IFD: Il diritto di tacere.

Ci sono situazioni che noi, più fortunati, possiamo non comprendere. A volte l’istinto ci dice che esiste solo un modo giusto per aiutare le persone in difficoltà, ma è davvero così? In Francia, per quanto riguarda la violenza domestica, hanno deciso di sì.

Il governo francese si è impegnato nel controllo di questi crimini, e ha stabilito che nel 2018 sono state 128 le donne, al fronte di 21 uomini, uccisi dai loro partner o dagli ex, all’interno della loro nazione. Nello stesso anno anche 21 bambini sono stati maltrattati a morte tra le mura familiari. Per quanto riguarda il 2019 si calcolano 150 donne ammazzate. All’inizio dell’agosto 2020, si parla di 53 vittime, ma con un aumento del 30% delle violenze (non necessariamente letali) nei primi 10 giorni del lockdown. Anche qui la conta è riservata al lato femminile del mondo, sia chiaro.

Quindi?
Quindi ora i medici francesi hanno la facoltà di scegliere al posto delle vittime di maltrattamenti.
Mi spiego meglio.

Qualora un dottore, o un professionista in campo sanitario, avesse le prove certe di molestie familiari avvenute, è libero di denunciare il fatto alle autorità.
La mia prima sensazione è stata di “giustizia fatta”, ma è durata meno di un secondo. Nessuno conosce le situazioni in cui vive il prossimo, nessuno sa cosa deve affrontare nel quotidiano. Se le vittime non denunciano la violenza subita, è giusto farlo al posto loro? Quali conseguenze si possono scatenare?

In più di un caso le donne maltrattate, allontanate da casa, cercano di tornare indietro, qualora non fossero veramente pronte ad agire legalmente.
In più di un caso, a seguito di una denuncia, le forze dell’ordine vengono mandate a controllare lo stato dei fatti, o a notificare l’atto giudiziario, direttamente al domicilio dell’aggressore, che chiaramente coincide con quello dell’aggredita. Logico eh? Forse no, ma succede.
In più di un caso si nomina il sopruso sulla moglie da parte del marito, ma cosa accade ai figli? Cosa si scatena nella mente di un uomo violento quando viene privato del potere su un essere che riteneva di sua proprietà? Cosa capita a chi, piccolo, meno consapevole, rimane soggiogabile?

Il silenzio da parte di chi ha vissuto dei traumi pesanti è sacrosanto, perché noi non sappiamo.
La percentuale di donne che non denuncia è enorme. Chi per paura del mostro che ha vicino, chi per necessità di rimozione dell’atto, chi per un assoggettamento che viene visto come amore. Le motivazioni possono essere innumerevoli, e restano incontestabili. È libero arbitrio.

Per quanto ci sembri assurdo, il rispetto del segreto professionale non è una tutela verso quegli esseri incapaci di comunicare se non con la brutalità, approfittando di chi non riesce a farvi fronte. Serve per preservare le vittime.

Perché l’aiuto da dare è quello che viene chiesto, non quello che consideriamo giusto.

Michela

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