RecensioneGli effimeri sono immortali

Il tema dell’immortalità è argomento caro alla fantascienza, declinato ormai in tutti i modi possibili. Nel romanzo di Azelma Sigaux, “Gli Effimeri sono Immortali” (edito in Italia da Edizioni Piuma) ci troviamo a fare i conti con un problema non da poco: come fare se tutti sulla Terra diventassero immortali?

La Trama del Libro

Il momento in cui tutto sul nostro pianeta cambia, è precisamente quello in cui viene prodotto il “Bogolux”, ovvero la versione moderna della fonte dell’eterna giovinezza, il Santo Graal dei sogni dell’uomo, quello che possa permettere di vivere per sempre.

Nello stesso istante in cui questa possibilità viene finalmente data al genere umano, si pone subito un problema non da poco, l’impossibilità di poter far crescere la popolazione all’infinito. Ecco allora che l’utopia per antonomasia, si trasforma in una distopia in cui non è più possibile fare bambini e l’ultima generazione è destinata a essere anche l’unica a poter vivere sul nostro pianeta.

Non è un paradiso nemmeno per loro però, perché il dono dell’immortalità molto regala e molto toglie. E la voglia di procreare è qualcosa di insito nel nostro DNA, così quando June viene al mondo, i suoi genitori non possono fare altro che nasconderlo a tutti, se non altro finché non arriverà alla fatidica soglia dei 23 anni, quella in cui l’ultima generazione si è fossilizzata per sempre prendendo il Bogolux.

Ma anche tenere a bada la voglia di vedere il mondo di un ragazzino non è impresa facile, e infatti Juno scappa da casa e proprio quando sta per essere scoperto viene salvato da una persona che gli farà scoprire un mondo dentro il mondo, quello degli “Effimeri”, altri ragazzini come lui che vivono all’ombra della società, fuori dal sistema che li vorrebbe far sparire per sempre.

Mortali, come un tempo, ma con qualcosa di diverso che cambierà tutto. Perché se il Bogolux regala agli adulti la vita eterna, ai loro figli sembra aver donato poteri altrettanto particolari che dovranno aiutarli a superare la sfida più difficile: crescere, vivere e morire.

Recensione Gli Effimeri sono Immortali

Quando si parla di letteratura per ragazzi, si ha sempre l’idea di avere sotto mano un qualcosa di frivolo, leggero, scritto persino in maniera troppo semplice. La verità è che oggi come oggi questo tipo di libri hanno un range di stili, argomenti e strutture decisamente ampio, tanto che diventa difficile (per fortuna) ridurre tutto alla semplice definizione del sotto genere.

Questo crea forse in molti una sorta di preconcetto a riguardo, che ci tengo a sradicare ogni qual volta mi accingo a scrivere in merito a uno di questi libri.

Perché dico tutto questo, perché per quanto riguarda “Gli Effimeri sono Immortali” devo ammettere che la scrittura della Sigaux non mi ha entusiasmato, poco efficace in alcuni tratti, troppo dispersiva in altri. Semplice certamente, ma non fluida come mi aspetto proprio quando questa caratteristica vuole diventare un pregio di chiarezza.

La forza di questo libro sta quindi nella storia stessa che l’autrice tira fuori. E in questo caso siamo di fronte a un racconto di formazione che si sviluppa in una maniera classica, con il nostro eroe (Juno) che pian piano prende coscienza dei propri mezzi e rafforza legami e sentimenti con il gruppo di amici che lo circonda.

Un’evoluzione personale che metterà questi ragazzi di fronte a tematiche anche piuttosto importanti, oltre che alcune scelte difficili che appunto si devono prendere nel corso della vita. Almeno di una vita che cresce e si muove, così come le vivide emozioni che solo chi sa di avere un tempo limitato può provare.

C’è quindi un messaggio molto forte all’interno di queste pagine, che è quello che più mi piace sottolineare per coinvolgervi in una lettura a mio avviso comunque molto interessante.

A presto!

Marco Fava

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