Recensione: ” Anna” di N. Ammaniti.

Bentrovati bunkeriani!

Oggi ho il piacere di proporvi la mia recensione di un romanzo che, di più distopici non ne potete trovare!. Gira da un po’ di tempo nelle librerie. Di cosa stiamo parlando? Di “Anna”, naturalmente!

L’autore è l’italianissimo Niccolò Ammaniti, tornato alla ribalta grazie all’omonima serie televisiva, uscita da poco sull’emittente televisiva Sky. Come potete ricordare il nostro staff l’ha già recensita (la trovate Qua) ed io ho avuto la possibilità di leggere il romanzo e di fare un raffronto concreto con le due versioni.

Ma andiamo con ordine, partendo dalla trama.

TRAMA:

In una Sicilia diventata un’immensa rovina, una tredicenne cocciuta e coraggiosa parte alla ricerca del fratellino rapito. Fra campi arsi e boschi misteriosi, ruderi di centri commerciali e città abbandonate, fra i grandi spazi deserti di un’isola riconquistata dalla natura e selvagge comunità di sopravvissuti, Anna ha come guida il quaderno che le ha lasciato la mamma con le istruzioni per farcela. E giorno dopo giorno scopre che le regole del passato non valgono più, dovrà inventarne di nuove. Con “Anna” Niccolò Ammaniti ha scritto il suo romanzo più struggente. Una luce che si accende nel buio e allarga il suo raggio per rivelare le incertezze, gli slanci del cuore e la potenza incontrollabile della vita. Perché, come scopre Anna, la “vita non ci appartiene, ci attraversa”.

RECENSIONE:

Immaginate una delle più belle e affascinanti isole del territorio italiano. Immaginatela completamente disabitata da adulti e colonizzata da bambini e giovani donne e uomini. L’isola, la Sicilia, è sepolta dai rifiuti; la natura prevarica sulle opere dell’uomo e questi bambini fanno di tutto per sopravvivere, pur sapendo che, quando, raggiungeranno la pubertà moriranno. Un virus letale, soprannominato “La Rossa”, per via degli esantemi purpurei che si scatenano sulla pelle, ha decimato milioni di persone adulte, restando inattivo nei bambini sino allo sviluppo.

Questa è la storia di Anna e del fratellino Astor, una storia di coraggio e crescita, di fronte a mille difficoltà per sopravvivere con la speranza di avere un futuro migliore. Una bambina che non ha avuto il tempo per vivere la sua infanzia per farsi subito donna e madre di Astor.

La vita non ci appartiene, ci attraversa

Il libro mi è piaciuto, anche se l’ho trovato diverso, sotto molto aspetti, rispetto alla serie televisiva, che, tra le altre cose è stata proprio prodotta e curata dallo stesso Ammaniti. Lo stile dell’autore è graffiante, crudo e di forte impatto. Lo scrittore descrive ogni cosa con un’accuratezza incredibile, provocando nel lettore forti sfumature emotive, che variano dallo stupore allo sgomento.

I personaggi sono ben descritti e analizzati, sinceramente non mi sono affezionata a nessuno di essi, troppo brutali e scostanti. Questa è sicuramente una caratteristica stilistica dell’autore, quella di rendere crudo e quasi privo di sentimenti, ciò, che, nell’immaginario collettivo viene percepito in tutt’altra maniera.

Adesso capiva cos’era l’amore, quella cosa di cui si parlava tanto nei libri della mamma. L’amore sai cos’è quando te lo levano. L’amore è mancanza.

Le ambientazioni sono uno degli aspetti che maggiormente mi hanno colpita. La minuzia descrittiva che utilizza lo scrittore, incanta, stupisce e sgomenta il lettore. Da madre, il libro mi ha fatto riflettere molto sul futuro dei miei figli se dovessero trovarsi nelle stesse circostanze dei protagonisti. Il solo pensiero mi ha agghiacciata un po’.

Il libro, come dicevo, mi è piaciuto, anche se rispetto alla gemella televisiva, mi ha entusiasmata un po’ meno, sia per quanto riguarda l’epilogo, sia per quanto riguarda i minori approfondimenti su personaggi e vicende. Da leggere e guardare entrambi.

Valentina Meana

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