Recensione Favelle Orbitali di Marta Palvarini

Buongiorno teppa!

Non offendetevi per questo appellativo, continuando a leggere questa recensione capirete perché mi sono rivolta a voi in modo così stravagante…

Ricordate i libri-game? Un oggetto culto degli anni 80, Lupo Solitario e compagnia? Per chi ha la memoria corta o non ha avuto fratelli maggiori, zii o cugini cresciuti alla fine del secolo scorso, un libro gioco è un’avventura narrativa a bivi dove “il protagonista sei tu”, come recitavano gli strilli dei vecchi Fighting Fantasy.

La narrazione a bivi prevede che ogni scelta del protagonista sia determinata dal lettore. Girare a destra o prendere il vicolo buio a sinistra? Parlare con il misterioso avventore della locanda o andare a bere un boccale di Latteschiuma al bancone? A seconda di una decisione o dell’altra la storia prende una direzione diversa. Se vogliamo, siamo all’origine di carta dei moderni videogiochi. Nonostante l’anzianità del medium il libro-game non ha perso nulla del suo fascino originario e sta attraversando una insospettabile fase di revival.

La casa editrice Aristea propone libri-game nuovi di pacca con diverse ambientazioni molto interessanti tra i quali, guarda un po’, anche una interessante avventura che si svolge in uno scenario distopico tutto italiano: Favelle Orbitali di Marta Palvarini. L’opera si presenta come un cofanetto contenente una mappa, una scheda giocatore e due volumi, uno ambientato nel “fuori”, lo spazio esterno della città fantasma Rebirth, e l’altro nel “dentro”, all’interno della succursale della FelceFelice Corp., l’azienda al centro delle nostre indagini.

Vuoi leggere la trama ufficiale della casa editrice? Continua al paragrafo 2.

Non ti interessa sapere la trama ma vorresti piuttosto avere qualche informazione in più sull’ambientazione e capire cosa abbia voluto dire con “scenario distopico tutto italiano”? Salta direttamente al paragrafo 3.

2. TRAMA

Il futuro è arrivato e non è come lo sognavi!

Che cosa nasconde la chiacchierata FelceFelice Corp. dietro le mura in fito-cemento della Succursale Uno, ai margini del mefitico Pantan-Affanno? Spregiudicati esperimenti? Sfruttamento senza scrupoli? O un segreto al di là dell’immaginabile, il seme di un impossibile nuovo futuro?

Tre personaggi e tre missioni si intrecciano in un’unica vicenda dai risvolti stupefacenti, sullo sfondo sporco e spietato delle Dura-Lande: una distopica Italia del futuro.

3. AMBIENTAZIONE

Dove ci troviamo? Favelle Orbitali è ambientato nelle Dura-Lande che altro non sono che l’Italia nell’era successiva alla cosiddetta “Poliorcesi”. La Poliorcesi è stata una grande guerra tra multinazionali che ha determinato la fine del mondo così come lo conosciamo. Non esistono più Stati ma solo piccoli nuclei sociali, le Cladi, e le Corp., le grandi aziende corporative. Il capitalismo non ha cessato di esistere, anzi.

“Le Dura-lande sono un mondo in cui chiunque produce, chiunque consuma, ma qualcuno produce e consuma di più. E qualcuno sfrutta qualcun altro per produrre.”

Non esiste più moneta ma tutto si fonda sul baratto, la “bargagna”.  E qui tocchiamo un altro aspetto interessante delle Dura-Lande: il linguaggio. Come in ogni scenario futuristico che si rispetti, la lingua cambia, è simile e allo stesso tempo diversa rispetto all’uso corrente. In Favelle Orbitali tutto questo è interpretato in maniera magistrale. Abbiamo termini desueti come “favellare”, “cogitare”, “bargagnare”, “teppa” utilizzati insieme a parole di derivazione inglese italianizzate come “aggrimento” (agreement), devais (device), nius (news) e così via. Con tanto di dizionario in appendice! Niente di meglio per calarsi in tutto e per tutto nell’universo “ecopunk “delle Dura-Lande.

Se ti sei stufato di questo pilotto e vuoi saltare direttamente alla recensione vai al paragrafo 5.

Se prima di immergerti nel prossimo paragrafo vuoi capire meglio che cosa sia un libro-game torna al paragrafo 1 o googla il termine per saperne di più.

Altrimenti continua al paragrafo 4 per conoscere le dinamiche di gioco.

4. DINAMICHE DI GIOCO

In Favelle Orbitali nulla è lasciato al caso, tutto è strategia. Mi spiego meglio.

In molti libri-game “classici” l’esito di determinate azioni o prove da affrontare nel corso dell’avventura è determinato dal tiro di dado. Per affrontare un nemico, ingannare un interlocutore o altre prodezze che prevedano un certo grado di casualità è il risultato del dado a decidere se l’azione intrapresa sia andata a buon fine o terminata nel peggiore dei modi. In questa maniera per sconfiggere il drago dorato del paragrafo finale può essere semplicemente un bel colpo di fortuna a portarci vittoriosi alla conclusione. Attenzione, neanche in questi casi manca del tutto la strategia. Ci sono molti altri fattori che possono concorrere al buon esito del gioco, come le caratteristiche del personaggio scelte nella fase iniziale e le decisioni prese durante il percorso. Ma è innegabile che davanti alle singole prove la dea bendata giochi un ruolo importante.

Niente di tutto questo accade in Favelle Orbitali. Nelle Dura-Lande scegliamo uno dei tre personaggi già predefiniti suggeriti dal libro: Jayden della Clade mutante Bios, la sindacalista Ursa, il precario della Clade Lucente “diasporata” Karim. Non c’è dado ma ogni personaggio possiede delle etichette che possono essere spese per superare le prove. Ad esempio, la sindacalista Ursa possiede le etichette “affabulatrice” e “camaleontica” ed entrambe possono essere utilizzate per mentire a qualcuno e risultare credibile nel caso di una prova di questo tipo con difficoltà 2. Alcune etichette le abbiamo in partenza, altre possono essere acquisite nel corso dell’avventura.

Ma in generale, al di là del buon risultato delle prove, ciò che davvero conta sono le scelte che vengono intraprese. Alcuni paragrafi permettono di acquisire degli elementi, ognuno con un proprio numero identificativo, la conoscenza dei quali, in certi punti “critici” della storia, può portarci avanti in una determinata direzione e la cui ignoranza, viceversa, ci conduce lungo un percorso narrativo molto diverso.

Insomma, per orientarci nel complicato labirinto di possibilità di Favelle Orbitali sono le decisioni fatte a essere determinanti e una scelta presa paragrafi prima può influenzare ciò che accadrà molto dopo.

E qui troviamo l’altro punto di forza del libro: la rigiocabilità. Non c’è un unico finale e ogni personaggio può terminare, nel bene o nel male, la sua missione in innumerevoli modi. Ogni giocata è molto rapida e si corre verso la conclusione. Che il finale ci abbia soddisfatto o meno possiamo riprovare e tentare una soluzione completamente diversa. Molte strade sono nascoste e richiedono un certo impegno per essere scovate. Se questo, da un lato, può risultare frustrante perché abbiamo l’impressione di sfiorare solo la punta dell’iceberg e di non arrivare mai ad avere un quadro completo di tutta la storia, dall’altro questa molteplicità di finali e la velocità del gioco rendono il libro davvero sfidante.

E c’è di più. Per ogni volta che si muore (e non è così raro come si potrebbe immaginare) si acquisisce un punto Strani Presagi che può essere speso per leggere paragrafi extra e apprendere indizi utili per la prossima partita.

Beh, ormai sei arrivato in fondo, perché non leggere le conclusioni di questo articolo? Continua al paragrafo 5.

Se invece sei stufo marcio di queste chiacchiere torna al paragrafo due e corri sul sito di Aristea a ordinare il libro.

5. RECENSIONE

Favelle Orbitali è un bel libro-game, poco da aggiungere. Mi ha piacevolmente intrattenuto e anche un po’ stupito. Oltre all’innegabile attrazione estetica del cofanetto (e della mappa!), Favelle Orbitali mi è sembrato molto intrigante sia per il worldbuilding che per la varietà di storie e finali possibili. Più che un libro è un vero e proprio mondo in cui perdersi piacevolmente. Il fatto che si possa finire una partita in poco tempo e seguire le storie di Ursa, Jayden e Karim molte e molte volte senza mai annoiarsi e, anzi, scoprendo sempre qualcosa di nuovo lo rende senz’altro uno dei migliori libri-game che abbia mai letto.

E poi come dimenticare Karim, il precario della Clade Lucente? “Conosce alla perfezione i contratti di lavoro precario ma il costante ricatto economico in cui è invischiato lo porta spesso ad accettare le proposte più assurde: l’importante è superare un altro giorno”. Oserei dire che è stato il mio personaggio preferito. Impossibile, al giorno d’oggi, non empatizzare con lui e trovare molto vicina e attuale la sua condizione. E cosa dire di Jayden, uno degli Ormonauti della Clade BIOS cioè “persone transgender che si piegano al Neo Patriarcato, negando ogni concetto di genere non binario e ottenendo in cambio l’accesso alle terapie ormonali di alto livello” offerte dalla Clade.

Non a caso l’autrice, Marta Palvarini, oltre a essere una giocatrice di ruolo è un’attivista che, a detta della sua biografia online, ama coniugare la cultura nerd con la riflessione politica della contemporaneità. C’è poco da dire, una intelligente analisi politica permea ogni pagina, senza che per questo il ritmo narrativo ne risulti in qualche modo appesantito. Anzi! Rende tutto ancora più interessante.

Scopro inoltre che le Dura-Lande sono anche l’ambientazione di un gioco di ruolo con un vero e proprio manuale pubblicato da Asterisco Edizioni. Favelle Orbitali è dunque solo un piccolo episodio, una one shot, in un universo ben più complesso e strutturato. Non una grande sorpresa vista la cura con la quale vengono trattati la storia del mondo, il lessico, la descrizione delle Cladi, il background dei personaggi… Davvero un ottimo lavoro.

Qualche riga fa ho parlato di “partita”. Puristi del romanzo non lasciatevi ingannare! Non è solo un semplice “gioco”. A mio avviso la narrazione a bivi, così come il gioco di ruolo, è alle origini di ogni racconto che si rispetti. In fondo, cosa c’è di più emozionante per un narratore che esplorare tutte le variabili possibili di una storia? Ne parlava Borges nel celebre racconto Il giardino dei sentieri che si biforcano. Allora, senza indugio, consiglio vivamente di godervi la lettura e di perdervi nel labirinto di questa affascinante Italia distopica!

Questa recensione finisce qui, per iniziare l’avventura leggete Favelle Orbitali!

Ki Ba

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