I 10 migliori film distopici del decennio 2010-2019 (Prima parte)

di Riccardo Muzi

Sembra ieri, in realtà sono passati già dieci anni dal quel 2010 tanto evocativo di un futuro lontano, quanto improvvisamente presente. Il neonato 2020 appare, almeno a livello numerico, ancora più affascinante. Nel frattempo, quanta acqua distopica è passata sotto i ponti del mondo della settima arte? Parecchia! Però più che sulla quantità sarebbe opportuno mettere l’accento sulla qualità. Insomma, come si dice: meglio pochi ma buoni. Quindi, restringiamo il campo con una lista-classifica dei migliori prodotti cinematografici con velleità distopiche, usciti nelle sale in questo ultimo decennio.

10. ARES (2016) di Jean-Patrick Benes

L’industria farmaceutica governa la Francia finanziariamente decaduta e la sperimentazione umana è diventata legale. Ares è un ex campione di “Arena”, la lotta-massacro sponsorizzata dalle ditte farmaceutiche per pubblicizzare prodotti dopanti.

Gioiellino francese low budget. Ares non brilla certo per l’originalità dei temi trattati, tuttavia le ambientazioni cyberpunk e, in generale, l’ottima fattura lo rendono un piatto molto appetibile per l’appassionato. Mai vista finora una Parigi così distopica e bladerunneriana.

9. THE BAD BATCH (2016) di Ana Lily Amirpour.

In un desertico e desolato Texas pascola una comunità di cannibili. La quotidianità viene spezzata da chi, a un certo punto, viola le regole della convivenza

Premio speciale della giuria 2016 alla Mostra Internazionale di Venezia. The Bad Batch è un post apocalittico dalla non facile fruzione ma carico di significati e dalle molteplici chiavi di lettura. Le immagini surreali e affascinanti della talentuosa regista americana di orgine iraniane, costituiscono una metafora dell’America trumpiana.

8. THE ZERO THEOREM (2013) di Terry Gilliam

Qohen, genio dell’informatica, è alienato dal mondo esterno. Il capo della corporazione per la quale lavora gli affida un compito che gli cambia la vita: dimostrare un teorema impossibile sul destino dell’universo.

Sarebbe riduttivo, se non banale, parlare di una sorta di Brazil 2. L’estro di Gilliam non si può ridurre ad una semplice urgenza di sfornare sequel. L’esigenza artistica, invece, è quella di avventurarsi fra il reale e l’immaginario, tra il dato di fatto e il modo virtuale. Dove sta il bene? E dove il male? Visionario e indubbiamente immaginifico, The Zero Theorem non fa gridare al capolavoro, come nel caso di Brazil, ma assolve al compito di black list delle fobie e delle paure del’uomo contemporaneo.

7. LA NOTTE DEL GIUDIZIO (2013) di James DeMonaco

2022. Il governo degli Stati Uniti ha istituito un periodo annuale di dodici ore, “lo sfogo”, nel quale i cittadini sono liberi di commettere qualsiasi tipo di crimine.

Vero e proprio thriller con un’ottima idea di base che potrebbe sembrare oltremodo fantasiosa e paradossale. Rileggendo, invece, le reali cronache statunitensi sulle stragi compiute con armi da fuoco, il futuro descritto dal regista James DeMonaco, diventa terribilmente plausibile. Forse è proprio questo il motivo della fortuna del film che ha dato vita ad una saga e ad una serie tv.

6. NON LASCIARMI (2010) di Mark Romanek

Kathy, Tommy e Ruth, trascorrono l’infanzia in un collegio inglese dove scoprono un terribile segreto che renderà tragico il loro futuro. Lasciata la scuola si avviano verso la vita adulta e verso l’inesorabilmente destino. Ma prima devono anche confrontarsi con le passioni e i sentimenti.

Probilmente il film distopico più intimista dell’ultimo decennio. Potente e malinconica allegoria della vita umana e del sua ineluttabile fine. La vicenda si dipana in un sorta di limbo temporale rilasciando la strana sensanzione di osservare una realtà parallela fatalmente distante, crudelmente vicina.

5. THE LOBSTER (2015) di Yorgos Lanthimos

Nel mondo immaginato dal promettente e ora affermato regista greco Lanthimos , i single vengono convocati presso un albergo dove, in osservanza di rigide leggi morali, devono reperire un partner entro quarantacinque giorni. Il fallimento della ricerca viene punito con la trasformazione del non accoppiato in un animale a propria scelta. David si ribella e scappa in un bosco con un gruppo di dissidenti.

Film dal tratto davvero originale. Ironico, intelligente, drammatico, paradossale, controverso e piacevole nella sua sagace leggerezza con la quale affronta gli umani timori. Spaventa di più vivere da soli o in coppia? The Lobster non risponde, si diverte semplicemente a mostrare in tutta la loro virulenza gli assurdi comportamenti che si adottando quando il timore contamina l’agire.

(Segue: seconda parte dedicata alla top four dei distofilm)

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