Recensione “HP” di Guido Buzzelli

La fantascienza incantò Guido Buzzelli da bambino, con la lettura delle avventure di Flash Gordon. Quella scintilla restò accesa e lo portò a immaginare mondi lontani per tutta la sua carriera. Storie leggendarie, raccolte in questo volume per la prima volta: “Hp”, “Morganna”, “Zasafir” con una seconda parte rimasta finora inedita, “Resurrezione” e “Una stella per Ganimede”. Con lo stile inconfondibile di questo grande maestro, il fantastico si impasta e si contamina con il quotidiano e il progresso tecnologico mette a nudo la faccia oscura dell’uomo.

RECENSIONE

Gruppo di LDFO, oggi vi parlo di una pietra miliare nella storia della graphic novel all’italiana.
Cominciamo prima dal prodotto “libro” in quanto tale: una gioia per gli occhi che ogni amante del romanzo grafico può dirsi fiero di ostentare sui propri scaffali, un’edizione monumentale che misura precisamente 22.3 x 3.4 x 30.4 cm; 288 pagine di fumetti sia in bianco e nero e ben quaranta a colori.

Coconino Press omaggia il fumettista italiano nel trentesimo anno dalla sua dipartita, pubblicandone le opere migliori in una nuova veste e, in questo caso, con un’aggiunta finora inedita.
Guido Buzzelli era davvero un artista a tutto tondo, che aveva ancora molto da dirci, ma scomparso prematuramente. Si può affermare, senza troppi giri di parole, che è per merito suo che in Italia è approdato il romanzo a fumetti.

È stato precursore sui tempi, investendo tempo e talento per un genere che – spesso – veniva snobbato, sdoganandolo di quell’accezione che lo relegava ai margini e indirizzandolo verso un pubblico adulto e consapevole. Segno che l’arte del fumetto dovesse essere riconosciuta al pari di un’opera letteraria vera e propria.
L’abilità artistica di Buzzelli è impattante, tentativo inequivocabile di traslarci in universi lontani, ma vicini partendo da un pattern denso di accadimenti che rendono l’esperienza di lettura davvero immersiva.

I suoi sono racconti di rocambolesche avventure, ma intrise di quel fantastico spurio che trascende i generi e irresistibilmente pungente. Una fantascienza “ibrida” nella quale si avvicendano western, progressismo tecnologico, satira, grottesco – traspone per immagini il suo pensiero perlopiù pessimista dove il lieto fine raramente lo si consegue.

In “HP“, il racconto lungo che dà il nome al volume, ci sono due fazioni: una simil western e l’altra tecnologicamente più avanzata – che nella situazione iniziale – si contendono un cavallo MOLTO particolare, l’orgoglio la fa da padrone e, piano piano, s’insinua quella che potremmo definire una battaglia batteriologica. Ovviamente non vi svelo l’esito del conflitto.

Con Morganna, si cambia registro. Qui c’è una combinazione di fantascienza mista a quella sensualità alla Milo Manara e un tocco di esoterismo. Il volume antologico contiene anche Zasafir – proposto al pubblico con una seconda parte rimasta fino ad oggi inedita – è quello che mi ha colpito di più. Leo Doroastro, il nostro protagonista, è un antieroe, un vero e proprio furfante che si ritroverà in una situazione più grande di lui, una sanguinosa guerra interstellare dalle proporzioni inimmaginabili potrebbe determinare la fine della specie umana. Servendosi delle peripezie interplanetarie che Leo sperimenterà, Buzzelli introduce una critica al disfacimento di valori e non del genere umano. Ed è qui che l’elemento grottesco verrà fuori in tutta la sua potenza grafica. Resurrezione e Una stella per Ganimede, sono due racconti minori ma che comunque si fanno notare.

Il tratto artistico di Buzzelli spicca per il gioco di luci e ombre del chiaroscuro, l’impatto visivo è forte e si nota una maggiore cura nell’ambientazione. I riquadri standard del fumetto non limitano il suo estro creativo, uscendo più volte da essi e interagendo con i suoi personaggi, proprio in Zasafir Buzzelli entra in scena disegnando se stesso.
Uno “schema” che sembra ripetersi è quel voler tratteggiare una civiltà selvaggia, al limite del decadimento talvolta morale talvolta fisico.
Con quella visionarietà che oggi potremmo considerare profetica, le storie che propone sono sì di fantascienza ma per mezzo di esse vuole denunciare le brutture del suo tempo.

Elisa R

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