Dietro l’angolo: “Iperuranio”

Buongiorno a tutti. Oggi per la rubrica Dietro l’angolo vi propongo un’antologia edita nella collana Odissea Fantascienza, nell’ottobre 2018, da Delos Digital. Quindi dietro l’angolo di pochissimi metri.

Questa di seguito è la presentazione tratta dal sito Delos Store:

La fantascienza è abituata a guardare il mondo da prospettive insolite. Chi la scrive cerca nuovi orizzonti, scorci differenti, panorami straordinari. Un po’ come fa la filosofia, che per indagare il reale ha bisogno di un approccio critico, di porre domande inconsuete e alle volte disturbanti.
È forse per questa radice comune che la fantascienza viene spesso definita narrativa speculativa, testimoniando una naturale predisposizione a sondare gli interrogativi che riguardano l’uomo e il suo rapporto con la realtà. Non si tratta solo di comprendere come il futuro e gli sviluppi della tecnologia potranno modificare la natura stessa dell’essere umano. Come dimostrano i racconti presentati in questo volume, la fantascienza spinge la mente fino ai confini del sapere, invitando il lettore a mettere in dubbio il senso della propria percezione, i confini tra sogno e realtà, la natura inanimata delle macchine o addirittura il fatto che la creazione appartenga solo a Dio.
Dodici racconti in cui la storia della fantascienza dialoga con voci emergenti.
Dodici storie che mostrano una nuova vena aurifera della SF italiana, quanto mai viva e pulsante.
Dodici gemme in cui gli abissi della conoscenza umana sono scandagliati nel profondo. Oltre ogni immaginazione.

Recensione

Ogni racconto dell’antologia è annunciato dalle intenzioni del narratore e questo mi è parso un modo per aiutare il lettore nella comprensione del racconto, anche se amo poco questo genere di imbeccate. 
I primi, pur trovando idee e stimoli davvero inusuali, mi hanno lasciato un punto di domanda, un senso di perplessità in merito alle chiusure che ritenevo poco riuscite.
Però l’intenzione del curatore, letta nell’introduzione, aveva iniziato a germogliare e, tutto a un tratto, ho compreso quale fosse la strada da percorrere, quali poteri avessi in qualità di lettrice. Così i tasselli si sono incastrati.
Certamente alcuni racconti sono meno forti di altri, si percepisce qualche ingenuità, qualche piccolo scivolone nello stile, ma l’intento del curatore, nel mio caso, è stato raggiunto: indurre una speculazione anche da parte del lettore, rendendolo interlocutore del dialogo avviato dal narratore.
Quest’antologia richiede, in chi legge, l’impiego di grandi quantità di energia mentale e l’abbandono di paraocchi e abitudini.
Alcuni racconti non sono una passeggiata (quelli di Gianfranco De Turris, per esempio, forniscono la maggiore quantità di stimoli), altri mi hanno punta nel vivo, commuovendomi e lanciandomi nel vuoto, alla ricerca di risposte a domande giunte alla mia coscienza da uno spazio inconsapevole.

Segnalo i racconti che metto, tutti insieme, sul podio del vincitore:

La suprema possibilità, di Lorenzo Fontana;
Somnium, di Oriana Ramunno;
Il peso dei ricordi, di Andrea Tortoreto;
Cara mamma, di Alain Voudì.

Tutti gli altri sono comunque notevoli e li colloco in un secondo posto ex aequo, secondi, non ultimi.

Consiglio la lettura, ma attenzione: se cercate una strada in discesa forse l’antologia potrebbe lasciarvi insoddisfatti.

A presto.
Romina Braggion

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