Recensione I Donatori di Sonno

Edito da BigSur, “I Donatori di sonno” di Karen Russell è un libro che ci porta in piena distopia pandemica (si può dire?), con uno spunto potenzialmente pazzesco (un mondo dove l’insonnia è diventata letale) ma che, personalmente, mi ha lasciato piuttosto freddo sotto molti aspetti. Proviamo a entrare insieme nella storia e nei motivi di questa recensione che, lo dico subito, non mi ha coinvolto particolarmente.

La trama del libro

La storia ci racconta di un America colpita da un’epidemia senza precedenti, in cui molte persone smettono improvvisamente di dormire e non c’è nulla che si possa fare per salvarli. Almeno finchè non si scopre una sorta di “cura” che, pur non risolvendo il problema, riesce in qualche modo a prolungare l’esistenza degli infetti grazie a “donazioni di sonno” che permettono al cervello di trovare almeno un briciolo di riposo.

La situazione cambia drasticamente quando si scopre una bambina che, unica al mondo, è capace di infondere in questa trasfusioni un sonno ristoratore miracoloso. Cosa rara e preziosa, soprattutto quando, invece, un donatore sconosciuto infonde un’ulteriore epidemia in queste trasfusioni, causato terribili incubi ai già martoriati pazienti.

La recensione di I Donatori di Sonno

C’è secondo me da fare una doverosa distinzione su questo romanzo. Perché da una parte c’è lo spunto della storia, che è indubbiamente coinvolgente e interessante, con potenzialità di sviluppo incredibili. Un mondo senza sonno apre prospettive di vario genere nella società e nello spirito degli uomini, figuriamoci se inseriamo la possibilità di “donazioni” con tutte le problematiche che ne conseguono.

Dall’altra però c’è la stesura de libro, e qua secondo me nasce qualche problema. A parte il non spiegare e approfondire in alcun modo le origini e i motivi d questa epidemia, forse la colpa più grave è non sviluppare meglio questo confronto (interiore ed esteriore) tra le donazioni miracolose della bambina e gli incubi inflitti dal donatore misterioso.

Non solo non capiamo bene il meccanismo stesso di queste donazioni, ma il personaggio misterioso viene confinato in una descrizione molto superficiale e poco approfondita, venendo così a mancare sia tutta la parte informativa (perché sta succedendo questo? perché le donazioni sono così pericolose? e via dicendo) sia tutta la parte empatica del “conflitto”.

In generale, tutti i personaggi non mi sembrano approfonditi benissimo, così come la storia che dopo una partenza molto promettente, si incaglia in un costante “nulla di fatto” fino ad un finale francamente poco originale e poco completo.

Restano tante domande e poche emozioni. Ed è un vero peccato perché appunto, gli spunti c’erano tutti e in alcuni momenti si ha quasi l’impressione di poter spiccare il volo, per poi però non alzarsi mai da terra. Certo, c’è qualche passaggio altamente ansiogeno, ma l’impressione è che sia più per un costante riferimento alla pandemia realmente accaduta in quel periodo (il romanzo non a caso è uscito nel 2020 in originale), che non per altro.

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