692 metri sul livello del mare ed è uno dei punti più alti da cui si può osservare il paesaggio circostante: è possibile vedere l’andamento del fiume Adda a partire dal lago di Lecco, il monte Resegone e tutti i paesi posti al di sotto della collina come Olginate, Valgreghentino, Garlate e Airuno.
Il paesaggio naturale è stato notevolmente deturpato in seguito all’abuso edilizio degli anni 60 e 70 del XX secolo durante la costruzione della “città dei balocchi” di cui parleremo dopo.
Oggi Consonno è raggiungibile attraverso una strada percorribile in automobile da Villa Vergano, oppure a piedi da diversi sentieri attraverso i boschi circostanti. Il rischio sismico è molto basso mentre è elevato quello idrogeologico. Ne è prova la frana che nel 1976 distrusse la strada che portava verso il paese, decretando la fine del borgo.

Consonno prima

Ma cosa è successo a Consonno?
Il piccolo borgo, in origine di proprietà del monastero benedettino di Civate, vede il principio della propria fine con l’arrivo del conte Mario Bagno, un imprenditore milanese (di origini Vercellesi).
Nel periodo del boom economico italiano il Conte con la sua azienda stava costruendo strade e aeroporti su tutto il territorio nazionale, e aveva adocchiato Consonno come il luogo in cui costruire un grande progetto come la sua “città dei balocchi” in quanto facilmente raggiungibile da Milano.
Per poter realizzare questo progetto sarebbe stato però necessario prima abbattere tutte le costruzioni dell’antico borgo allora esistente, cosa che non parve dispiacere agli abitanti, dato che vaste aree di campagna sarebbero poi state bonificate per costruire enormi quartieri. Tuttavia il conte Bagno prima ancora di possedere Consonno, fece costruire una nuova strada che avrebbe dovuto congiungere Consonno a Olginate.
Su proposta del conte, l’amministrazione comunale di Olginate nel 1961 approvò il progetto della strada che, nonostante fosse finanziata da privati, fu donata al comune. Sulla strada appena costruita iniziarono a transitare camion e ruspe che diedero il via ai lavori di demolizione del borgo di Consonno.
Il costo totale dell’operazione ammontò a circa 22.500.000 lire. In quel periodo molti abitanti abbandonarono il borgo a causa della crisi del settore agricolo. Si fermarono invece coloro che vedevano positivamente i lavori del conte, pensando che Consonno sarebbe diventato un centro agrituristico che avrebbe portato lavoro e possibilità di vendere direttamente i propri prodotti.

Panorama Consonno

Continuiamo ad addentrarci nella storia di Consonno e cerchiamo di intuire cosa l’ha resa la città fantasma che è oggi.

Non appena i lavori iniziarono fu subito chiaro che il conte avrebbe voluto costruire una “Las Vegas” in Brianza. Con le ruspe, i dipendenti dell’impresa Bagno iniziarono ad abbattere tutto quello che trovavano. Persino le stalle furono distrutte. Gli unici edifici che non furono distrutti furono la chiesa risalente al XIII secolo, la canonica e il cimitero.
Tutte queste opere però intaccarono l’equilibrio geologico del territorio e nel 1966 le continue piogge favorirono il movimento di masse di fango che nel 1967 provocarono una prima frana che invase la strada che portava verso Consonno da Olginate. Il conte riparò i danni della frana e continuò nella sua opera di edificazione, tuttavia i turisti in visita a Consonno iniziarono a diminuire.

Consonno innevata

Ci avviciniamo alla fine Consonno Amici miei…

Nel 1968 a Consonno sorsero alberghi e ristoranti, costruzioni con richiami a diverse culture come una pagoda cinese, un castello medievale, un albergo di lusso e un “minareto” dove c’erano alloggi per i visitatori e negozi chiamati così a causa della sua forma che richiamava una moschea musulmana.
Il Conte Bagno però volle continuare a costruire nuove attrattive come un campo di calcio, uno di pallacanestro, uno di tennis, uno di bocce, uno di golf, una pista per pattinaggio, un luna park e uno zoo. Le vecchie case vennero sostituite da palazzi. Uno tra i progetti più ambiziosi del Conte sarebbe stato quello di realizzare una pista automobilistica.
In un’intervista concessa alla televisione svizzera che stava realizzando un documentario su Consonno, disse che la pista sarebbe stata piccola, ma sicuramente a livello estetico sarebbe stata una delle più belle d’Europa: piccola ma molto elegante.
Consonno era ormai diventato un centro divertimenti con un enorme centro commerciale e ristoranti che ospitavano grandi personaggi della musica e dello spettacolo per serate a tema. Sulla strada per Consonno, ad accogliere i visitatori, c’erano grandi insegne che recitavano “A Consonno è sempre festa” oppure “Consonno è il paese più piccolo ma il più bello del mondo”.
E Come per ogni località turistica, anche Consonno aveva le proprie cartoline.

cartolina1

Ma allora ragazzi, cosa può mai essere successo a Consonno?

Ebbene, nel 1976 una frana distrusse la via che da Olginate conduceva a Consonno, decretando la fine del borgo.
Il Conte Bagno tentò di riparare la strada e rilanciare Consonno nel 1981, ma i turisti, attratti una volta dalle novità, non tornarono più e anche gli abitanti iniziarono ad andarsene. Tutte le strutture iniziarono ad essere abbandonate e il 22 ottobre 1995 il Conte Bagno morì all’età di 94 anni. La casa di riposo che il conte fece costruire per tentare di riportare Consonno ai suoi vecchi splendori fu chiusa nel giugno del 2007.
Per anni Consonno divenne un luogo malfamato dove i pochi abitanti si ritrovarono a dover fare i conti con giovani alle prese con alcool e droga.
L’atto finale della storia di Consonno si ebbe durante un rave party chiamato “Summer Alliance”, organizzato a Consonno dal 29 giugno al 1º luglio 2007. In quelle giornate molte strutture furono ulteriormente danneggiate e rese pericolanti e altre furono inoltre imbrattate da graffiti.

Consonno detriti

Amici Distopici, spero che la nuova rubrica vi sia piaciuta.
Come vi ho detto nel post di apertura, sono da sempre affascinata da luoghi come Consonno.
Città fantasma, edifici abbandonati. Non so come spiegarvi ma, è come se le radici di cemento di questi edifici mi afferrassero per le caviglie implorandomi di ascoltare le storie della loro disfatta, e magari ricordando anche i momenti in cui invece la luce risplendeva su di loro.

Se volete saperne di più su Consonno, visitate questo sito, dal quale abbiamo recuperato parte di queste immagini evocative 😉

Alla prossima visita Gente!

Bye Bye

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