Il primo grande romanzo

Nello scorso articolo abbiamo giocato con la criptostoria, forse sarebbe più corretto dire cripto-fantascienza, e ci siamo divertiti a cercare tracce fantascientifiche nei miti antichi. Sappiamo bene che il primo vero romanzo sci-fi riconosciuto è Frankenstein di Mary Shelley. Molti storcono il naso davanti a questo titolo, lo considerano un horror con risvolti umani, un primo esempio della letteratura fantastica femminile, un gotico che ha creato un nuovo mito collettivo o un romanzo di denuncia civile. Ovviamente hanno ragione, Frankensetin ha tutti questi elementi e nel complesso resta un horror-fantastico unico nel suo genere.

Ma allora cosa lo rende il primo romanzo di fantascienza? La citazione, seppur vaga, agli studi di Luigi Galvani sulla corrente biologica.

1791 lo scienziato italiano pubblica De viribus electricitatis in motu musculari in cui espone i suoi studi e la sua scoperta sulla corrente biologica. Nella foto superiore si può vedere l’illustrazione dell’esperimento con cui Galvani scoprì nel 1790 le prime correlazioni tra elettricità e vita.

Dissecai una rana, la preparai e la collocai sopra una tavola sulla quale c’era una macchina elettrica, dal cui conduttore era completamente separata e collocata a non breve distanza; mentre uno dei miei assistenti toccava per caso leggermente con la punta di uno scalpello gli interni nervi crurali di questa rana, a un tratto furono visti contrarsi tutti i muscoli degli arti come se fossero stati presi dalle più veementi convulsioni tossiche. A un altro dei miei assistenti che mi era più vicino, mentre stavo tentando altre nuove esperienze elettriche, parve dì avvertire che il fenomeno succedesse proprio quando si faceva scoccare una scintilla dal conduttore della macchina.

Nel 1803 Giovanni Aldini, nipote di Luigi Galvani, pubblica a Londra un testo in cui aggiunge nuovi dati agli esperimenti sul galvanismo, spiegando come era riuscito a infondere movimenti in un cadavere umano tanto da credere di poterlo rianimare.

Questi studi scientifici, portati oltre la soglia tecnologica di allora, permisero a Mary Shelley di infondere vita nella creatura. Un “piccolo” dettaglio all’interno della storia, apparentemente trascurabile nel complesso, ma fondamentale per determinarne il genere.

La fantascienza ha come tema portante l’impatto della scienza e/o della tecnologia – reale o immaginaria – sulla società e sugli individui che la compongono.

Non servono astronavi spaziali, pistole laser, robot o alieni xenomorfi. Basta un elemento scientifico ben posizionato e uno sviluppo narrativo legato a quell’elemento per portare un romanzo all’interno della vasta famiglia fantascientifica.

Senza il galvanismo non esisterebbe la creatura e senza di essa mancherebbe tutta la storia di Frankenstein. L’impatto della scienza sulla società e sugli individui che la compongono, è questo che lo differenzia dai suoi cugini vampiri e mannari.

Delos

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