Recensione e ricetta Nergal di M.D. Ferres

Rieccomi Distopici!

Dopo un bel po’ di tempo torno con una delle mie strane recensioni culinarie, per parlarvi del terzo capitolo della meravigliosa saga The Crimson Thrones series, in cui quattro bravissime autrici italiane hanno deciso di raccontare di una profezia terribile: la terra è destinata a soccombere ai Distruttori, a meno che quattro eroi divini non intervengano per salvarla. Ogni libro della serie è stato in vetta alle classifiche di Amazon e questa volta sarà Nergal, dio dell’Oltretomba babilonese a lasciarci senza parole. Preparatevi a tremare sotto il peso dei suoi occhi scuri…

TRAMA DI NERGAL

Nergal, Principe terrifico, Dio dell’Oltretomba, della Guerra e della Catastrofe, un tempo temuto in tutta Babilonia e relegato per millenni nella Terra del Non Ritorno, è chiamato a fare qualcosa che va contro la sua natura: proteggere l’umanità dai Distruttori, entità oscure in grado di sterminarla.
È pronto a tutto pur di conservare la libertà appena guadagnata, ma ancora non sa cosa, o meglio chi, gli servirà per compiere il suo destino.
Kaya si fa in quattro per inseguire i suoi sogni e diplomarsi alla Sherdford School of Fine Art di Londra, barcamenandosi tra lo studio e i suoi tre impieghi. Quando, durante il suo turno di pulizie al British Museum, un uomo imponente e terrificante compare dal nulla, il suo primo pensiero è quello di essere vittima di un’allucinazione.
Il “pazzoide” che si autoproclama Dio della Distruzione la seguirà finché lei non deciderà di aiutarlo.
Entrambi, però, si renderanno conto che, per salvare le sorti dell’intero universo, sarà necessario mettere in gioco ben più del loro coraggio.
Cosa succede quando un dio maledetto scopre di avere un cuore?

«Io sono Nergal, il Drago rivestito di terrore, Dio della Terra del Non Ritorno e della Distruzione»

Nergal
RECENSIONE DI NERGAL

Avendo letto praticamente tutto quello che M.D. Ferres ha scritto, non avevo alcun dubbio che anche questo libro lo avrei amato e tuttavia l’autrice è riuscita a sorprendermi ancora una volta esplorando sì il fantasy ma con delle sfumature completamente diverse che mi hanno affascinata e stregata. Di nuovo è stata capace di farmi innamorare di due personaggi atomici e spaziali con un carattere non proprio facilissimo.

Kaya è una forza della natura: si mantiene facendo troppi lavori insieme e lotta strenuamente per realizzare il suo sogno, poco importa se ha la famiglia contro, se è lontana dal suo paese e se arriva la sera talmente distrutta da collassare direttamente sul letto. Lei sa quello che vuole: diventare un’artista, e poco le importa come arriverà al suo obbiettivo. Eppure la protagonista femminile non è solo questo, ha anche un cuore buono capace di portare luce là dove regna solo l’oscurità. Personalmente ho sentito una grandissima affinità con lei e con il suo carattere, questo di certo mi ha portata a empatizzare molto con lei e ad affezionarmici senza nessun tipo di problema.

Nergal invece è un dio che ha smarrito se stesso, troppe volte i giudizi del suo Pantheon lo hanno messo in cattiva luce, troppe volte gli è stato ricordato il motivo per cui è stato relegato per secoli a governare l’Oltretomba babilonese. Ho adorato il suo essere spaesato nel mondo umano, così forte e determinato eppure così piccolo di fronte alla grandezza che gli uomini hanno costruito durante i suoi anni di assenza. Non che questo lo fermi minimamente dal gestire tutto a modo suo, cosa che ho trovato estremamente divertente, soprattutto quando il suo essere cozza in modo palese con le usanze degli umani. Diciamo che non ha proprio il senso di pudore e privacy. Anche osservare il suo punto di vista del tutto controcorrente per i giorni nostri è stato davvero interessante ed è riuscito benissimo all’autrice.

Poi ho adorato il modo di Kaya di tenergli testa, di rimetterlo al suo posto: bisogna avere un bel po’ di coraggio per rispondere per le rime a un dio dei morti che potrebbe trasformarti in cenere in due secondi netti, non c’è dubbio. Eppure nonostante la loro forza e determinazione entrambi i protagonisti restano molto fragili e quando queste debolezze vengono alla luce, ecco, questi sono stati i miei momenti preferiti.

Ho apprezzato moltissimo lo spostamento di ambientazione a metà storia da Londra all’Africa, mi ha permesso di scoprire una realtà molto affascinante e per me abbastanza sconosciuta. Come per ogni libro della saga devo fare un plauso a Maria per la sua dedizione alla ricerca e alla ricostruzione del mito. Posso solo immaginare la difficoltà di percorre una singola strada quando ce ne sono migliaia a disposizione, mettendo anche insieme pezzi che nessuno magari aveva mai associato. Trovo che la bellezza del mito stia proprio in questo: la possibilità di rimaneggiarlo e reinventarlo all’infinito, senza che nessuno possa effettivamente dire niente perché è la sua natura intrinseca, quella di essere trasmesso di volta in volta senza sapere mai dove potrà andare a parare.

Questo libro è super consigliato se siete alla ricerca di un urban fantasy con un alto tasso di tensione sessuale, di avventura e soprattutto amate vedere i miti rimaneggiati e rispolverati nel modo più originale e sexy possibile!

Per questi due personaggi avevo bisogno di qualcosa di veramente esplosivo, qualcosa che mi ricordasse il fuoco, ma allo stesso tempo le origini africane di lei e perché no anche un po’ di Babilonia, che immagino da sempre come qualcosa di super colorato e speziato, così quando all’interno del libro mi sono imbattuta in questa ricetta tipica del Sudafrica non ho potuto fare a meno di cercarla.

Ecco perché ho scelto il bobotie per rappresentarli. Questo piatto è una sorta di frittata fatta con macinato di manzo, curry, uova e altre mille spezie: è decisamente unico e indimenticabile come sapore. La sapidità del curry mi ha fatto pensare a Nergal, al suo fuoco infernale e alla sua tempra fin troppo irascibile e poco tollerante. L’alloro e la frittata che ricopre invece lo strato di carne è per Kaya, per la sua fermezza e determinazione, niente sembra in grado di fermarla, come l’uovo mischiato con il latte che cerca di riempire ogni più piccolo spazietto.

RICETTA

Ingredienti Bobotie:

  • 500g di manzo macinato
  • 1 cipolla
  • 250ml di latte
  • 2 uova
  • 80g di pane
  • 3 cucchiai di olio d’oliva
  • 1 cucchiaino di curry
  • 1 cucchiaio di marmellata di albicocche
  • 60g di uva sultanina
  • 4 foglie di alloro
  • Sale e pepe q.b.

Procedimento:

Per prima cosa dovete far ammorbidire il pane nel latte e l’uva sultanina in acqua tiepida . Passate poi alla preparazione della carne: in una pentola scaldate due cucchiai d’olio d’oliva e aggiungete le cipolle tagliate a listarelle, la carne di manzo macinata e il curry. Fate rosolare tutto per bene poi aggiungete il pane strizzato e l’uvetta scolata. Tenete da parte il latte perché lo dovrete usare in un secondo momento. Aggiustate di sale e pepe e lasciate cuocere a fiamma bassa finché tutto non risulta ben amalgamato e non troppo bagnato. Una volta tiepido aggiungete al composto un cucchiaio abbondante di marmellata di albicocche.

Preparate poi una teglia da forno oliata: sul fondo mettete due foglie di alloro, aggiungete poi la carne e distribuitela bene per tutta la pirofila fino ad avere una superficie omogenea. A questo punto potete prendere il latte avanzato, ci aggiungete due uova che sbatterete con una forchetta. Versate il composto sopra la carne nella teglia, decorate con le foglie di alloro rimaste e infornate in forno ventilato a 180° per circa 30 minuti, cioè finché l’uovo non si è rappreso e la superficie è diventata bella dorata. E voilà, una volta sfornato avrete una ricetta agrodolce, super originale e dai profumi africani!

Ci si vede alla prossima ri-censione,

Martina

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